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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato oltre i termini di legge. La sentenza chiarisce che il ricorso tardivo non può essere sanato nemmeno dalla successiva notifica di una correzione di errore materiale, confermando la condanna e addebitando ai ricorrenti le spese processuali.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità dell’Appello

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Presentare un atto oltre la scadenza prevista dalla legge può avere conseguenze definitive, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un ricorso tardivo, dichiarato inammissibile dai giudici supremi, i quali hanno ribadito principi cruciali sui termini di impugnazione e sugli effetti della correzione di un errore materiale. Analizziamo la vicenda per comprendere le ragioni della decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Processo

Due individui, condannati in primo grado dal Tribunale di Firenze, vedevano la loro pena parzialmente riformata dalla Corte d’Appello della stessa città. In particolare, per uno degli imputati la pena veniva rideterminata, mentre per entrambi veniva revocata la sospensione condizionale della pena precedentemente concessa. Il difensore degli imputati decideva di presentare ricorso per cassazione avverso tale sentenza.

Tuttavia, l’atto di impugnazione veniva depositato ben oltre la scadenza fissata dalla legge, rendendolo di fatto un ricorso tardivo.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Suprema Corte, con la sentenza n. 13366 del 2024, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su una constatazione puramente procedurale: il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle Ammende. La decisione della Corte d’Appello è così divenuta definitiva.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

Le motivazioni della Corte sono chiare e si concentrano su due aspetti principali: il calcolo dei termini e l’irrilevanza della correzione di un errore materiale ai fini della riapertura degli stessi.

Il Calcolo dei Termini per l’Impugnazione

I giudici hanno meticolosamente ricostruito la cronologia processuale:
1. La sentenza della Corte d’Appello è stata emessa il 1° marzo 2022, con un termine di 60 giorni per il deposito delle motivazioni.
2. Le motivazioni sono state depositate il 26 aprile 2022, quindi nel pieno rispetto dei tempi.
3. Da questa data, è iniziato a decorrere il termine di 45 giorni per presentare ricorso per cassazione.
4. La scadenza ultima per l’impugnazione era fissata per il 14 giugno 2022.
5. Il ricorso, invece, è stato depositato solo il 21 dicembre 2022, ovvero oltre sei mesi dopo il termine ultimo.

Questo ritardo ha reso il ricorso irrimediabilmente inammissibile.

L’Irrilevanza della Correzione di Errore Materiale

Nel tentativo di giustificare il ritardo, la difesa aveva fatto riferimento alla notifica di un avviso di deposito legato a una correzione di errore materiale (la modifica del cognome di uno degli imputati). La tesi era che tale correzione avesse riaperto i termini per impugnare l’intera sentenza.

La Cassazione ha rigettato completamente questa argomentazione. Citando un proprio precedente consolidato (Sent. n. 13006/2015), la Corte ha ribadito che l’ordinanza di correzione di un errore materiale non produce l’effetto di riaprire i termini di impugnazione della sentenza corretta. L’imputato può, al massimo, proporre un ricorso specifico contro il provvedimento di correzione, ma non può utilizzare questo strumento per rimettersi in termini e contestare nel merito una sentenza per la quale i termini di appello sono già scaduti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio cardine della procedura penale: la perentorietà dei termini. La decisione sottolinea che le scadenze processuali non sono mere formalità, ma garanzie di certezza del diritto e di ragionevole durata del processo. Gli avvocati e le parti devono prestare la massima attenzione al calendario processuale, poiché un errore, come un deposito tardivo, può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni. Inoltre, la sentenza chiarisce che escamotage procedurali, come l’appigliarsi a una correzione di errore materiale, non possono sanare una negligenza così grave come la presentazione di un ricorso tardivo.

Quando un ricorso è considerato tardivo?
Un ricorso è considerato tardivo quando viene depositato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge. Nel caso specifico, il termine era di 45 giorni dal deposito delle motivazioni della sentenza d’appello, e il ricorso è stato presentato mesi dopo la scadenza.

La correzione di un errore materiale in una sentenza riapre i termini per l’impugnazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordinanza che corregge un errore materiale non riapre i termini per impugnare la sentenza nel suo complesso. È possibile impugnare solo il provvedimento di correzione stesso, ma non la decisione di merito per cui i termini sono già scaduti.

Quali sono le conseguenze di un ricorso tardivo?
La conseguenza principale è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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