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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale poiché tardivo. La decisione chiarisce che, in caso di deposito tardivo delle motivazioni della sentenza impugnata, il termine per proporre ricorso decorre dalla data di notifica della stessa. Il mancato rispetto di questo termine perentorio ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile, senza possibilità di esame nel merito.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità

Nel labirinto delle norme procedurali, il rispetto dei termini è un principio cardine. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina le conseguenze fatali di un ricorso tardivo, confermando che la giustizia non attende chi arriva in ritardo. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come il calcolo dei giorni possa determinare l’esito di un intero procedimento, a prescindere dalle ragioni di merito.

Il Contesto Processuale

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’appello di Brescia, che aveva dichiarato la nullità di una precedente decisione del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Bergamo. Quest’ultima aveva assolto tre imputati per “assoluta mancanza di motivazione”.

Insoddisfatto della decisione della Corte d’appello, che aveva annullato la sentenza ma non si era pronunciata nel merito come richiesto dall’accusa, il Procuratore Generale presso la stessa Corte decideva di impugnare tale provvedimento, portando il caso davanti alla Suprema Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, con la procedura semplificata de plano, ha troncato sul nascere le aspirazioni del Procuratore Generale. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile in quanto tardivo. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dall’accusa, ma si ferma a un controllo preliminare di natura puramente procedurale: il rispetto dei termini.

Le Motivazioni: Il Calcolo Implacabile dei Termini

La Corte ha ricostruito con precisione chirurgica la cronologia degli eventi per dimostrare la tardività del ricorso. Questa analisi è un perfetto esempio di come funzionano i termini processuali.

1. Delibera della Sentenza Impugnata: La Corte d’appello delibera la sua decisione il 28 febbraio 2025, riservandosi 60 giorni per depositare le motivazioni.
2. Scadenza del Termine per il Deposito: Il termine di 60 giorni scadeva il 29 aprile 2025.
3. Deposito Fuori Termine: Le motivazioni vengono depositate il 30 aprile 2025, un giorno dopo la scadenza. Questo ritardo, anche se minimo, è cruciale.
4. Notifica al Procuratore: La sentenza, completa di motivazioni depositate in ritardo, viene notificata al Procuratore Generale il 6 maggio 2025.
5. Decorrenza del Termine per Impugnare: Qui si trova il cuore della decisione. La legge (art. 585 c.p.p.) stabilisce che se le motivazioni sono depositate fuori termine, il periodo per impugnare (in questo caso di 45 giorni) non inizia a decorrere dalla data del deposito, ma dalla data della notifica della sentenza alla parte.
6. Calcolo del Termine Finale: Partendo dal 6 maggio 2025, i 45 giorni a disposizione del Procuratore scadevano il 20 giugno 2025.
7. Deposito del Ricorso: Il ricorso del Procuratore Generale è stato depositato il 3 luglio 2025, quasi due settimane dopo la scadenza.

Questo semplice calcolo matematico ha reso il ricorso inesorabilmente tardivo.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

La pronuncia in esame è un monito severo sull’importanza del rispetto dei termini perentori nel processo penale. La tardività non è un vizio sanabile e impedisce al giudice di esaminare le ragioni dell’impugnazione, per quanto fondate possano essere. La decisione sottolinea una regola fondamentale: quando le motivazioni di una sentenza vengono depositate in ritardo, il dies a quo (giorno da cui) per il calcolo del termine di impugnazione si sposta al momento della notifica del provvedimento. Per gli operatori del diritto, questo significa un’attenzione maniacale al calendario e alle notifiche, poiché un solo giorno di ritardo può vanificare mesi o anni di lavoro processuale.

Quando inizia a decorrere il termine per impugnare una sentenza se i motivi vengono depositati in ritardo?
Secondo la pronuncia in esame, basata sull’art. 585, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, il termine per impugnare inizia a decorrere dalla data in cui la sentenza (depositata fuori termine) viene notificata alla parte processuale.

Qual è la conseguenza di un ricorso depositato oltre il termine stabilito dalla legge?
La conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito della questione, ma si limiterà a rigettare l’impugnazione per una violazione procedurale, rendendo definitiva la decisione impugnata.

Perché il ricorso del Procuratore Generale è stato considerato tardivo?
Il ricorso è stato considerato tardivo perché è stato depositato il 3 luglio 2025, mentre il termine perentorio di 45 giorni, calcolato a partire dalla data di notifica della sentenza (6 maggio 2025), era scaduto il 20 giugno 2025.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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