Ricorso Tardivo: Quando Scadono i Termini e Cosa Succede Dopo
Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. Un ricorso tardivo, ovvero presentato oltre le scadenze previste dalla legge, non viene esaminato nel merito e porta a conseguenze negative per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle implicazioni di una tale negligenza procedurale.
I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Termine
Il caso in esame riguarda un imputato che ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. La sentenza di secondo grado era stata emessa il 13 giugno 2023, con motivazione contestuale, ovvero le ragioni della decisione erano state rese note lo stesso giorno della pronuncia.
La legge stabilisce che, in casi come questo, il termine per impugnare la decisione è di quindici giorni. Tuttavia, il ricorso è stato presentato solo il 3 luglio 2023, ben oltre la scadenza prevista. Di conseguenza, la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi sulla tempestività dell’atto.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si è basata sulla semplice constatazione oggettiva della tardività della sua presentazione. L’inosservanza del termine perentorio di quindici giorni ha precluso ogni possibilità di esame della fondatezza dei motivi di appello.
Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Il Principio della Perentorietà dei Termini
La motivazione della Corte è lineare e si fonda su un pilastro del diritto processuale: la perentorietà dei termini. I termini per le impugnazioni sono stabiliti per garantire che i processi giungano a una conclusione definitiva in tempi ragionevoli, evitando che le sentenze restino “sospese” a tempo indeterminato. Il mancato rispetto di un termine perentorio, come quello di quindici giorni in questo caso, comporta la decadenza dal diritto di esercitare quella specifica facoltà processuale.
La Corte ha semplicemente applicato la legge, rilevando che il deposito del ricorso era avvenuto dopo la scadenza del termine legale, rendendolo così irrimediabilmente tardivo. La sanzione accessoria della condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non ha una funzione punitiva, ma serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente inammissibili che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Ricorso Tardivo
Questa ordinanza ribadisce una lezione cruciale per chiunque sia coinvolto in un procedimento legale: la massima attenzione ai termini processuali è essenziale. Le conseguenze di un ricorso tardivo sono severe: l’impossibilità di far valere le proprie ragioni nel merito e l’imposizione di sanzioni economiche. La decisione della Cassazione serve come monito sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione delle scadenze legali, la cui violazione può vanificare l’intero sforzo difensivo e rendere definitiva una sentenza sfavorevole.
Qual è il termine per presentare ricorso se la motivazione della sentenza d’appello è contestuale?
Il termine di legge per impugnare una sentenza con motivazione contestuale, come indicato nel provvedimento, è di quindici giorni dalla data della pronuncia.
Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre il termine di legge?
Se un ricorso viene presentato oltre il termine stabilito, la Corte lo dichiara inammissibile. Ciò significa che il giudice non esamina il merito della questione, ma si limita a constatare il mancato rispetto della scadenza procedurale.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile perché tardivo?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2186 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2186 Anno 2024
Presidente: COGNOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROCCABERNARDA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/06/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di NOME COGNOME;
rilevato che il ricorso è tardivo, perché proposto il 3 luglio 2023, oltre termine di legge per impugnare (quindici giorni dalla pronuncia, in data 13 giugno 2023, della sentenza di appello, con motivazione contestuale);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Il Consigliere Estensore
Così deciso in Roma, il 12/12/2023