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Ricorso tardivo: la Cassazione e l’inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una sentenza di patteggiamento, poiché presentato oltre il termine di legge. L’analisi del caso evidenzia come un ricorso tardivo comporti non solo il rigetto dell’istanza, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La Corte ha stabilito che, essendo la sentenza stata pubblicata mediante lettura integrale in udienza, il termine per impugnare scadeva il quindicesimo giorno successivo, rendendo l’appello presentato successivamente irricevibile.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando il Tempo è Contro di Te

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. Rispettare le scadenze procedurali non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità di qualsiasi azione legale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 27110/2024) ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso tardivo, dimostrando come un errore di tempistica possa precludere ogni possibilità di esame nel merito delle proprie ragioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona. L’imputato, accusato di reati previsti dal Codice Penale e dal Codice della Strada, aveva concordato una pena di cinque mesi di reclusione (con sospensione condizionale) e la sospensione della patente di guida per un anno e due mesi.

Successivamente, il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, contestando la legittimità della sospensione della patente. Secondo la difesa, tale sanzione accessoria era stata applicata senza un esplicito accordo tra le parti e in assenza di una specifica contestazione di una delle violazioni del Codice della Strada.

La Decisione della Corte sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate dalla difesa. Gli Ermellini hanno dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è puramente procedurale: il ricorso è stato presentato fuori tempo massimo.

Dall’esame degli atti è emerso che la sentenza impugnata era stata pubblicata mediante lettura integrale durante l’udienza del 21 febbraio 2024. Il ricorso, invece, era stato depositato solo il 18 marzo 2024. Questo ritardo ha reso l’impugnazione irricevibile.

Le Motivazioni: Il Principio del Ricorso Tardivo

La motivazione della Corte si fonda su una regola cardine del nostro ordinamento processuale penale, sancita dall’art. 585, comma 1, lett. a), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che il termine per proporre impugnazione è di quindici giorni, decorrenti dalla data in cui la sentenza e le sue motivazioni vengono lette contestualmente in udienza.

Nel caso specifico, essendo la sentenza stata letta il 21 febbraio 2024, il termine ultimo per presentare ricorso scadeva improrogabilmente il 7 marzo 2024. Il deposito avvenuto il 18 marzo ha quindi configurato un ricorso tardivo, una causa di inammissibilità prevista espressamente dall’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale. La Corte non ha avuto altra scelta che dichiarare l’inammissibilità dell’appello, senza poter valutare le doglianze della difesa.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte ha condannato il ricorrente al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione pecuniaria.

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel processo penale, la forma è sostanza. Il rispetto dei termini perentori è un presupposto imprescindibile per l’esercizio del diritto di difesa. Un ricorso tardivo non solo impedisce al giudice di esaminare le ragioni dell’appellante, ma comporta anche significative sanzioni economiche, rendendo vana l’intera strategia difensiva.

Qual è il termine per impugnare una sentenza le cui motivazioni sono lette in udienza?
Il termine per proporre impugnazione, secondo l’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale, è di quindici giorni che decorrono dalla data dell’udienza in cui la sentenza e le sue motivazioni sono state lette integralmente.

Cosa accade se un ricorso viene depositato oltre la scadenza prevista dalla legge?
Se il ricorso viene presentato dopo il termine perentorio, viene considerato un ricorso tardivo. Di conseguenza, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, viene dichiarato inammissibile e il giudice non può esaminarne il merito.

Quali sono le sanzioni per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso dichiarato inammissibile è condannata, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali. Inoltre, può essere condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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