Ricorso Tardivo: La Cassazione e le Conseguenze del Mancato Rispetto dei Termini
Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma veri e propri pilastri su cui si regge la certezza e la stabilità del sistema giudiziario. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile le gravi conseguenze di un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre la scadenza fissata dalla legge. Analizziamo questa ordinanza per comprendere l’importanza della tempestività e le implicazioni per chi non la rispetta.
I Fatti del Caso: Un Errore di Calcolo Fatale
La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello pronunciata il 24 febbraio 2022. Per questa decisione, la Corte aveva stabilito un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Tale deposito è avvenuto in data 12 maggio 2022.
Dal momento del deposito, la legge prevede un termine perentorio di 45 giorni per poter presentare ricorso. Facendo un semplice calcolo, questo termine scadeva il 9 luglio 2022. Tuttavia, l’atto di impugnazione è stato proposto solo il 13 luglio 2022, ovvero quattro giorni dopo la scadenza.
La Decisione della Corte: Inammissibilità per Ricorso Tardivo
La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sulla vicenda, ha agito con una procedura snella, definita de plano, data l’evidenza della questione. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle argomentazioni dell’appellante, ma si ferma a una verifica preliminare: il rispetto dei termini. Poiché il ricorso è stato presentato oltre la scadenza, è stato considerato un ricorso tardivo e, di conseguenza, irricevibile. La sanzione per questa negligenza è stata duplice: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Il Calcolo Rigoroso dei Termini Processuali
Le motivazioni della Corte sono lineari e si basano su un’applicazione matematica delle norme procedurali. Il punto di partenza (dies a quo) per il calcolo del termine di impugnazione è la data di deposito della sentenza impugnata, ovvero il 12 maggio 2022. Da quel giorno, il ricorrente aveva 45 giorni per presentare il proprio ricorso. La Corte ha semplicemente verificato che la data di scadenza (9 luglio 2022) non era stata rispettata, essendo il ricorso stato presentato solo il 13 luglio 2022. Questa tardività ha reso l’impugnazione processualmente inaccettabile, precludendo ogni possibilità di esame nel merito.
Le Conclusioni: L’Importanza della Tempestività nel Processo Penale
Questo caso sottolinea un principio fondamentale del diritto processuale: i termini sono perentori. La loro inosservanza porta alla decadenza dal diritto di compiere un determinato atto, con conseguenze irreversibili per l’esito del giudizio. La decisione di inammissibilità per ricorso tardivo non è una mera formalità, ma una garanzia di certezza del diritto e di ragionevole durata del processo. Per i cittadini e i loro difensori, questa ordinanza è un monito severo sull’importanza di monitorare con la massima diligenza le scadenze processuali, poiché un errore di pochi giorni può compromettere definitivamente l’esercizio del diritto di difesa.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era un ricorso tardivo, ovvero è stato presentato oltre il termine perentorio di 45 giorni previsto dalla legge, che scadeva il 9 luglio 2022, mentre l’atto è stato depositato il 13 luglio 2022.
Qual è il momento da cui inizia a decorrere il termine per l’impugnazione?
Il termine per presentare l’impugnazione inizia a decorrere dalla data in cui viene depositata la sentenza che si intende impugnare. In questo caso, il termine di 45 giorni è iniziato a partire dal 12 maggio 2022.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a causa del ricorso tardivo?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 12645 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 12645 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SAN SEVERO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 24/02/2022 della CORTE APPELLO di BARI
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
procedimento deciso de plano
OSSERVA
Il ricorso è inammissibile perché tardivo.
Quanto alla tempestività del ricorso, va rilevato che la sentenza d’appello è stata pronunciata il 24.2.2022 con termine fissato per il deposito di 90 giorni ed è stata depositata il 12/05/2022. Ne consegue che il termine per impugnare pari a 45 giorni scadeva il 9.7.2022, mentre l’impugnazione risulta proposta il 13.7.2022 Il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 alla cassa delle ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché al versamento, in favore della Cassa delle ammende, della somma di 3.000,00 euro
Roma 19/12/2023
Il Consigliere estensore
NOME COGNOME
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