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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un appello per ricorso tardivo. La decisione chiarisce come calcolare i termini per l’impugnazione, specificando che il termine di 30 giorni decorre dalla data prevista per il deposito della motivazione della sentenza, anche se questa viene depositata prima.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione ribadisce i termini perentori per l’impugnazione

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza di calcolare correttamente le scadenze per le impugnazioni, pena la dichiarazione di inammissibilità. Il caso in esame riguarda un ricorso tardivo avverso una sentenza della Corte di Appello, fornendo un chiaro monito sulla necessità di una gestione attenta delle tempistiche legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Roma che, pur dichiarando estinto per prescrizione il reato contestato a un imputato, è stata da quest’ultimo impugnata. La sentenza di secondo grado era stata emessa l’8 maggio 2024 a seguito di un procedimento con rito cartolare, e il suo dispositivo era stato notificato nella stessa data.

Il giudice d’appello si era riservato un termine di 15 giorni per il deposito delle motivazioni, come previsto dall’art. 544, comma 2, del codice di procedura penale. Di conseguenza, il termine ultimo per il deposito della motivazione era fissato per il 23 maggio 2024.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione solo il 22 luglio 2024, ben oltre i limiti temporali previsti dalla legge.

La Decisione della Corte e il calcolo del ricorso tardivo

La Suprema Corte, con una procedura semplificata de plano, ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività. La decisione si fonda su un’applicazione rigorosa delle norme che regolano i termini per l’impugnazione nel processo penale.

Il Calcolo dei Termini: Un Punto Cruciale

Il punto centrale della questione risiede nel corretto calcolo del termine per proporre ricorso. La legge stabilisce che il termine per impugnare è di 30 giorni. La domanda è: da quando inizia a decorrere questo termine?

La Cassazione ha chiarito che, anche se la motivazione della sentenza viene depositata in anticipo, il termine di 30 giorni per l’impugnazione inizia a decorrere dalla data prevista per il deposito, non da quella effettiva. Nel caso specifico:

1. Data della sentenza: 8 maggio 2024.
2. Termine per il deposito motivazioni: 15 giorni.
3. Data prevista per il deposito: 23 maggio 2024.
4. Inizio decorrenza termine per ricorso: Dal 23 maggio 2024.
5. Scadenza termine per ricorso (30 giorni): 22 giugno 2024.

L’imputato, avendo depositato il ricorso il 22 luglio 2024, lo ha fatto circa un mese dopo la scadenza, rendendo inevitabile la dichiarazione di ricorso tardivo.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono puramente procedurali e si basano su una stretta interpretazione degli articoli 585 e 544 del codice di procedura penale. La Corte ha rilevato che la tardività del ricorso è una causa di inammissibilità che impedisce qualsiasi esame del merito della questione. Il mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dalla legge non consente alternative alla dichiarazione di inammissibilità. Questa severità garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi, evitando che le pendenze giudiziarie si protraggano a tempo indeterminato.

La decisione di procedere de plano, senza udienza, sottolinea l’evidenza della violazione procedurale, che non necessitava di ulteriori approfondimenti o discussioni tra le parti. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso palesemente inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante promemoria per tutti gli operatori del diritto. La gestione delle scadenze processuali è un’attività che non ammette distrazioni o errori di calcolo. La pronuncia della Cassazione conferma che i termini per l’impugnazione sono perentori e che il loro calcolo deve seguire regole precise, indipendentemente dalla data effettiva in cui la motivazione di una sentenza viene resa disponibile. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti legali diligenti e attenti, poiché un errore procedurale, come un ricorso tardivo, può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni in giudizio.

Da quando inizia a decorrere il termine di 30 giorni per presentare ricorso?
Secondo l’ordinanza, il termine di 30 giorni per il deposito del ricorso decorre dalla data prevista per il deposito della motivazione della sentenza, anche se questa viene depositata in anticipo rispetto a tale scadenza.

Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre i termini stabiliti dalla legge?
Se un ricorso viene depositato oltre la scadenza perentoria, viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito della questione e l’impugnazione non avrà alcun effetto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per tardività?
La parte che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata fissata in quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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