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Ricorso tardivo: quando è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso perché depositato oltre il termine di 15 giorni. Questo caso evidenzia l’importanza del rispetto dei termini per impugnare, confermando che un ricorso tardivo non può essere esaminato nel merito, anche se le motivazioni fossero fondate.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione ribadisce la Regola dei Termini Perentori

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto dei termini processuali non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità degli atti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere fatale presentare un ricorso tardivo, anche quando si ritiene di avere tutte le ragioni. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le dinamiche e le conseguenze del mancato rispetto delle scadenze legali.

I Fatti del Caso: dall’Appello Inammissibile al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da una condanna in primo grado emessa dal Tribunale per reati fallimentari. L’imputato, tramite il suo legale, propone appello. Tuttavia, la Corte d’appello dichiara l’impugnazione inammissibile. La ragione? La mancata allegazione all’atto di appello della dichiarazione o elezione di domicilio dell’imputato, un requisito previsto dall’art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale.

Contro questa decisione, l’imputato presenta ricorso alla Corte di Cassazione. Nel suo unico motivo di ricorso, sostiene che la Corte d’appello avrebbe errato, poiché l’elezione di domicilio presso lo studio del difensore era già avvenuta nel corso del primo grado e, inoltre, era stata esplicitamente menzionata nell’atto di appello stesso.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Tardivo

Nonostante le argomentazioni presentate, la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile. La sorpresa è che la Corte non entra nemmeno nel merito della questione sollevata dall’imputato (la presunta errata applicazione dell’art. 581 c.p.p.). Il motivo della decisione è un altro, preliminare e insuperabile: il ricorso tardivo.

La Suprema Corte, infatti, rileva d’ufficio che l’impugnazione è stata presentata oltre i termini di legge. Questo aspetto procedurale prevale su qualsiasi altra valutazione di merito, chiudendo di fatto la porta a ogni ulteriore discussione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il ragionamento della Corte di Cassazione si basa su una rigida applicazione delle norme procedurali che regolano i termini per le impugnazioni. Vediamo i passaggi chiave:

1. Individuazione del Termine: L’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale stabilisce un termine di quindici giorni per impugnare i provvedimenti emessi a seguito di un procedimento in camera di consiglio, come l’ordinanza della Corte d’appello in questo caso.
2. Decorrenza del Termine: Lo stesso articolo, al comma 2, lett. b), precisa che il termine decorre dalla notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento.
3. Calcolo Concreto: Nel caso specifico, l’ordinanza impugnata è stata emessa il 30 maggio 2024 e notificata al difensore di fiducia il 31 maggio 2024. Il termine di quindici giorni scadeva, quindi, il 15 giugno 2024.
4. Deposito Fuori Termine: Il ricorso per cassazione è stato depositato presso la cancelleria della Corte d’appello solo il 4 luglio 2024, ben oltre la scadenza.

La tardività del deposito ha reso il ricorso irricevibile, obbligando i giudici a dichiararne l’inammissibilità senza poter esaminare le ragioni del ricorrente.

Le Conclusioni: l’Importanza del Rispetto dei Termini

Questa sentenza è un monito fondamentale sull’importanza inderogabile dei termini processuali. Anche se un ricorrente avesse le migliori argomentazioni legali, il mancato rispetto di una scadenza procedurale può vanificare l’intera azione giudiziaria. La Corte ha applicato il principio secondo cui la verifica della tempestività di un’impugnazione è un controllo preliminare che, se ha esito negativo, assorbe e rende superfluo qualsiasi altro esame. Per l’imputato, la conseguenza è la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, oltre alla definitività del provvedimento impugnato.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro un’ordinanza emessa in camera di consiglio?
Secondo l’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale, il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per l’impugnazione?
Il termine di quindici giorni inizia a decorrere dalla data di notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento al difensore.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Se il ricorso viene depositato oltre il termine stabilito dalla legge, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, anche d’ufficio, senza esaminare i motivi del ricorso. Il ricorrente viene inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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