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Ricorso tardivo: inammissibilità e termini perentori

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso perché presentato tardivamente, oltre il termine di 45 giorni fissato dalla sentenza di appello. La Corte ha specificato che la successiva notifica dell’estratto contumaciale all’imputato non comparso non ha l’effetto di riaprire i termini per l’impugnazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Guida Pratica ai Termini di Impugnazione Penale

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e stabilità alle decisioni giudiziarie. La presentazione di un ricorso tardivo può avere conseguenze definitive, come l’inammissibilità dell’impugnazione, precludendo ogni ulteriore esame del merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle rigide regole che governano questa materia.

Il Caso in Esame: Un’Impugnazione Fuori Tempo Massimo

I fatti alla base della decisione sono semplici ma emblematici. Un imputato, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello il 12 dicembre 2022, aveva a disposizione un termine di 45 giorni per proporre ricorso per Cassazione. La scadenza ultima per tale adempimento era fissata al 26 aprile 2023.

Tuttavia, il ricorso veniva depositato solo il 15 maggio 2023, ben oltre il limite temporale consentito dalla legge. La difesa tentava di giustificare il ritardo facendo leva su una successiva notifica dell’estratto contumaciale, avvenuta l’11 aprile 2023, e sulla proclamata astensione dalle udienze da parte degli avvocati.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che il termine per impugnare decorreva dalla data della sentenza di appello e che il ricorso tardivo non poteva essere sanato da eventi successivi. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

L’Irrilevanza dell’Astensione degli Avvocati

Un punto interessante chiarito dalla Corte riguarda l’astensione degli avvocati. I giudici hanno specificato che, nel caso di specie, si procedeva con un rito camerale semplificato (de plano), che non prevede un’udienza di discussione orale. In tali contesti, l’astensione proclamata dalla categoria forense non ha alcun effetto sulla trattazione del ricorso né sui termini processuali.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore della motivazione risiede nel principio della perentorietà dei termini processuali. La Corte ha ribadito che il termine per impugnare una sentenza è fissato dalla legge e la sua scadenza determina la decadenza dal diritto di proporre l’impugnazione.

I giudici hanno chiarito un aspetto fondamentale: la notifica dell’estratto contumaciale all’imputato che non era comparso in appello non costituisce un atto idoneo a far decorrere un nuovo termine per l’impugnazione. Il termine originario, fissato in 45 giorni dalla sentenza, era già scaduto e non poteva essere ‘riaperto’. Questa notifica ha una funzione informativa, ma non processuale ai fini della riapertura dei termini di impugnazione. La tardività, una volta verificatasi, cristallizza la situazione e rende l’atto inammissibile.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza cruciale di monitorare e rispettare scrupolosamente le scadenze processuali. Un errore nel calcolo dei termini, come nel caso di un ricorso tardivo, può vanificare ogni strategia difensiva e rendere definitiva una sentenza sfavorevole, senza possibilità di un ulteriore esame nel merito. La decisione sottolinea che le norme procedurali non sono meri formalismi, ma strumenti essenziali per garantire l’ordine e la certezza del diritto, e che le eccezioni alla loro applicazione sono interpretate in modo molto restrittivo.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato tardivo?
Un ricorso è considerato tardivo quando viene depositato dopo la scadenza del termine perentorio stabilito dalla legge, che nel caso di specie era di 45 giorni dalla data della sentenza impugnata.

La notifica dell’estratto contumaciale a un imputato non comparso riapre i termini per l’impugnazione?
No. Secondo la Corte, la notifica successiva dell’estratto contumaciale all’imputato assente non ha l’effetto di far decorrere un nuovo termine per l’impugnazione, il quale rimane ancorato alla data della sentenza.

L’astensione degli avvocati (sciopero) ha effetto sui termini in un procedimento senza udienza pubblica?
No. La Corte ha stabilito che l’astensione degli avvocati è irrilevante in procedimenti che si svolgono con rito ‘de plano’ (basato sugli atti scritti, senza udienza orale), poiché tale astensione non incide sullo svolgimento del procedimento stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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