Ricorso Tardivo nel Mandato d’Arresto Europeo: Una Sentenza Chiarificatrice
La cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea si basa su procedure snelle ed efficaci, come il Mandato d’Arresto Europeo (MAE). Tuttavia, la celerità di questi strumenti impone un rigore procedurale assoluto, dove il mancato rispetto dei termini può avere conseguenze definitive. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso tardivo presentato contro un’ordinanza di consegna, senza nemmeno entrare nel merito delle argomentazioni difensive. Analizziamo i dettagli del caso per comprendere la portata di questa decisione.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da un’ordinanza della Corte di appello di Genova, che disponeva la consegna di un cittadino alle autorità giudiziarie spagnole. La richiesta si basava su un Mandato d’Arresto Europeo emesso per l’esecuzione di una condanna a due anni di reclusione per il reato di truffa. L’interessato, pur avendo inizialmente acconsentito alla consegna, proponeva successivamente ricorso per cassazione.
Nel suo ricorso, l’uomo sollevava questioni relative all’opportunità di eseguire la pena in Italia, suo paese di residenza. Sosteneva di aver già risarcito integralmente il danno, di risiedere stabilmente sul territorio nazionale e che l’esecuzione della pena in Italia sarebbe stata più idonea a favorire il suo reinserimento sociale, come previsto dalla normativa sul MAE (art. 18-bis, legge n. 69/2005).
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Tardivo
Nonostante le argomentazioni di merito, la Corte di Cassazione ha interrotto l’esame del caso su un punto puramente procedurale. I giudici hanno rilevato che l’ordinanza della Corte d’appello era stata pronunciata e letta in udienza il 25 novembre, mentre il ricorso era stato depositato solo il 2 dicembre successivo.
La normativa di riferimento (art. 22, comma 5-bis, legge n. 69/2005) stabilisce un termine molto stringente di tre giorni per l’impugnazione di tali provvedimenti. Il superamento di questo termine perentorio ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile. La Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità con una procedura semplificata (de plano), senza alcuna valutazione delle ragioni sostanziali addotte dal ricorrente.
Le Motivazioni
La motivazione della sentenza è lapidaria e si concentra esclusivamente sulla violazione procedurale. La tardività del ricorso costituisce un vizio preliminare e insuperabile che impedisce al giudice di esaminare il merito della controversia. Questo principio, noto come ‘pregiudizialità della questione procedurale’, è fondamentale per garantire la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie.
La Corte ha sottolineato come il rispetto dei termini processuali non sia un mero formalismo, ma un requisito essenziale per la validità dell’atto di impugnazione. In un contesto come quello del Mandato d’Arresto Europeo, caratterizzato da esigenze di rapidità e cooperazione tra Stati, la perentorietà dei termini assume un’importanza ancora maggiore. La decisione della Corte d’appello era quindi diventata definitiva per il semplice decorso del tempo utile per impugnarla.
Le Conclusioni
Questa pronuncia della Cassazione è un monito sull’importanza cruciale del rigore procedurale nel diritto penale, specialmente in ambito internazionale. Anche in presenza di argomenti difensivi potenzialmente validi e meritevoli di approfondimento – come la possibilità di scontare la pena nel proprio paese per favorire il reinserimento sociale – un errore procedurale come un ricorso tardivo può vanificare ogni sforzo. La sentenza ribadisce che la forma, nel diritto, è spesso sostanza. Per il ricorrente, le conseguenze sono state la conferma dell’ordine di consegna, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.
È possibile impugnare un’ordinanza che dispone la consegna in base a un Mandato d’Arresto Europeo?
Sì, è possibile proporre ricorso per cassazione avverso l’ordinanza che decide sulla consegna, ma è fondamentale rispettare i termini perentori stabiliti dalla legge.
Qual è il termine per presentare ricorso in cassazione in questi casi?
Secondo la sentenza, che applica l’art. 22, comma 5-bis della legge n. 69 del 2005, il termine per proporre ricorso è di tre giorni dalla pronuncia o dalla comunicazione dell’ordinanza impugnata.
Cosa accade se il ricorso viene presentato oltre il termine previsto?
Se il ricorso viene presentato dopo la scadenza dei tre giorni, viene considerato tardivo. Di conseguenza, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile senza poter esaminare le ragioni di merito, e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 47704 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 6 Num. 47704 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 30/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da NOME nato in Francia il 04/04/1970
avverso l’ordinanza emessa il 26 novembre 2024 dalla Corte di appello di Genova;
visti gli atti, l’ordinanza impugnata e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con l’ordinanza impugnata la Corte di appello di Genova, acquisito il consenso alla consegna da parte di NOME COGNOME ne ha disposto la consegna all’autorità giudiziaria della Spagna, in esecuzione del mandato di arresto relativo alla esecuzione della pena di anni due di reclusione inflitta dal Tribunale di Madrid per il reato di truffa.
NOME COGNOME propone ricorso per cassazione deducendo, con un unico motivo di ricorso, vizi di violazione di legge e di motivazione in relazione all’art.
18-bis, commi 2 e 2-bis, legge n. 69 del 2005. Si rileva, in particolare, che: il ricorrente ha integralmente versato la somma dovuta a titolo di risarcimento de danno; il mandato di arresto è stato emesso prima dello spirare del termine scadenza per tale versamento, termine la cui inosservanza avrebbe potuto determinare la sospensione dell’esecuzione della pena irrogata; il ricorren risiede in Italia; la Corte territoriale ha omesso di argomentare sulle circost indicate dal comma 2-bis dell’art. 18 legge n. 69 del 2005 con particolare riferimento alla maggiore idoneità dell’esecuzione della pena sul territorio ital ai fine di favorire il reinserimento sociale del condannato.
In via preliminare, deve essere rilevata la tardività del ricorso in qu proposto dopo la scadenza del termine di tre giorni previsto dall’art. 22, comm 5-bis legge n. 69 del 2005 (il ricorso, infatti, è stato presentato il 2 di scorso mentre l’ordinanza impugnata è stata pronunciata e letta all’udienza d 25 novembre).
Il ricorso va, pertanto, dichiarato inammissibile con procedura de plano con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3.000 in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa dell ammende.
Manda alla cancelleria per le comunicazioni di cui all’art. 22, comma 5, n.69/2005.
Così deciso il 30 dicembre 2024
Il Consigliere estensoré –
Il Fsidente