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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia penale perché presentato oltre i termini di legge. L’analisi del caso evidenzia come il mancato rispetto delle scadenze processuali, configurando un ricorso tardivo, precluda l’esame nel merito della vicenda e comporti la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Guida alla Dichiarazione di Inammissibilità e alle Sue Conseguenze

Nel labirinto delle procedure legali, il rispetto dei termini è una regola aurea. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile che presentare un ricorso tardivo non è un semplice errore formale, ma una scelta che può chiudere definitivamente le porte della giustizia, a prescindere dalla fondatezza delle proprie ragioni. Analizziamo insieme una vicenda che illustra perfettamente questo principio fondamentale.

Il Contesto del Caso: Un Appello Oltre i Termini

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. L’imputato, ritenuto colpevole di un reato in materia fiscale, decide di giocare la sua ultima carta, proponendo ricorso per cassazione. Nel suo atto, solleva diverse questioni, tra cui vizi di motivazione della sentenza impugnata e l’erronea applicazione di norme tributarie.

Tuttavia, prima ancora di poter analizzare le argomentazioni difensive, la Suprema Corte si è trovata di fronte a un ostacolo insormontabile: la tempistica del ricorso.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, con una sintetica ma lapidaria ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il motivo non risiede nella debolezza degli argomenti proposti, ma in un dato puramente cronologico. La sentenza della Corte d’Appello era stata depositata il 22 novembre 2022. Secondo le norme procedurali, il termine ultimo per presentare l’impugnazione scadeva il 13 marzo 2023.

L’atto di ricorso, invece, è stato depositato a mezzo Posta Elettronica Certificata (PEC) soltanto il 25 aprile 2023, ben oltre un mese dopo la scadenza. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la perentorietà dei termini. Le scadenze per le impugnazioni non sono indicative, ma rigide e il loro mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di esercitare l’azione. La tardività del ricorso ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se le doglianze dell’imputato fossero fondate o meno.

La Corte ha quindi applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte può imporre il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri che l’inammissibilità sia dovuta a cause non imputabili al ricorrente stesso (assenza di colpa). Nel caso di specie, non essendo emersi elementi che potessero giustificare il ritardo, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una somma equitativamente fissata in 3.000,00 Euro.

Conclusioni: L’Importanza del Rispettare le Scadenze Processuali

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque affronti un procedimento giudiziario. Dimostra che la sostanza di un caso può essere completamente vanificata da un errore procedurale. Un ricorso tardivo equivale a un’occasione persa, con l’aggravante di dover sostenere ulteriori costi. La diligenza nel rispettare le scadenze è, pertanto, un elemento non secondario, ma essenziale per la tutela efficace dei propri diritti. La forma, nel diritto, è spesso sostanza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
La Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, in quanto si tratta di un ricorso tardivo. Ciò impedisce qualsiasi esame nel merito delle questioni sollevate.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per tardività?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 Euro.

La Corte esamina i motivi del ricorso se questo è presentato in ritardo?
No, la tardività è una questione pregiudiziale. Se il ricorso è tardivo, la Corte non procede all’esame dei motivi e delle argomentazioni, dichiarandolo immediatamente inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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