Ricorso tardivo: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità e le sanzioni
Nel processo penale, il rispetto dei termini per le impugnazioni è un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre la scadenza prevista dalla legge, non può essere esaminato nel merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo conferma, chiarendo le gravi conseguenze per il ricorrente, inclusa la condanna a spese e sanzioni pecuniarie.
I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Termine
Il caso in esame ha origine da una sentenza della Corte d’appello di Ancona, emessa il 19 settembre 2024, che confermava la responsabilità penale di un imputato. La Corte aveva stabilito un termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. Nonostante ciò, il difensore dell’imputato presentava ricorso per cassazione solamente il 19 marzo 2025.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Tardivo
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si basa su una constatazione puramente procedurale: il mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dal Codice di procedura penale.
Secondo l’art. 585, comma 1, lett. c) del codice di rito, il termine per l’impugnazione era scaduto il 3 febbraio 2025. La presentazione dell’atto quasi un mese e mezzo dopo tale data ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, irricevibile.
Le Sanzioni per la Presentazione di un Ricorso Tardivo
In applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, all’inammissibilità del ricorso sono seguite importanti conseguenze economiche per l’imputato. La Corte ha infatti condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva è stata giustificata dalla presenza di “profili di colpa” nella determinazione della causa di inammissibilità, ravvisando una negligenza nella tardiva presentazione del ricorso.
Le Motivazioni della Sentenza
Le motivazioni della Corte sono lineari e si fondano sul principio di perentorietà dei termini processuali. Il legislatore stabilisce scadenze precise per garantire che i processi giungano a una conclusione definitiva in tempi ragionevoli. Un ricorso tardivo viola questa esigenza fondamentale. La Corte non ha alcuna discrezionalità nel valutare un ricorso presentato oltre i termini: l’inammissibilità è una conseguenza automatica e inevitabile. La condanna alla sanzione pecuniaria, inoltre, funge da deterrente contro la proposizione di impugnazioni negligenti che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale per tutti gli operatori del diritto: la massima attenzione ai termini processuali. Per i cittadini, sottolinea l’importanza di affidarsi a professionisti diligenti e scrupolosi. Un errore procedurale, come il mancato rispetto di una scadenza, può precludere ogni possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito, con conseguenze definitive e talvolta onerose. La decisione serve da monito: nel processo penale, il tempo è un fattore non negoziabile.
Qual è la conseguenza principale di un ricorso tardivo?
La conseguenza principale è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questo significa che il giudice non esaminerà il contenuto dell’impugnazione (il merito), ma la respingerà per una violazione delle regole procedurali.
Quali sanzioni economiche sono previste in caso di ricorso inammissibile per colpa?
In caso di inammissibilità del ricorso determinata da colpa, come nel caso di un ricorso tardivo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata fissata a 3.000 euro.
Perché il ricorso presentato il 19 marzo 2025 è stato considerato tardivo?
Il ricorso è stato considerato tardivo perché il termine ultimo per la sua presentazione, calcolato in base all’art. 585 del codice di procedura penale, era scaduto il 3 febbraio 2025. La presentazione avvenuta oltre un mese dopo tale scadenza ne ha determinato l’inammissibilità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 30896 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 2 Num. 30896 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME NOME nato a Terni il 11/08/1976 avverso la sentenza del 19/09/2024 della Corte d’appello di Ancona; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1 La Corte di appello di Ancona confermava la responsabilità di NOME COGNOME con sentenza pronunciata il 19 settembre 2024; il termine per la redazione della motivazione veniva indicato in giorni novanta.
Il difensore di NOME COGNOME proponeva ricorso per cassazione il 19 marzo 2025.
Il ricorso è inammissibile in quanto tardivo; lo stesso risulta infatti proposto il 19 marzo 2025, oltre il termine di legge, che, ai sensi dell’art. 585, comma 1, lett. c) cod. proc. pen., è scaduto il 3 febbraio 2025.
All’inammissibilità de l ricorso segue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento nonché, ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, al pagamento in favore della Cassa delle ammende della somma di euro tremila, così equitativamente fissata.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle
spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il giorno 10 settembre 2025.