Ricorso Tardivo: Quando un Giorno di Ritardo Costa Caro
Nel mondo del diritto, il tempo non è un’opinione, ma una regola ferrea. I termini processuali sono pilastri fondamentali che garantiscono certezza e ordine nello svolgimento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile le gravi conseguenze di un ricorso tardivo, dimostrando come anche un solo giorno di ritardo possa rendere vana ogni difesa nel merito e comportare significative sanzioni economiche.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una sentenza del 2005 con cui un Tribunale aveva emesso un ordine di demolizione a carico di un cittadino. Anni dopo, quest’ultimo ha avviato un “incidente di esecuzione” per chiederne la revoca. La Corte d’Appello, con un’ordinanza dell’ottobre 2023, ha respinto la richiesta. Contro questa decisione, il cittadino ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando vizi nella motivazione del provvedimento dei giudici d’appello.
La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso tardivo
La Suprema Corte, tuttavia, non è mai entrata nel vivo delle argomentazioni del ricorrente. L’analisi si è fermata a un controllo preliminare, tanto semplice quanto fatale: la data di deposito del ricorso. I giudici hanno constatato che l’ordinanza impugnata era stata notificata il 5 ottobre 2023. Di conseguenza, il termine ultimo per presentare l’impugnazione scadeva il 20 ottobre 2023. Il ricorso, però, è stato depositato il giorno successivo, il 21 ottobre 2023. Questo ritardo di appena ventiquattro ore è stato sufficiente per dichiarare il ricorso inammissibile per tardività, chiudendo definitivamente la questione senza alcuna discussione sul merito.
Le Motivazioni: La Perentorietà dei Termini Processuali
La motivazione della Corte è lapidaria e si fonda su un principio cardine della procedura penale: la perentorietà dei termini. I termini per impugnare sono stabiliti dalla legge per garantire la stabilità delle decisioni giudiziarie e non ammettono deroghe. Il loro mancato rispetto determina automaticamente l’inammissibilità dell’atto. La Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina le conseguenze dell’inammissibilità. Questa norma prevede che la parte che ha proposto un ricorso inammissibile sia condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della Cassa delle Ammende. Nel caso di specie, la sanzione è stata quantificata in tremila euro. La Corte ha inoltre precisato, citando una precedente sentenza, che la legge non fa distinzione tra le diverse cause di inammissibilità (siano esse la tardività, la manifesta infondatezza o altri vizi formali): la sanzione si applica in ogni caso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza cruciale del rispetto delle scadenze processuali. Per avvocati e cittadini, la lezione è chiara: la massima diligenza nella gestione delle tempistiche è un prerequisito essenziale per poter far valere le proprie ragioni in giudizio. Un ricorso tardivo non è un errore perdonabile, ma un vizio insanabile che preclude qualsiasi possibilità di ottenere giustizia nel merito. La decisione sottolinea inoltre che le conseguenze non sono solo procedurali, ma anche economiche, con l’imposizione di spese e sanzioni che gravano sulla parte che ha agito oltre i termini consentiti. In definitiva, nel processo, la puntualità non è una virtù, ma una necessità assoluta.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato anche un solo giorno dopo la scadenza?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività. Ciò significa che la Corte non esaminerà le ragioni e gli argomenti presentati, e la decisione impugnata diventerà definitiva, indipendentemente dalla fondatezza del ricorso stesso.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso tardivo?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle Ammende. Nel caso specifico analizzato, questa somma è stata fissata in 3.000 euro.
La sanzione economica si applica solo in caso di ricorso tardivo o anche per altre cause di inammissibilità?
La sanzione si applica per qualsiasi causa di inammissibilità. Come specificato dalla Corte, l’articolo 616 del codice di procedura penale non distingue tra i vari motivi di inammissibilità, quindi la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria è una conseguenza automatica ogni volta che un ricorso viene dichiarato inammissibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26709 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26709 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 03/10/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza del 3/10/2023, la Corte di appello di Napoli rigettava l’incidente di esecuzione con cui COGNOME NOME chiedeva la revoca dell’ordine di demolizione disposto dal Tribunale di Napoli con sentenza in data 06/12/2005.
Avverso tale sentenza – allegando vizio di legittimità – è stato proposto ricorso per cassazione, in forza del quale è stata censurata la contraddittorietà della motivazione, il travisamento del fatto e l’assenza di motivazione, essendosi limitata la Corte di appello a ritenere ininfluente il mero decorso del tempo.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è inammissibile per tardività.
Ed infatti, l’ordinanza è stata notificata il 5/10/2023, per cui il termine per impugnare scadeva il 20/10/2023, mentre il ricorso è stato depositato il 21/10/2023.
Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione per tardività consegue la condanna in favore della cassa delle ammende, in quanto l’art. 616 cod. proc. pen. non distingue tra le varie cause di inammissibilità, nè vi sono ragioni logiche idonee a giustificare una differenza di trattamento tra le ipotesi previste dall’art. 606, comma terzo, cod. proc., pen. e quelle contemplate dall’art. 591 cod. proc. pen. (Sez. 5, Sentenza n. 32954 del 23/05/2014, Mozzato, Rv. 261661 – 01).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende.
Così deciso in Roma il 19 aprile 2024.