Ricorso Tardivo: Quando un Appello è Inammissibile e Quali Sono i Costi
Nel sistema processuale italiano, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso tardivo, sottolineando come un errore procedurale possa precludere l’esame nel merito di una questione e comportare significative sanzioni economiche. Analizziamo questo caso per comprendere le dinamiche e le implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bari nel giugno 2023. Tuttavia, la cronologia degli eventi si è rivelata fatale per l’esito dell’impugnazione. Il termine ultimo per poter validamente presentare il ricorso scadeva l’8 novembre 2023. L’atto di impugnazione, invece, veniva depositato solo il 28 dicembre 2023, quasi due mesi dopo la scadenza perentoria.
La Valutazione del Ricorso Tardivo da Parte della Cassazione
La Corte di Cassazione, una volta ricevuto il fascicolo, non ha avuto bisogno di entrare nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente. La sua analisi si è fermata a una verifica preliminare di natura puramente procedurale. I giudici hanno constatato in modo inequivocabile che il ricorso era stato presentato oltre il termine previsto dalla legge. Questa constatazione ha portato a una sola, inevitabile conclusione: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso tardivo. La Corte ha agito de plano, ovvero con una procedura semplificata senza udienza, come previsto dal codice di procedura penale per i casi di manifesta inammissibilità.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione dell’ordinanza è sintetica ma estremamente chiara, fondandosi su un principio non derogabile del diritto processuale: la perentorietà dei termini.
La Corte ha semplicemente rilevato la discrepanza tra la data di scadenza (8 novembre 2023) e la data di effettivo deposito (28 dicembre 2023). Secondo l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, quando un ricorso presenta una causa di inammissibilità così evidente, come la tardività, la Corte può deciderlo con un’ordinanza emessa in camera di consiglio, senza la necessità di una discussione orale.
Alla declaratoria di inammissibilità, la legge fa seguire automaticamente due conseguenze economiche a carico del ricorrente. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali. La seconda, in assenza di elementi che possano escludere una colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (e la tardività è un classico esempio di negligenza), è la condanna al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata quantificata in via equitativa in euro 3.000,00.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La decisione in esame ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque operi nel mondo del diritto: la massima attenzione ai termini processuali è un dovere imprescindibile. Un ricorso tardivo non viene esaminato nel merito, vanificando qualsiasi argomento, anche il più fondato. Le conseguenze non sono solo la perdita della possibilità di ottenere una revisione della decisione impugnata, ma anche un esborso economico non trascurabile. Per i cittadini, ciò significa affidarsi a professionisti diligenti e consapevoli che il rispetto delle scadenze è tanto importante quanto la preparazione di una solida difesa nel merito.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato dopo la scadenza del termine?
Se un ricorso viene presentato oltre il termine perentorio stabilito dalla legge, viene considerato un ricorso tardivo e, di conseguenza, dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non procederà all’esame delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventerà definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso tardivo?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile per tardività è condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, viene condannata a versare una somma di denaro alla cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000 euro.
La Corte di Cassazione può dichiarare un ricorso inammissibile senza un’udienza?
Sì, in base all’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale, quando la causa di inammissibilità è evidente dagli atti, come nel caso di un ricorso tardivo, la Corte può emettere una decisione ‘de plano’, cioè con una procedura semplificata in camera di consiglio senza la necessità di un’udienza pubblica di discussione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5270 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5270 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 14/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a CERIGNOLA il 25/08/1990
avverso la sentenza del 23/06/2023 della CORTE APPELLO di BARI
data-alAciao-alla-pagii CoAk ()t-Q ra uaxAst. ott p (L-O udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
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IN FATTO E IN DIRITTO
COGNOME NOMECOGNOME a mezzo del difensore, ha proposto ricorso per cassazion avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bari in data 23 giugno 2023.
Il ricorso in esame va dichiarato inammissibile perchè tardivo.
Il termine per proporre impugnazione risulta decorso in data 8 novembre 2023 e l’impugnazione risulta proposta in data 28 dicembre 2023.
1.1 La inammissibilità va rilevata e dichiarata de plano, a norma dell’art. 610 comma 5bis cod.proc.pen.. Segue alla inammissibilità del ricorso la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e , in mancanza d elementi atti ad escludere la colpa nella determinazione della causa inammissibilità, la condanna al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende che stimasi equo determinare in euro 3.000,00 .
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso in data 14 novembre 2024
Il Consigliere estensore
Il Presidente