Ricorso Tardivo in Cassazione: Analisi di un Caso di Inammissibilità
Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. La presentazione di un atto oltre i tempi previsti dalla legge può avere conseguenze drastiche, come la declaratoria di inammissibilità. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico, evidenziando come un ricorso tardivo non possa essere esaminato nel merito, con ulteriori conseguenze per il ricorrente.
I Fatti del Caso: Il Contesto Processuale
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma in data 6 dicembre 2022. In quella sede, i giudici di secondo grado si erano riservati un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni della loro decisione. Le motivazioni sono state effettivamente depositate il 23 gennaio 2023, quindi nel pieno rispetto del termine assegnato.
La parte soccombente ha successivamente proposto ricorso per cassazione, depositando l’atto in data 28 aprile 2023. Ed è proprio su questa data che si concentra l’attenzione della Suprema Corte.
La Decisione della Corte sul Ricorso Tardivo
La Corte di Cassazione, con una procedura semplificata detta de plano, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è netta e inequivocabile: l’impugnazione è stata proposta tardivamente, ovvero oltre i termini perentori stabiliti dal codice di procedura penale.
Il Calcolo dei Termini per l’Impugnazione
Il riferimento normativo chiave in questo caso è l’articolo 585, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, quando la legge prevede un termine non superiore a 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza, il termine per proporre impugnazione è di 45 giorni. Tale termine decorre non dalla data di effettivo deposito, ma dalla scadenza del termine fissato per il deposito stesso.
Nel caso specifico:
1. Udienza della Corte d’Appello: 6 dicembre 2022.
2. Termine per il deposito motivazioni: 90 giorni.
3. Scadenza del termine per il deposito: 6 marzo 2023 (90 giorni dopo il 6 dicembre 2022).
4. Inizio decorrenza termine per ricorrere: 7 marzo 2023.
5. Scadenza del termine per ricorrere: 21 aprile 2023 (45 giorni dopo il 6 marzo 2023).
L’aver depositato il ricorso il 28 aprile 2023 ha significato superare di una settimana il termine ultimo, rendendo l’atto irrimediabilmente tardivo.
Le Motivazioni
Le motivazioni della Corte sono di natura puramente processuale. I giudici hanno sottolineato come la verifica della tempestività del ricorso sia un’attività da svolgere d’ufficio, imposta dalla natura stessa della questione. Richiamando un consolidato principio delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che il mancato rispetto dei termini di impugnazione costituisce una causa di inammissibilità che impedisce qualsiasi valutazione sul merito delle doglianze sollevate. Il fatto che la motivazione della sentenza d’appello sia stata depositata in anticipo (23 gennaio 2023) rispetto alla scadenza dei 90 giorni è irrilevante ai fini del calcolo del termine per impugnare, il quale inizia a decorrere sempre e comunque dalla scadenza del termine massimo concesso al giudice.
Le Conclusioni
La decisione in commento è un monito sull’importanza della diligenza e della precisione nel calcolo dei termini processuali. Un ricorso tardivo non viene perdonato e comporta due conseguenze negative dirette per il proponente: primo, la preclusione della possibilità di far esaminare le proprie ragioni nel merito; secondo, la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questa pronuncia riafferma la rigidità del sistema delle impugnazioni, concepito per garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi.
Qual è il termine per presentare ricorso in Cassazione se il giudice si riserva 90 giorni per depositare la motivazione della sentenza?
Secondo l’art. 585, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, il termine per presentare impugnazione è di 45 giorni. Tale termine inizia a decorrere dalla scadenza del termine di 90 giorni concesso per il deposito della motivazione, e non dalla data dell’effettivo deposito.
Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre i termini stabiliti dalla legge?
Un ricorso presentato oltre i termini perentori viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito delle questioni sollevate e l’impugnazione viene rigettata per una ragione di rito.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo e inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata quantificata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 1494 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 6 Num. 1494 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/12/2023
ORDINANZA
Sul ricorso proposto da
NOMECOGNOME nato in Bosnia Erzegovina 1’8/11/1983
avverso la sentenza emessa il 6/12/2022 dalla Corte di appello di Roma;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi d4ricors0
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con procedura de plano, risultando dagli atti, il cui esame è imposto dalla natura processuale questione in scrutinio, qual è certamente la verifica officiosa della tempesti ricorso (argomenta da S.U., n. 42792 del 31/10/2001, Policastro, Rv. 220092 che esso è stato tardivamente proposto, essendo stato presentato il 28 aprile ossia oltre il termine di 45 giorni di cui all’art. 585, comma 1 lett. c), cod. decorrente dalla scadenza dei 90 giorni, fissati come termine per il deposit motivazione all’udienza del 6 dicembre 2022 (termine rispettato, essend motivazione della sentenza stata depositata il 23 gennaio 2023);
rilevato che alla declaratoria di inammissibilità consegue la condanna del ricorre al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle s processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 14/12/2023