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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero contro una sentenza di assoluzione per bancarotta fraudolenta. La decisione si fonda sul fatto che il ricorso è stato presentato ben oltre il termine perentorio di 15 giorni, configurandosi così come un ricorso tardivo e precludendo ogni esame nel merito.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità per Mancato Rispetto dei Termini

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e stabilità ai rapporti giuridici. Un ricorso tardivo non è una mera disattenzione, ma un errore procedurale che può compromettere irrimediabilmente l’esito di un’azione legale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la tardività di un’impugnazione porti a una declaratoria di inammissibilità, impedendo qualsiasi discussione sul merito della questione.

I Fatti del Procedimento

Il caso trae origine da una sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Sassari nei confronti di due imputati accusati del reato di bancarotta fraudolenta, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il Pubblico Ministero presso lo stesso tribunale, non condividendo la decisione, decideva di presentare ricorso per Cassazione.

La sentenza di primo grado era stata pronunciata il 9 novembre 2023, con motivazione contestuale, ovvero depositata insieme al dispositivo. Il ricorso della Procura, tuttavia, veniva presentato soltanto il 29 dicembre 2023.

La Decisione sul Ricorso Tardivo della Cassazione

La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi, ha rilevato d’ufficio la tardività del ricorso. I giudici hanno applicato le precise norme procedurali che regolano i termini per le impugnazioni. Essendo la sentenza stata pronunciata con motivazione contestuale, il termine per proporre ricorso era di 15 giorni.

Facendo un semplice calcolo, il termine ultimo per impugnare scadeva il 24 novembre 2023. Il ricorso, depositato il 29 dicembre 2023, risultava quindi depositato ben oltre un mese dopo la scadenza. Questa constatazione ha portato la Corte a una sola, inevitabile conclusione: dichiarare il ricorso inammissibile senza nemmeno entrare nel merito delle doglianze sollevate dal Pubblico Ministero.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza è lapidaria e si fonda su un’analisi puramente procedurale. La Corte di Cassazione ha evidenziato che la legge stabilisce termini perentori per le impugnazioni, la cui violazione comporta la sanzione dell’inammissibilità. In questo caso specifico:

1. Decorrenza del termine: Poiché la sentenza impugnata era stata emessa con motivazione contestuale, il termine di 15 giorni per l’impugnazione ha iniziato a decorrere dallo stesso giorno della pronuncia, ovvero il 9 novembre 2023.
2. Scadenza del termine: Il quindicesimo giorno successivo era il 24 novembre 2023.
3. Data di presentazione: Il ricorso è stato depositato il 29 dicembre 2023, manifestamente dopo la scadenza del termine.

Di fronte a questa evidenza, la Corte ha applicato l’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che consente di dichiarare l’inammissibilità del ricorso “senza formalità di procedura” quando questa è palese, come nel caso di un ricorso tardivo. La decisione, quindi, non si basa sulla fondatezza o meno delle argomentazioni dell’accusa, ma esclusivamente sul mancato rispetto di una regola fondamentale del processo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel diritto, la forma è sostanza. Il mancato rispetto dei termini procedurali ha conseguenze definitive e non sanabili. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una gestione attenta e precisa delle scadenze processuali. Per i cittadini, è la conferma che la giustizia opera secondo regole precise, la cui osservanza è essenziale per poter vedere tutelati i propri diritti. Un diritto, per quanto fondato, non può essere fatto valere se lo strumento processuale per esercitarlo viene utilizzato al di fuori dei tempi stabiliti dalla legge.

Da quando decorre il termine per impugnare una sentenza con motivazione contestuale?
Il termine per l’impugnazione decorre dallo stesso giorno in cui la sentenza viene pronunciata in udienza.

Qual è la conseguenza di un ricorso tardivo?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso, il che significa che l’organo giudicante non esaminerà le ragioni di merito dell’impugnazione e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

Quanto tempo aveva il Pubblico Ministero per presentare il ricorso in questo caso?
In base al provvedimento, il Pubblico Ministero aveva un termine di 15 giorni per presentare il ricorso, poiché la sentenza era stata emessa con motivazione contestuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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