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Ricorso tardivo in Cassazione:inammissibilità e costi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna per furto e ricettazione. La decisione si fonda sul deposito tardivo dell’atto, avvenuto oltre il termine perentorio di legge. Nonostante la sospensione feriale e l’estensione prevista per l’imputato giudicato in assenza, il ricorso è risultato tardivo, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Analisi di una Causa di Inammissibilità in Cassazione

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario, garantendo certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi. Un ricorso tardivo può vanificare le ragioni di un assistito, precludendo l’esame nel merito della questione. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dal mancato rispetto di tali scadenze, anche tenendo conto di istituti come la sospensione feriale.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza della Corte di Appello di Milano. Quest’ultima, pur riformando parzialmente una precedente decisione del Tribunale, aveva confermato la condanna di un individuo per i reati di furto e ricettazione.

La sentenza di appello era stata emessa il 26 maggio 2023, con un termine di sessanta giorni per il deposito delle motivazioni. Le motivazioni sono state effettivamente depositate il 7 agosto 2023. Da quel momento, tenendo conto della sospensione feriale dei termini fino al 31 agosto, il termine per presentare il ricorso per cassazione ha iniziato a decorrere dal 1° settembre 2023. Anche considerando l’estensione del termine prevista dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. per l’imputato giudicato in assenza, la scadenza ultima era fissata per il 30 ottobre 2023. Tuttavia, il ricorso è stato depositato solo il 9 novembre 2023.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Tardivo

La Corte di Cassazione ha analizzato la cronologia degli eventi e ha concluso, senza alcuna incertezza, che il ricorso era stato presentato oltre i termini di legge. La tardività è una causa di inammissibilità che impedisce al giudice di esaminare il contenuto e le argomentazioni dell’impugnazione. La declaratoria di inammissibilità, in questi casi, è un atto dovuto che non lascia spazio a valutazioni discrezionali.

La Corte ha calcolato meticolosamente la scadenza, considerando sia la sospensione feriale (che ‘congela’ i termini dal 1° al 31 agosto) sia la proroga specifica per l’imputato assente. Nonostante queste agevolazioni, il deposito avvenuto a novembre è risultato irrimediabilmente tardivo, rendendo il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è puramente procedurale e si basa sul principio di perentorietà dei termini processuali. Questi termini sono stabiliti per garantire la certezza dei rapporti giuridici e per evitare che i processi si protraggano all’infinito. Una volta che una sentenza non viene impugnata entro la scadenza prevista, essa passa in giudicato, diventando definitiva e non più contestabile.

Il legislatore ha previsto cause di sospensione (come quella feriale) e di estensione per tutelare il diritto di difesa, ma il loro mancato rispetto comporta una sanzione processuale grave: l’inammissibilità. La Corte, nel dichiarare il ricorso inammissibile, non fa altro che applicare rigorosamente la legge, ribadendo che la diligenza nel rispetto delle scadenze è un onere imprescindibile per le parti processuali.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche per il ricorrente sono significative. La declaratoria di inammissibilità non solo rende definitiva la condanna inflitta dalla Corte di Appello, ma comporta anche ulteriori oneri economici. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende. Quest’ultima sanzione è commisurata al grado di colpa nell’aver dato causa all’inammissibilità.

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza cruciale della gestione dei tempi nel processo penale. Un errore nel calcolo dei termini può avere effetti devastanti, precludendo ogni possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice di legittimità e aggravando la posizione del condannato con ulteriori sanzioni pecuniarie.

Qual è la conseguenza principale di un ricorso presentato in ritardo?
Un ricorso presentato oltre i termini stabiliti dalla legge viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non può esaminare le ragioni e i motivi del ricorso, e la sentenza impugnata diventa definitiva.

La sospensione feriale interrompe sempre i termini per impugnare?
Sì, la sospensione feriale (dal 1° al 31 agosto) sospende il decorso dei termini per presentare un ricorso. Il calcolo del termine riprende a decorrere dal 1° settembre.

Cosa comporta, dal punto di vista economico, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Oltre al pagamento delle spese processuali, chi presenta un ricorso inammissibile viene condannato a versare una somma di denaro alla Cassa delle Ammende, il cui importo è determinato dal giudice in base al grado di colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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