Ricorso Tardivo: L’Importanza dei Termini nel Processo Penale
Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale che garantisce certezza e ordine. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre la scadenza fissata dalla legge, non viene semplicemente respinto, ma dichiarato inammissibile, impedendo al giudice di entrare nel merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di tale negligenza.
Il Contesto del Procedimento Giudiziario
Il caso in esame ha origine da una condanna per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti, emessa dal Tribunale di Padova e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Venezia. L’imputata, ritenendo la sentenza ingiusta per difetto di motivazione sia sulla responsabilità che sulla determinazione della pena, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione.
La Decisione della Cassazione: Analisi del Ricorso Tardivo
La Suprema Corte, tuttavia, non ha mai avuto modo di valutare le doglianze della ricorrente. L’attenzione dei giudici si è fermata su un aspetto puramente procedurale: la data di deposito dell’impugnazione. La sentenza della Corte di Appello era stata pronunciata il 27 giugno 2023. Secondo la legge, il termine per proporre ricorso era di quarantacinque giorni. L’impugnazione, invece, è stata depositata solo il 7 dicembre 2023, quasi sei mesi dopo.
Questo ritardo ha reso il ricorso irrimediabilmente tardivo. La conseguenza, come stabilito dall’art. 591, lettera c), del codice di procedura penale, è la dichiarazione di inammissibilità. Si tratta di una sanzione processuale che blocca l’azione legale sul nascere, indipendentemente dalla fondatezza dei motivi addotti.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione in modo conciso e inappellabile. Il fulcro del ragionamento giuridico risiede nell’oggettività del mancato rispetto del termine perentorio. Quando un ricorso è tardivo, la legge non lascia spazio a interpretazioni: deve essere dichiarato inammissibile senza alcuna formalità di rito, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Ciò significa che il collegio giudicante non procede nemmeno alla discussione in camera di consiglio o in udienza pubblica per valutare i motivi del ricorso. La questione si chiude con una presa d’atto formale della tardività, che assorbe e annulla ogni altra valutazione.
Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche
La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze significative per chi la subisce. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva, con tutte le relative conseguenze penali. In secondo luogo, scatta una sanzione economica. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle Ammende. In questo caso, la somma è stata quantificata in quattromila euro. Questa ordinanza ribadisce un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto e i loro assistiti: nel labirinto delle procedure legali, il tempo non è una variabile negoziabile, ma un requisito di validità la cui inosservanza può costare molto cara.
Cosa succede se un ricorso viene depositato oltre il termine stabilito dalla legge?
Il ricorso viene considerato tardivo e, di conseguenza, la Corte lo dichiara inammissibile. Questo impedisce ai giudici di esaminare i motivi dell’impugnazione, indipendentemente dalla loro potenziale fondatezza.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende. Nel caso specifico analizzato, tale somma è stata fissata in quattromila euro.
La Corte di Cassazione ha valutato i motivi del ricorso relativi alla presunta carenza di motivazione della sentenza?
No. La tardività del ricorso ha comportato una dichiarazione di inammissibilità senza formalità di rito. Questo significa che la Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, poiché l’ostacolo procedurale del ritardo ha precluso qualsiasi ulteriore esame.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33776 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33776 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 10/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a DOLO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/06/2023 della CORTE APPELLO di VENEZIA
i dato avviso alle parti; I-
– udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
1.COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza in epigrafe con la quale la Corte di Appello di Venezia ha confermato la decisione del Tribunale di Padova che l’aveva riconosciuta colpevole del reato di cui agli artt. 110 cod.pen., 73 commi 1 1 bis letta) e 6 dPR 309/90 e l’aveva condannata alla pena di giustizia
La ricorrente deduce difetto motivazionale in punto di accertamento della responsabilità e di dosimetria della pena.
Il ricorso è tardivo in quanto avrebbe dovuto essere proposto nel termine di quarantacinque giorni a decorrere dalla scadenza del termine indicato in sentenza, pronunciata in data 27 giugno 2023, mentre l’impugnazione è stata depositata in data 7 dicembre 2023 e quindi tardivamente, di talchè deve essere dichiarata la inammissibilità della stessa ai sensi dell’art.591 lett.c) e 610 comma V b cod.proc.pen. senza formalità di rito.
Alla pronuncia di inammissibilità consegue la condanna della ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE Ammende, ai sensi del’art.616 cod. proc.pen., non ricorrendo ipotesi di esonero per assenza di colpa.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della RAGIONE_SOCIALE Ammende.
Così deciso in Roma il 10 luglio 2024
Il consigliere estensore
il Prjiente