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Ricorso tardivo ingiusta detenzione: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la riparazione da ingiusta detenzione a causa della sua presentazione tardiva. Il ricorso è stato depositato oltre il termine perentorio di quindici giorni dalla notifica dell’ordinanza impugnata, rendendolo un ricorso tardivo per ingiusta detenzione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo Ingiusta Detenzione: Quando i Termini Fanno la Differenza

Nel mondo del diritto, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un ritardo, anche minimo, può avere conseguenze drastiche, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un ricorso tardivo per ingiusta detenzione, dichiarato inammissibile proprio per il mancato rispetto delle scadenze procedurali. Questo provvedimento sottolinea come la forma e la tempistica siano tanto importanti quanto la sostanza di una richiesta.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione presentata da un individuo che riteneva di aver subito una privazione della libertà personale senza giusta causa. La Corte d’Appello di Milano, tuttavia, aveva rigettato tale richiesta con un’ordinanza emessa il 9 aprile 2024. L’ordinanza è stata poi depositata e notificata al ricorrente il 6 agosto 2024.

Insoddisfatto della decisione, l’interessato ha deciso di impugnare l’ordinanza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il ricorso, però, è stato depositato solo il 27 settembre 2024.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, senza entrare nel merito della questione (cioè senza valutare se la detenzione fosse stata effettivamente ingiusta), ha emesso una decisione netta: il ricorso è inammissibile. La pronuncia si basa interamente su una questione procedurale, ovvero la tardività dell’impugnazione.

Le Motivazioni: il Principio della Tempestività del Ricorso

La Corte ha fondato la sua decisione sull’analisi dei termini perentori stabiliti dal codice di procedura penale. La legge, in particolare l’articolo 585, stabilisce che il ricorso per cassazione contro le ordinanze emesse in camera di consiglio, come quelle in materia di ingiusta detenzione, deve essere proposto entro quindici giorni dalla notificazione del provvedimento.

Nel caso specifico, l’ordinanza della Corte d’Appello era stata notificata il 6 agosto 2024. Il termine ultimo per presentare ricorso scadeva quindi quindici giorni dopo. Il deposito del ricorso, avvenuto il 27 settembre 2024, è stato effettuato ben oltre questo limite temporale. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo per ingiusta detenzione e, di conseguenza, processualmente irricevibile.

La Corte ha specificato che la tardività è una causa di inammissibilità che impedisce al giudice di esaminare le ragioni dell’appellante, indipendentemente dalla loro fondatezza. Il rispetto dei termini non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità dell’atto.

Le Conclusioni: Conseguenze di un Ricorso Tardivo per Ingiusta Detenzione

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la decisione della Corte d’Appello che negava la riparazione è diventata definitiva, precludendo ogni ulteriore possibilità di ottenere un indennizzo in quella sede.

In secondo luogo, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Oltre a ciò, è stata inflitta una sanzione pecuniaria di quattromila euro da versare alla cassa delle ammende. La Corte ha ritenuto tale somma equa, considerando la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità. Questo caso serve da monito sull’importanza cruciale di affidarsi a una difesa tecnica attenta e scrupolosa nel rispettare ogni scadenza processuale, poiché un errore formale può vanificare anche le ragioni più solide.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro un’ordinanza in materia di ingiusta detenzione?
Il termine per presentare ricorso per cassazione è di quindici giorni, che decorrono dalla notificazione dell’avviso di deposito dell’ordinanza stessa, come stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale.

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato il 27 settembre 2024, ben oltre il termine di quindici giorni dalla notifica dell’ordinanza impugnata, avvenuta il 6 agosto 2024. La sua presentazione è stata quindi ritenuta intempestiva (tardiva).

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata fissata in euro quattromila.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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