LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per furto. La decisione si fonda sulla tardività dell’impugnazione, presentata oltre il termine perentorio di 45 giorni previsto dalla legge. Di conseguenza, l’appellante è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro. Il caso sottolinea l’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali nel sistema penale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Le Conseguenze di un Appello Fuori Termine

Nel diritto processuale penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre le scadenze fissate dalla legge, è destinato a un esito infausto: l’inammissibilità. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza di queste tempistiche perentorie, confermando che la diligenza procedurale non è un mero formalismo, ma un requisito essenziale per la tutela dei diritti.

La Vicenda Processuale in Analisi

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Bari, che aveva confermato la condanna di un individuo per il reato di furto. La sentenza di secondo grado era stata pronunciata in udienza il 15 dicembre 2022, con la Corte che si era riservata un termine di 30 giorni per il deposito delle motivazioni, come previsto dall’articolo 544, comma 3, del codice di procedura penale.

Le motivazioni venivano depositate tempestivamente. Da quel momento, iniziavano a decorrere i termini per presentare l’eventuale ricorso per cassazione.

Il Ricorso Tardivo e la Decisione della Cassazione

La difesa dell’imputato presentava ricorso per cassazione in data 14 marzo 2023. Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato che tale data era successiva alla scadenza del termine ultimo per l’impugnazione. Il calcolo è preciso: il termine di 30 giorni per il deposito delle motivazioni scadeva il 14 gennaio 2023. Da questa data, secondo l’articolo 585, comma 1, lettera c) e comma 2, lettera c) del codice di procedura penale, decorreva il termine di 45 giorni per proporre ricorso. Tale termine scadeva, quindi, il 1 marzo 2023. Poiché il ricorso è stato presentato il 14 marzo 2023, risultava irrimediabilmente tardivo.

Le Motivazioni Giuridiche della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione di inammissibilità su una rigorosa applicazione delle norme procedurali. In primo luogo, ha chiarito il meccanismo di calcolo dei termini, confermando che il termine per impugnare decorre dalla scadenza del termine fissato per il deposito della motivazione. In secondo luogo, ha specificato che al caso di specie non si applicava la proroga di 15 giorni prevista dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. per il difensore di un imputato assente, poiché la norma si applica solo alle sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022. La sentenza in questione era precedente a tale data.

Di fronte a un ricorso tardivo, la legge non lascia margini di discrezionalità. L’inammissibilità è la conseguenza diretta e inevitabile. La Corte ha inoltre applicato l’articolo 610, comma 5-bis, c.p.p., che consente di dichiarare l’inammissibilità senza le formalità di un’udienza pubblica, accelerando la definizione del procedimento. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di impugnazione inammissibile.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: i termini processuali sono perentori e il loro mancato rispetto comporta conseguenze gravi. La presentazione di un ricorso tardivo non solo preclude ogni possibilità di esame nel merito delle proprie ragioni, ma comporta anche un onere economico significativo per il ricorrente. La decisione serve da monito sull’importanza della massima diligenza e precisione da parte dei difensori nel monitorare le scadenze processuali, la cui violazione può vanificare l’intero percorso difensivo e cristallizzare una condanna che, altrimenti, si sarebbe potuta contestare.

Cosa succede se un ricorso per cassazione in materia penale viene depositato in ritardo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte di Cassazione non entra nel merito della questione e non valuta i motivi dell’impugnazione. La sentenza impugnata diventa definitiva.

Come si calcola il termine per presentare ricorso?
Nel caso esaminato, la Corte d’Appello aveva 30 giorni per depositare le motivazioni. Il termine di 45 giorni per il ricorso è iniziato a decorrere dalla scadenza di quei 30 giorni, come stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso tardivo?
Oltre a vedersi respingere l’impugnazione, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati