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Ricorso tardivo: quando è inammissibile l’appello?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da una parte civile a causa del mancato rispetto dei termini processuali. La sentenza impugnata era stata emessa il 28 giugno 2024, ma il ricorso è stato depositato solo il 29 luglio 2024, ben oltre il termine perentorio di quindici giorni. A seguito della dichiarazione di inammissibilità per ricorso tardivo, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: L’Inesorabilità dei Termini Processuali

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. Un ricorso tardivo può vanificare le ragioni più fondate, trasformando una potenziale vittoria in una sconfitta certa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, dichiarando inammissibile l’impugnazione di una parte civile proprio per il mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dal codice di procedura penale. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere l’importanza della diligenza e della precisione nel contenzioso legale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da una parte civile avverso una sentenza della Corte di Appello di Salerno. Quest’ultima aveva dichiarato inammissibile, per difetto di interesse, un gravame proposto dalla stessa parte civile contro un proscioglimento per ne bis in idem emesso in primo grado. Gli imputati erano stati accusati del reato previsto dall’art. 610 del codice penale.

La parte civile, non condividendo la decisione della Corte territoriale, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Cassazione per ottenere l’annullamento della sentenza d’appello.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della questione, ha fermato il procedimento sul nascere. L’analisi dei giudici si è concentrata esclusivamente su un aspetto preliminare e dirimente: la tempestività del ricorso.

La sentenza della Corte d’Appello era stata pronunciata il 28 giugno 2024, con motivazione contestuale. Secondo la legge, il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni. Tale termine scadeva, quindi, sabato 13 luglio 2024. Tuttavia, il ricorso per cassazione è stato depositato in cancelleria solo il 29 luglio 2024, oltre due settimane dopo la scadenza.

Di fronte a questa evidenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività, senza la necessità di ulteriori formalità procedurali, applicando l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte sono lineari e si basano su un dato oggettivo e incontrovertibile: il superamento del termine perentorio per l’impugnazione. I termini processuali sono stabiliti a pena di decadenza per garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi. Il loro mancato rispetto non ammette sanatorie, salvo casi eccezionali non ravvisabili nella fattispecie.

La Corte ha semplicemente rilevato il dato cronologico: la sentenza impugnata era del 28 giugno, il termine di quindici giorni scadeva il 13 luglio e il deposito è avvenuto il 29 luglio. Questo semplice calcolo matematico ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile. La decisione evidenzia come il rispetto delle scadenze sia un presupposto indispensabile per poter accedere alla giustizia e far valere le proprie ragioni.

Le Conclusioni

La decisione in esame è un monito severo sull’importanza del rispetto rigoroso dei termini processuali. Un errore, una svista o un ritardo possono precludere definitivamente la possibilità di ottenere una revisione della decisione, indipendentemente dalla fondatezza delle proprie argomentazioni. Per la parte ricorrente, le conseguenze non sono state solo la conferma della decisione sfavorevole, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro a favore della Cassa delle ammende. Questo caso sottolinea la necessità per i cittadini e i loro difensori di agire con la massima diligenza e attenzione per evitare che diritti e pretese vengano irrimediabilmente persi per questioni puramente procedurali.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tardivo, ovvero è stato presentato dopo la scadenza del termine perentorio di quindici giorni previsto dalla legge per l’impugnazione.

Qual era il termine esatto per presentare il ricorso in questo caso?
La sentenza impugnata è stata emessa il 28 giugno 2024. Il termine di quindici giorni per l’impugnazione scadeva sabato 13 luglio 2024.

Quali sono state le conseguenze economiche per la parte che ha presentato il ricorso tardivo?
La parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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