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Ricorso tardivo: inammissibilità e condanna alle spese

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro la revoca della pena sospesa perché presentato oltre il termine di 15 giorni dalla notifica. Questo ricorso tardivo comporta la condanna del ricorrente alle spese processuali e al pagamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Guida Pratica alle Conseguenze dell’Inammissibilità

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Presentare un atto oltre la scadenza prevista dalla legge può avere conseguenze definitive, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un ricorso tardivo avverso un provvedimento di revoca della pena sospesa, dichiarato inammissibile con conseguente condanna del ricorrente a sanzioni economiche. Analizziamo la vicenda per comprendere le severe implicazioni del mancato rispetto delle tempistiche legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Vicenza, in qualità di giudice dell’esecuzione. Con tale provvedimento, datato 16 febbraio 2024, il GIP aveva disposto la revoca del beneficio della sospensione condizionale della pena concesso in precedenza a un soggetto.

Contro questa decisione, l’interessato proponeva ricorso per cassazione. Tuttavia, l’atto di impugnazione veniva depositato solo in data 20 marzo 2024.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze del ricorrente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza, data l’evidente e insuperabile criticità procedurale.

L’Importanza cruciale dei Termini Processuali

Il punto centrale della decisione risiede nella tardività dell’impugnazione. L’ordinanza del GIP era stata regolarmente notificata sia al condannato sia al suo difensore in data 21 febbraio 2024. La legge prevede un termine perentorio di quindici giorni per impugnare questo tipo di provvedimenti. Di conseguenza, il termine ultimo per presentare il ricorso scadeva nei primi giorni di marzo 2024. Avendolo presentato il 20 marzo, il ricorrente ha agito ben oltre il tempo massimo consentito.

Le Motivazioni: la Tardività come Causa di Inammissibilità

Le motivazioni della Corte sono lapidarie e si fondano su un principio cardine della procedura penale: i termini per le impugnazioni sono perentori e il loro mancato rispetto determina l’inammissibilità dell’atto. Non è possibile per il giudice esaminare le ragioni di merito se l’atto introduttivo del giudizio è viziato da una tardività così palese.

La Corte ha semplicemente constatato il superamento del termine di quindici giorni, rendendo il ricorso irricevibile. A questa declaratoria di inammissibilità, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, conseguono automaticamente due sanzioni per il ricorrente.

La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali. La seconda è il versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno ritenuto congruo determinare tale sanzione nell’importo di tremila euro, non avendo individuato elementi che potessero escludere la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un messaggio inequivocabile: la negligenza o la disattenzione nel rispettare i termini processuali ha costi molto alti. Un ricorso tardivo non solo preclude ogni possibilità di vedere esaminate le proprie ragioni nel merito, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La decisione sottolinea la responsabilità del ricorrente e del suo difensore nel monitorare attentamente le scadenze, la cui violazione trasforma un potenziale diritto in una sanzione certa. È una lezione fondamentale per chiunque si approcci a un procedimento giudiziario, evidenziando come la forma e la tempistica siano, nel diritto, sostanza.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si ferma alla verifica del mancato rispetto del requisito temporale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per tardività?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, questa sanzione è stata quantificata in 3.000 euro.

Qual era il termine per impugnare l’ordinanza in questo caso?
Il termine previsto dalla legge per impugnare l’ordinanza del giudice dell’esecuzione era di quindici giorni, decorrenti dalla data di notifica del provvedimento (21 febbraio 2024).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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