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Ricorso tardivo: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sul fatto che il ricorso era tardivo, essendo stato depositato oltre il termine perentorio di legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando il Tempo Scade, la Giustizia si Ferma

Nel mondo del diritto, il tempo non è un concetto relativo. I termini processuali sono pilastri fondamentali che garantiscono certezza e ordine nello svolgimento dei procedimenti giudiziari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile le gravi conseguenze di un ricorso tardivo, una svista che può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni. Analizziamo questo caso per comprendere l’importanza cruciale del rispetto delle scadenze.

I Fatti del Caso in Analisi

La vicenda trae origine dalla decisione di un imputato di impugnare una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 27 febbraio 2023. La legge prevede termini precisi per presentare ricorso, calcolati a partire dal deposito della sentenza stessa. In questo caso, la Corte d’Appello aveva depositato le motivazioni della sua decisione entro i 45 giorni previsti, facendo così scattare il termine per l’impugnazione.

Tuttavia, il ricorso per Cassazione è stato presentato solo il 23 giugno 2023, una data successiva a quella di scadenza, fissata per il 13 giugno 2023.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ha emesso un’ordinanza per dichiarare il ricorso inammissibile. La motivazione è netta e puramente procedurale: il ricorso è stato presentato fuori tempo massimo. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Perentorietà dei Termini e le Conseguenze di un Ricorso Tardivo

Il cuore della decisione risiede nel principio della perentorietà dei termini processuali. Un termine si definisce ‘perentorio’ quando la sua inosservanza comporta la decadenza dal diritto di compiere un determinato atto. Nel contesto delle impugnazioni, il mancato rispetto dei termini è una delle cause di inammissibilità più comuni e severe.

La Corte ha semplicemente constatato che la sentenza impugnata era stata pronunciata il 27/02/2023 e depositata tempestivamente. Da quel momento, la legge stabiliva un termine ultimo per l’impugnazione, fissato al 13/06/2023. Il deposito del ricorso, avvenuto il 23/06/2023, era inesorabilmente oltre questa data. Un ricorso tardivo, per sua natura, non può essere esaminato. Il giudice non ha la discrezionalità di ‘sanare’ questo vizio; è obbligato a dichiarare l’inammissibilità dell’atto. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza diretta di questa declaratoria, volta a sanzionare l’inutile attivazione della macchina giudiziaria.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, offre una lezione fondamentale per chiunque si approcci a un procedimento legale. Le implicazioni pratiche sono chiare:

1. Nessun Esame nel Merito: Un errore sulla scadenza impedisce al giudice di valutare se le ragioni del ricorrente siano fondate o meno. La porta della giustizia, su quel grado di giudizio, si chiude ermeticamente.
2. Certezza del Diritto: La rigidità dei termini serve a garantire la certezza dei rapporti giuridici. Una volta scaduti i termini per l’impugnazione, la sentenza diventa definitiva e non più contestabile.
3. Conseguenze Economiche: Oltre a non ottenere il risultato sperato, chi presenta un ricorso inammissibile è tenuto a sostenere i costi del procedimento e a pagare una sanzione, aggravando la propria posizione.

In conclusione, la massima attenzione ai termini processuali non è un mero formalismo, ma una condizione essenziale per l’esercizio efficace del diritto di difesa.

Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre la scadenza prevista dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà il contenuto e le motivazioni dell’impugnazione, ma si limiterà a rilevarne la tardività.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo?
La persona che ha presentato il ricorso tardivo viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

Il giudice esamina il merito della questione se il ricorso è tardivo?
No. La tardività del ricorso è una questione preliminare che impedisce al giudice di procedere all’esame del merito, cioè di valutare se le ragioni presentate dal ricorrente siano fondate o meno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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