Ricorso Tardivo: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità per Mancato Rispetto dei Termini
Nel mondo del diritto processuale, i termini sono pilastri fondamentali che garantiscono certezza e ordine. La presentazione di un ricorso tardivo può avere conseguenze definitive, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Questo provvedimento ribadisce un principio cruciale: il mancato rispetto delle scadenze procedurali comporta l’inammissibilità dell’impugnazione, chiudendo di fatto la porta a un ulteriore esame del merito della questione.
I Fatti del Caso: un Errore di Calcolo Fatale
Il caso in esame ha origine da una sentenza della Corte d’appello di Napoli, emessa il 25 novembre 2022. La Corte aveva stabilito un termine di sessanta giorni per il deposito delle motivazioni della sua decisione. Le motivazioni sono state tempestivamente depositate, e da quel momento ha iniziato a decorrere un nuovo termine, questa volta a carico della parte che intendeva impugnare la sentenza.
Nello specifico, la legge prevede un termine di 45 giorni per presentare ricorso in Cassazione. Calcolando a partire dalla data di deposito della motivazione (24 gennaio 2023), la scadenza ultima per l’impugnazione era fissata per il 10 marzo 2023.
Tuttavia, il ricorso è stato depositato solo il 24 marzo 2023, ben oltre il limite consentito. Questo ritardo ha innescato l’applicazione delle rigide norme procedurali sulla tempestività degli atti.
La Decisione della Corte sul Ricorso Tardivo
La Corte di Cassazione, con una procedura snella e senza l’osservanza di particolari formalità, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’applicazione combinata degli articoli 585 e 544 del codice di procedura penale, che disciplinano i termini per le impugnazioni.
La Suprema Corte ha semplicemente constatato il dato oggettivo: il superamento del termine perentorio di 45 giorni ha reso l’impugnazione irricevibile, precludendo ogni possibilità di discutere le ragioni di merito che la sostenevano.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni dell’ordinanza sono lapidarie e si concentrano esclusivamente sull’aspetto procedurale. La Cassazione ha evidenziato che i termini per impugnare sono stabiliti a pena di inammissibilità e non ammettono deroghe, salvo casi eccezionali non ravvisabili nella fattispecie. Il calcolo è stato chiaro e inequivocabile: la data di scadenza era il 10 marzo 2023, mentre il deposito è avvenuto il 24 marzo 2023. Di fronte a un ricorso tardivo, il giudice non ha altra scelta che dichiararne l’inammissibilità, senza entrare nel merito dei motivi proposti. Questa decisione sottolinea come la diligenza nel rispetto delle scadenze sia un dovere imprescindibile per le parti processuali e i loro difensori.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Monito
Le implicazioni di questa ordinanza sono severe per il ricorrente. Oltre a vedere il suo ricorso respinto senza esame, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo caso funge da potente monito per tutti gli operatori del diritto sull’importanza cruciale della gestione dei termini processuali. Un errore di calcolo o una negligenza nel deposito degli atti può compromettere irrimediabilmente l’esito di un giudizio, con significative conseguenze economiche per l’assistito.
Qual è il termine per presentare ricorso in Cassazione dopo il deposito della motivazione della sentenza d’appello?
Secondo la normativa applicata in questo caso (art. 585 c.p.p.), il termine per il deposito del ricorso era di 45 giorni, decorrenti dalla data in cui è stata depositata la motivazione della sentenza impugnata.
Cosa succede se un ricorso viene depositato oltre la scadenza prevista dalla legge?
Se un ricorso viene depositato oltre il termine perentorio, viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito delle questioni sollevate e la decisione impugnata diventerà definitiva.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a causa del ricorso tardivo?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 1191 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 6 Num. 1191 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da
COGNOME NOMECOGNOME nato a Trentola Ducenta il 10.03.1952
avverso la sentenza del 25/11/2022 emessa dalla Corte d’appello di Napoli;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso deve ricorso deve essere dichiarato inammissibile con procedura l’osservanza di formalità, ai sensi dell’art. 610 cod. proc. pen. in relazione agli ar 1, lett. b) e 544, comma 2, cod. proc. pen., perché tardivo. Ed invero, il ricorso è sta in data 24/03/2023 a fronte di sentenza emessa il 25/11/2022 che prevedeva il deposi motivazione nel termine di giorni sessanta. La sentenza è stata tempestivamente depo dalla data del previsto deposito – cioè 24/01/2023 – decorreva il termine di 45 g deposito del ricorso, che scadeva in data 10/03/2023. Il ricorso è stato, invece, d data 24/03/2023.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condan ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in fav Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese pro della somma di euro tremila in favore della Cassa delle amm nde. Così deciso il 4 dicembre 2023 Il Consigliere estensore COGNOME9> Presidente