Ricorso Tardivo: Quando il Tempo è Giudice Supremo
Nel labirinto delle procedure legali, il rispetto dei termini è un principio cardine, una regola non negoziabile la cui violazione può avere conseguenze definitive. Un esempio lampante ci viene offerto da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha messo in luce le drastiche conseguenze di un ricorso tardivo. Questa decisione ribadisce come la tempestività non sia un mero formalismo, ma un requisito essenziale per la validità di un’azione legale, la cui inosservanza preclude ogni possibilità di esame nel merito della questione.
I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Oltre i Termini
Il caso in esame riguarda un imputato che ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. La sentenza di secondo grado era stata pronunciata il 21 febbraio 2023, con un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni, scadente il 22 maggio 2023. La cancelleria aveva depositato le motivazioni ben prima della scadenza, il 24 marzo 2023.
Da quel momento, la difesa aveva a disposizione un termine perentorio per presentare il proprio ricorso per cassazione. La Corte ha calcolato che tale termine scadeva, al più tardi, il 21 luglio 2023. Tuttavia, il ricorso è stato depositato solo il 7 settembre 2023, quasi due mesi dopo la scadenza ultima.
La Decisione della Corte di Cassazione
Di fronte a questa palese violazione dei termini procedurali, la Corte di Cassazione ha agito con una procedura semplificata, nota come de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza pubblica. La decisione è stata netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Oltre alla dichiarazione di inammissibilità, che ha impedito alla Corte di valutare le ragioni dell’appellante, sono state comminate sanzioni accessorie. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Il Principio della Perentorietà dei Termini
La motivazione della Suprema Corte si fonda su un pilastro del diritto processuale: la perentorietà dei termini per le impugnazioni. I termini stabiliti dalla legge per presentare un appello o un ricorso non sono indicativi, ma tassativi. Il loro scopo è garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo, evitando che le cause rimangano indefinitamente aperte. Un ricorso tardivo è, per definizione, un atto giuridicamente inefficace perché presentato quando il diritto di impugnare si è già estinto per decorrenza dei termini.
La Corte non ha avuto bisogno di entrare nel merito delle argomentazioni difensive, poiché la verifica della tempestività del ricorso è un controllo preliminare e assorbente. L’inosservanza del termine ha costituito un vizio insanabile che ha paralizzato l’azione legale fin dal suo nascere.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Dichiarazione di Inammissibilità
Questa ordinanza serve da monito sull’importanza cruciale della diligenza e della precisione nella gestione delle scadenze processuali. Per il cittadino, ciò significa che affidarsi a un professionista attento è fondamentale, poiché un errore procedurale può vanificare anche le ragioni più fondate. Per gli avvocati, sottolinea la responsabilità di monitorare scrupolosamente i termini perentori, la cui violazione non solo compromette l’esito del giudizio ma può anche esporre a responsabilità professionali.
In conclusione, la decisione evidenzia che nel sistema giudiziario il ‘quando’ è importante quanto il ‘perché’. Un ricorso tardivo chiude la porta a qualsiasi discussione, trasformando il calendario in un giudice inflessibile.
Cosa succede se un ricorso per cassazione viene depositato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le ragioni e gli argomenti presentati, ma si ferma alla verifica del mancato rispetto del requisito procedurale della tempestività.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso tardivo viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la sanzione è stata fissata in tremila euro.
La Corte di Cassazione può decidere un ricorso senza un’udienza formale?
Sì, quando l’inammissibilità è evidente e manifesta, come nel caso di un ricorso tardivo, la Corte può decidere de plano, ovvero sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di una discussione orale in udienza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35951 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35951 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a FOGGIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/02/2023 della CORTE APPELLO di BARI
‘ -dato avViso alle parti,
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di RAGIONE_SOCIALE; ritenuto che la sentenza impugnata è stata pronunciata il 21 febbraio 2023, con termine per il deposito fissato in 90 giorni, che scadeva il 22 maggio 2023; rilevato che la sentenza è stata depositata nel termine (24 marzo 2023); rilevato che il termine per proporre ricorso per cassazione scadeva, al più tardi, il 21 luglio 2023, mentre il ricorso è stato depositato il 7 settembre 2023, sicchè deve essere dichiarato tardivo;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile de plano con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
a iii ende. Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle