Ricorso Tardivo: Le Conseguenze di un Appello Fuori Termine
Nel diritto processuale penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre le scadenze fissate dalla legge, è destinato a un esito infausto: l’inammissibilità. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza di queste tempistiche perentorie, confermando che la diligenza procedurale non è un mero formalismo, ma un requisito essenziale per la tutela dei diritti.
La Vicenda Processuale in Analisi
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Bari, che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di furto. La sentenza di secondo grado era stata pronunciata in udienza il 15 dicembre 2022, con la Corte che si era riservata un termine di 30 giorni per il deposito delle motivazioni, come previsto dall’articolo 544, comma 3, del codice di procedura penale.
Le motivazioni venivano depositate tempestivamente. Da quel momento, iniziavano a decorrere i termini per presentare l’eventuale ricorso per cassazione.
Il Ricorso Tardivo e la Decisione della Cassazione
La difesa dell’imputato presentava ricorso per cassazione in data 14 marzo 2023. Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato che tale data era successiva alla scadenza del termine ultimo per l’impugnazione. Il calcolo è preciso: il termine di 30 giorni per il deposito delle motivazioni scadeva il 14 gennaio 2023. Da questa data, secondo l’articolo 585, comma 1, lettera c) e comma 2, lettera c) del codice di procedura penale, decorreva il termine di 45 giorni per proporre ricorso. Tale termine scadeva, quindi, il 1 marzo 2023. Poiché il ricorso è stato presentato il 14 marzo 2023, risultava irrimediabilmente tardivo.
Le Motivazioni Giuridiche della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione di inammissibilità su una rigorosa applicazione delle norme procedurali. In primo luogo, ha chiarito il meccanismo di calcolo dei termini, confermando che il termine per impugnare decorre dalla scadenza del termine fissato per il deposito della motivazione. In secondo luogo, ha specificato che al caso di specie non si applicava la proroga di 15 giorni prevista dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. per il difensore di un imputato assente, poiché la norma si applica solo alle sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022. La sentenza in questione era precedente a tale data.
Di fronte a un ricorso tardivo, la legge non lascia margini di discrezionalità. L’inammissibilità è la conseguenza diretta e inevitabile. La Corte ha inoltre applicato l’articolo 610, comma 5-bis, c.p.p., che consente di dichiarare l’inammissibilità senza le formalità di un’udienza pubblica, accelerando la definizione del procedimento. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di impugnazione inammissibile.
Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: i termini processuali sono perentori e il loro mancato rispetto comporta conseguenze gravi. La presentazione di un ricorso tardivo non solo preclude ogni possibilità di esame nel merito delle proprie ragioni, ma comporta anche un onere economico significativo per il ricorrente. La decisione serve da monito sull’importanza della massima diligenza e precisione da parte dei difensori nel monitorare le scadenze processuali, la cui violazione può vanificare l’intero percorso difensivo e cristallizzare una condanna che, altrimenti, si sarebbe potuta contestare.
Cosa succede se un ricorso per cassazione in materia penale viene depositato in ritardo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte di Cassazione non entra nel merito della questione e non valuta i motivi dell’impugnazione. La sentenza impugnata diventa definitiva.
Come si calcola il termine per presentare ricorso?
Nel caso esaminato, la Corte d’Appello aveva 30 giorni per depositare le motivazioni. Il termine di 45 giorni per il ricorso è iniziato a decorrere dalla scadenza di quei 30 giorni, come stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso tardivo?
Oltre a vedersi respingere l’impugnazione, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a quattromila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26104 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26104 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SAN SEVERO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/12/2022 della CORTE APPELLO di BARI
“Uno avviso alle udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato NOME ricorre, per il tramite del proprio difensore, avverso la sentenz con cui la Corte di appello di Bari ne ha confermato la condanna per il reato di furto;
Ritenuto che il ricorso è tardivo, in quanto:
la sentenza impugnata è stata pronunciata il 15 dicembre 2022, con l’assegnazione, ex art. 544, comma 3, cod. proc. pen., del termine di 30 giorni per il deposito della motivazione
la sentenza è stata depositata tempestivamente; quindi, dalla scadenza del suddetto termine (art. 585, comma 2, lettera e, cod. proc. pen.), cioè dal 14 gennaio 2023, decorre il termine 45 giorni (art. 585, comma 1, lettera c) per proporre impugnazione;
detto termine è decorso il 01 marzo 2023, non si aggiungono infatti 15 giorni pe l’impugnazione del difensore dell’imputato assente, ex art. 585, comma 1-bis, cod. proc. pen., perché si tratta di sentenza pronunciata prima del 30 dicembre 2022;
il ricorso per cassazione è stato presentato soltanto il 14 marzo 2023;
Rilevato pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, che tale causa d inammissibilità va dichiarata senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610 comma 5-b cod. proc. pen. e che e consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.