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Ricorso tardivo estradizione: inammissibilità e costi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un appello contro una sentenza di estradizione a causa di un ricorso tardivo estradizione. L’impugnazione è stata depositata oltre il termine perentorio di 15 giorni, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo Estradizione: Quando la Tempistica è Tutto

Un ricorso tardivo estradizione può avere conseguenze definitive, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il rispetto dei termini processuali non è una mera formalità, ma un requisito fondamentale per la validità di qualsiasi impugnazione. La pronuncia in esame sottolinea come la tardività nella presentazione di un ricorso ne determini l’inammissibilità, precludendo ogni discussione sul merito delle questioni sollevate e comportando sanzioni economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso: La Domanda di Estradizione

Il caso ha origine da una domanda di estradizione presentata dalle autorità giudiziarie della Confederazione Svizzera nei confronti di un cittadino italiano. L’uomo era indagato nel Canton Ticino per una serie di reati gravi, tra cui truffa aggravata, appropriazione indebita e falso documentale. La Corte di appello di Milano, valutata la richiesta, aveva ritenuto sussistenti le condizioni per l’accoglimento della domanda, autorizzando di fatto la consegna del soggetto alle autorità svizzere.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la decisione della Corte di appello, la difesa dell’interessato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre principali motivi:
1. Violazione delle norme sull’estradizione: Si lamentava il pericolo di trattamenti penitenziari inumani o degradanti in Svizzera, citando presunte criticità del sistema carcerario elvetico come il sovraffollamento, la pratica dell’isolamento e la mancanza di tutela per i rapporti familiari.
2. Mancata sospensione dell’estradizione: La difesa sosteneva che l’estradizione dovesse essere sospesa in virtù della pendenza, in Italia, di un altro procedimento penale a carico del proprio assistito per fatti diversi da quelli oggetto della richiesta svizzera.
3. Vizi di motivazione: Infine, si denunciavano vizi cumulativi nella motivazione della sentenza della Corte di appello in relazione ai punti precedenti.

Le Motivazioni: La Decisione sul Ricorso Tardivo Estradizione

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito dei motivi presentati dalla difesa. L’analisi dei giudici si è fermata a un controllo preliminare di natura puramente procedurale, che si è rivelato fatale per l’esito del ricorso. La Corte ha infatti dichiarato il ricorso inammissibile perché intempestivo, ovvero depositato oltre i termini di legge.

La motivazione della sentenza è netta e si basa su un calcolo preciso dei termini processuali:
* La sentenza della Corte di appello è stata pronunciata il 30 gennaio 2024.
* La motivazione è stata depositata il 14 febbraio 2024, nel rispetto del termine di quindici giorni previsto dall’art. 544, comma 2, c.p.p.
* Secondo l’art. 585 c.p.p., il termine per proporre ricorso è di quindici giorni e decorre dalla data di scadenza del termine per il deposito della motivazione.
* Di conseguenza, il termine ultimo per impugnare scadeva il 29 febbraio 2024.

Il ricorso è stato invece depositato solo il 18 marzo 2024, ben oltre la scadenza. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo estradizione e, di conseguenza, inammissibile, impedendo alla Corte di esaminare le doglianze relative alle condizioni carcerarie svizzere o alla pendenza di altri procedimenti in Italia.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze significative. In primo luogo, la sentenza della Corte di appello che autorizzava l’estradizione è diventata definitiva. In secondo luogo, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. Infine, la Corte ha disposto anche la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, ritenendo che non vi fosse assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. Questa pronuncia ribadisce un principio cardine del diritto processuale: la perentorietà dei termini è un presidio di certezza giuridica il cui mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di esercitare un’azione o un’impugnazione.

Perché il ricorso contro la sentenza di estradizione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato oltre il termine perentorio di quindici giorni previsto dalla legge, risultando quindi tardivo (intempestivo).

Qual era il termine corretto per presentare il ricorso?
Il termine per presentare ricorso era di quindici giorni, decorrenti dalla data di scadenza del termine per il deposito della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, il termine ultimo era il 29 febbraio 2024.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile per tardività?
La persona che ha proposto il ricorso è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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