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Ricorso tardivo mandato arresto europeo: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una sentenza di consegna basata su un mandato di arresto europeo, poiché presentato oltre il termine perentorio di cinque giorni. La sentenza sottolinea il rigore imposto dalla riforma del 2021 per accelerare le procedure di cooperazione giudiziaria europea, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo per Mandato di Arresto Europeo: la Cassazione Conferma il Rigore sui Termini

Nel contesto della cooperazione giudiziaria europea, il rispetto dei termini processuali è fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso tardivo per un mandato di arresto europeo e mettendo in luce le stringenti tempistiche introdotte dalla legislazione recente. Questa decisione serve da monito sull’importanza della tempestività nelle procedure di consegna tra Stati membri.

Il Contesto del Caso: Consegna e Impugnazione

La vicenda ha origine dalla decisione di una Corte d’Appello che ordinava la consegna di un cittadino rumeno allo Stato richiedente, la Romania. La richiesta era basata su un mandato di arresto europeo esecutivo, emesso in relazione a una sentenza di condanna irrevocabile a due anni di reclusione per i reati di falso e guida senza patente reiterata.

Il difensore del condannato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due principali motivi di doglianza:
1. Violazione di legge per mancata acquisizione della sentenza di condanna: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello non avesse acquisito il provvedimento di condanna rumeno, necessario a verificare la doppia incriminabilità, dato che la guida senza patente non è più reato in Italia.
2. Violazione delle norme sulle condizioni di detenzione: Si lamentava l’omessa verifica delle condizioni di detenzione in Romania e il fatto che la consegna fosse stata disposta nonostante le condizioni di salute dell’interessato, ritenute incompatibili con il regime carcerario rumeno.

Le Motivazioni della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso Tardivo

La Suprema Corte ha deciso di non entrare nel merito dei motivi sollevati, dichiarando il ricorso inammissibile per un vizio preliminare e assorbente: la tardività. Il punto centrale della motivazione risiede nell’analisi dei termini per l’impugnazione in materia di mandato di arresto europeo.

La Riforma del 2021 e i Nuovi Termini Perentori

La Corte ha evidenziato come il Decreto Legislativo n. 10 del 2021 abbia introdotto una significativa riduzione dei termini processuali rispetto alla precedente disciplina (Legge n. 69 del 2005), con l’obiettivo di accelerare le procedure di consegna. In particolare, l’articolo 18 di tale decreto stabilisce che il ricorso per cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello deve essere proposto entro cinque giorni dalla conoscenza legale del provvedimento.

Nel caso di specie, la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa l’11 luglio 2024, con lettura del dispositivo e della motivazione in udienza, alla presenza delle parti. L’impugnazione, invece, era stata depositata solo il 19 luglio 2024, ben oltre il termine di cinque giorni.

Questo ritardo ha reso il ricorso irrimediabilmente tardivo e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha sottolineato che il rispetto di questo termine ristretto è un requisito fondamentale per la validità dell’impugnazione.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente, come previsto dalla legge:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso non ammissibile.

Conclusioni: L’Importanza della Tempestività nelle Procedure Europee

Questa pronuncia della Corte di Cassazione riafferma la centralità del principio di celerità nel sistema del mandato di arresto europeo. La riforma del 2021 ha imposto termini perentori e ridotti proprio per garantire che le procedure di consegna tra Stati membri siano rapide ed efficaci. La decisione di inammissibilità per un ricorso tardivo per un mandato di arresto europeo evidenzia come i vizi formali, come il mancato rispetto dei termini, possano precludere l’esame nel merito delle questioni sollevate, anche se potenzialmente fondate. Per i difensori, ciò si traduce nella necessità di una vigilanza massima e di una reattività immediata per tutelare efficacemente i diritti dei propri assistiti in questo specifico e delicato settore del diritto.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro una sentenza che decide su un mandato di arresto europeo?
Secondo l’art. 18 del D.Lgs. n. 10 del 2021, il ricorso deve essere proposto entro il termine di cinque giorni dalla conoscenza legale della sentenza.

Cosa succede se il ricorso per cassazione viene presentato dopo la scadenza del termine di cinque giorni?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività. Ciò comporta che la Corte non esamina i motivi del ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché i termini per impugnare in materia di mandato di arresto europeo sono così brevi?
I termini sono stati sensibilmente ridotti dalla riforma del 2021 per rispondere all’esigenza di una complessiva accelerazione delle procedure interne di consegna, in linea con i principi di efficienza e celerità che governano il sistema di cooperazione giudiziaria nell’Unione Europea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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