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Ricorso tardivo e rito cartolare: niente proroghe

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso tardivo avverso una condanna per bancarotta fraudolenta. La sentenza chiarisce che nel caso di un giudizio d’appello celebrato con rito cartolare, non si applica la proroga di 15 giorni per l’impugnazione prevista per i giudizi in assenza. La Corte ha sottolineato che il termine perentorio di 45 giorni per ricorrere decorre dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione, e il suo mancato rispetto comporta l’inammissibilità dell’atto.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso tardivo nel rito cartolare: la Cassazione nega la proroga dei termini

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 47193/2024, ha ribadito la rigorosa applicazione dei termini processuali, specialmente nel contesto del cosiddetto “rito cartolare”. La Corte ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso tardivo, chiarendo un punto fondamentale: la proroga di 15 giorni, prevista per l’imputato giudicato in assenza, non si estende ai procedimenti d’appello gestiti in forma scritta e non partecipata. Questa decisione serve come monito sull’importanza cruciale del rispetto delle scadenze procedurali.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un’imputata, condannata in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma per il reato di bancarotta fraudolenta documentale. La sentenza di appello era stata emessa a seguito di un procedimento celebrato con “rito cartolare”, una modalità introdotta per snellire i processi, che si basa sullo scambio di atti scritti anziché su un’udienza in presenza. La Corte d’Appello aveva fissato un termine di trenta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza.

La Questione del Ricorso Tardivo e i Termini di Impugnazione

Il cuore del problema risiedeva nel calcolo dei termini per presentare ricorso in Cassazione. Ecco la sequenza temporale:

1. Delibera della sentenza: 15 maggio 2024.
2. Termine per il deposito delle motivazioni: 30 giorni, con scadenza il 14 giugno 2024.
3. Deposito effettivo delle motivazioni: 27 maggio 2024 (quindi in anticipo).

Secondo l’articolo 585 del codice di procedura penale, il termine per proporre ricorso è di 45 giorni. Tale termine, però, non decorre dalla data del deposito effettivo, ma dalla scadenza del termine legale fissato dal giudice (il 14 giugno). Di conseguenza, il termine ultimo per l’impugnazione era il 29 luglio 2024. Tuttavia, il ricorso dell’imputata è stato depositato solo il 12 settembre 2024, risultando palesemente un ricorso tardivo.

La Decisione della Corte: Nessuna Proroga per il Rito Cartolare

La difesa ha implicitamente tentato di avvalersi della proroga di 15 giorni prevista dall’art. 585, comma 1-bis c.p.p., concessa quando l’imputato viene giudicato “in assenza”. La Cassazione ha però respinto categoricamente questa interpretazione.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha spiegato che il concetto di “giudicato in assenza” presuppone un’udienza alla quale l’imputato ha il diritto di partecipare, ma sceglie di non farlo. Il rito cartolare, invece, è per sua natura un procedimento non partecipato, che si svolge senza la fissazione di un’udienza fisica, a meno che una delle parti non ne faccia tempestiva richiesta.

Quando, come nel caso di specie, non vi è stata alcuna istanza di partecipazione, l’imputato non può essere considerato “assente” nel senso tecnico del termine. Di conseguenza, non ha diritto all’estensione del termine di 15 giorni. La Corte ha citato diversi precedenti conformi (tra cui Cass. n. 49315/2023 e n. 1585/2024), consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai chiaro. Il ricorso, presentato oltre la scadenza del 29 luglio 2024, è stato quindi correttamente giudicato fuori termine.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha due conseguenze pratiche immediate per la ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di 4.000 euro alla Cassa delle ammende. A livello più generale, l’ordinanza rafforza il principio della perentorietà dei termini processuali e chiarisce che le garanzie previste per il processo in assenza non sono automaticamente applicabili a procedure speciali come il rito cartolare. Per gli operatori del diritto, è un forte richiamo alla massima diligenza nel calcolo delle scadenze, poiché le eccezioni sono interpretate in modo restrittivo e non possono essere invocate al di fuori dei casi specificamente previsti dalla legge.

Qual è il termine per presentare ricorso in Cassazione se la sentenza d’appello indica un termine di 30 giorni per la motivazione?
Il termine per ricorrere è di 45 giorni. Questo termine inizia a decorrere non dal giorno in cui la motivazione viene effettivamente depositata, ma dal giorno in cui scade il termine concesso dal giudice per il deposito (in questo caso, il trentesimo giorno dalla deliberazione).

La proroga di 15 giorni per l’impugnazione, prevista per l’imputato ‘giudicato in assenza’, si applica anche al rito cartolare?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imputato in un processo con rito cartolare, al quale non ha chiesto di partecipare, non può essere considerato ‘giudicato in assenza’. Pertanto, non ha diritto all’estensione di 15 giorni del termine per impugnare.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso tardivo alla Corte di Cassazione?
Un ricorso presentato oltre i termini di legge viene dichiarato inammissibile. Questa dichiarazione comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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