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Ricorso tardivo: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna per un reato previsto dall’art. 256 del D.Lgs. 152/2006. La decisione si fonda sulla natura di ricorso tardivo dell’atto, presentato un giorno dopo la scadenza del termine perentorio di 45 giorni. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando un Solo Giorno di Ritardo Costa l’Intero Processo

Nel mondo della giustizia, il tempo è un fattore cruciale. Il rispetto dei termini processuali non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo netto le gravi conseguenze di un ricorso tardivo, dimostrando come anche un solo giorno di ritardo possa rendere vana un’intera difesa e comportare sanzioni economiche. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere l’importanza della diligenza e della precisione nella pratica legale.

I Fatti del Caso

Un cittadino, condannato dal Tribunale per un reato previsto dal Testo Unico Ambientale (art. 256 D.Lgs. 152/2006), decideva di contestare la sentenza proponendo ricorso per Cassazione. Nel suo atto, deduceva una violazione di legge in merito all’affermazione della sua responsabilità penale.

Tuttavia, l’esito del suo ricorso non è dipeso dal merito delle sue argomentazioni, ma da un errore procedurale: il mancato rispetto dei termini. Il termine per la presentazione del ricorso, fissato in 45 giorni a decorrere dall’11 gennaio 2019, scadeva il 25 febbraio 2019. L’atto di impugnazione, però, veniva depositato solo il giorno successivo, il 26 febbraio 2019.

La Decisione della Corte sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate, ha fermato la sua analisi sul presupposto processuale del rispetto dei termini. Gli Ermellini hanno rilevato che il deposito dell’atto oltre la data di scadenza configurava inequivocabilmente un ricorso tardivo.

Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale declaratoria ha comportato non solo la fine del processo di impugnazione, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Perentorietà dei Termini Processuali

La decisione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: la perentorietà dei termini. I termini stabiliti dalla legge per compiere un atto, come la presentazione di un ricorso, sono tassativi e non possono essere derogati. Il loro scopo è quello di assicurare la certezza dei rapporti giuridici e la ragionevole durata del processo.

Il superamento del termine, anche di un solo giorno, comporta la decadenza dal diritto di compiere l’atto. Nel caso specifico, il deposito del ricorso il 26 febbraio, anziché entro il 25, ha reso l’impugnazione irricevibile, precludendo alla Corte qualsiasi valutazione sul contenuto delle censure mosse alla sentenza di primo grado. La sanzione dell’inammissibilità è automatica e non lascia spazio a discrezionalità da parte del giudice.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Inammissibilità

L’ordinanza in esame è un severo monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle scadenze processuali. Le implicazioni pratiche di una declaratoria di inammissibilità per un ricorso tardivo sono pesanti:

1. Definitività della Condanna: La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Il ricorrente perde l’ultima occasione per far valere le proprie ragioni.
2. Sanzioni Economiche: Oltre alla condanna al pagamento delle spese del procedimento, il ricorrente viene sanzionato con il versamento di una somma alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Questo caso evidenzia come la competenza tecnica di un difensore si misuri non solo nella capacità di argomentare nel merito, ma anche e soprattutto nella meticolosa gestione degli adempimenti procedurali. Per il cittadino, la scelta di un professionista attento e diligente diventa fondamentale per non vedere vanificate le proprie possibilità di difesa a causa di errori formali.

Cosa succede se un ricorso viene presentato dopo la scadenza del termine stabilito dalla legge?
La Corte dichiara il ricorso inammissibile, il che significa che non lo esamina nel merito. La sentenza impugnata diventa così definitiva.

Qual era il termine per presentare il ricorso in questo caso specifico?
Il termine era di 45 giorni. Essendo scaduto il 25/02/2019, la presentazione avvenuta il 26/02/2019 ha reso il ricorso tardivo.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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