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Ricorso tardivo: quando è inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso tardivo presentato oltre il termine di legge. L’ordinanza analizza il calcolo dei termini per l’impugnazione, confermando che la presentazione avvenuta due giorni dopo la scadenza determina l’inammissibilità e la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione ribadisce la perentorietà dei termini

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma veri e propri pilastri che garantiscono la certezza e la celerità dei procedimenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza di queste scadenze, dichiarando inammissibile un ricorso tardivo presentato appena due giorni dopo il termine ultimo. Questo caso sottolinea l’importanza di un calcolo meticoloso dei termini per l’impugnazione, specialmente in ambito penale.

I Fatti del Caso: un Errore di Calcolo Fatale

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello emessa in data 7 settembre 2023. Per il deposito delle motivazioni di tale sentenza, era stato fissato un termine di 90 giorni. A partire dalla scadenza di questo termine, la difesa dell’imputato aveva a disposizione 45 giorni per presentare ricorso per Cassazione. A questo periodo, tuttavia, si dovevano aggiungere ulteriori 15 giorni, come previsto dalla legge in caso di assenza dell’imputato nel precedente grado di giudizio.
Sulla base di questo calcolo, il termine ultimo per proporre ricorso scadeva il 5 febbraio 2024. Ciononostante, l’atto di impugnazione è stato depositato solo il 7 febbraio 2024, ovvero due giorni dopo la scadenza.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha adottato una procedura semplificata, cosiddetta de plano, prevista dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. Questa modalità è riservata ai casi in cui l’inammissibilità del ricorso appare manifesta, come nel caso di un ricorso tardivo.
Senza entrare nel merito delle questioni sollevate dalla difesa, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: il Rigoroso Calcolo dei Termini

La motivazione della Corte è stata lineare e fondata su un principio cardine della procedura penale: la perentorietà dei termini. I giudici hanno semplicemente verificato il calcolo delle scadenze. La sentenza impugnata era del 7 settembre 2023 e il termine per il deposito delle motivazioni era di 90 giorni. Da quel momento decorreva il termine per l’impugnazione di 45 giorni, a cui si aggiungevano 15 giorni per l’assenza dell’imputato. Il totale portava la scadenza inderogabilmente al 5 febbraio 2024. Essendo il ricorso stato depositato il 7 febbraio, risultava irrimediabilmente tardivo. La Corte ha inoltre richiamato la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000) per giustificare l’imposizione della sanzione pecuniaria, sottolineando che chi propone un ricorso inammissibile non può ritenersi esente da colpa.

Le Conclusioni: Conseguenze e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per tutti gli operatori del diritto: i termini processuali sono invalicabili. Un ritardo, anche minimo, può precludere l’accesso a un grado di giudizio e comportare significative conseguenze economiche. Il caso evidenzia come la diligenza nel calcolo delle scadenze sia un dovere imprescindibile per la difesa tecnica. La decisione conferma che non vi è spazio per tolleranza o proroghe di fronte a una scadenza perentoria violata, rendendo l’esito del ricorso tardivo una sua inevitabile declaratoria di inammissibilità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato tardivamente. Il termine ultimo per il deposito era il 5 febbraio 2024, mentre l’atto è stato depositato il 7 febbraio 2024.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso tardivo in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Come è stato calcolato il termine per presentare ricorso?
Il termine è stato calcolato partendo dalla scadenza dei 90 giorni concessi per il deposito della motivazione della sentenza d’appello. A quel punto sono stati sommati i 45 giorni previsti per l’impugnazione più ulteriori 15 giorni, in quanto l’imputato era assente nel precedente giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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