Ricorso Tardivo: Quando un Errore di Tempistica Costa Caro
Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma scadenze perentorie il cui mancato rispetto può avere conseguenze definitive sull’esito di una causa. Un esempio lampante è il caso del ricorso tardivo, come emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha ribadito la severità delle norme procedurali e le relative sanzioni.
I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Termine
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello emessa il 24 maggio 2024. La cancelleria aveva depositato le motivazioni della sentenza il 20 giugno 2024, facendo scattare i termini per l’impugnazione.
La difesa dell’imputato aveva tempo fino al 7 ottobre 2024 per presentare il proprio ricorso in Cassazione. Tuttavia, l’atto di impugnazione è stato depositato solo il 16 ottobre 2024, ovvero nove giorni dopo la scadenza del termine ultimo.
La Decisione della Cassazione sul Ricorso Tardivo
Di fronte a questa palese violazione dei termini, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. La decisione è stata netta e non ha lasciato spazio a interpretazioni: un ricorso presentato oltre la scadenza fissata dalla legge non può essere esaminato nel merito. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La motivazione alla base della decisione è puramente procedurale e si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento: la perentorietà dei termini di impugnazione. La Corte ha semplicemente constatato il dato oggettivo: il termine per impugnare scadeva il 7 ottobre, mentre il deposito è avvenuto il 16 ottobre. Questo ritardo ha reso il ricorso irrimediabilmente tardivo. La condanna alla sanzione pecuniaria è stata giustificata dal fatto che, secondo i giudici, non era possibile escludere un profilo di colpa del ricorrente nella proposizione dell’appello fuori tempo massimo.
Le Conclusioni
Questa ordinanza serve da monito sull’importanza della diligenza e del rigore nella gestione delle scadenze processuali. Un errore, anche di pochi giorni, può precludere la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore, rendendo definitiva una sentenza altrimenti contestabile. Le conseguenze non sono solo procedurali, ma anche economiche: oltre a sostenere le spese legali, il ricorrente si trova a dover pagare una sanzione aggiuntiva per la negligenza dimostrata. Per i professionisti e per i cittadini, la lezione è chiara: in materia di giustizia, la puntualità non è una cortesia, ma un requisito fondamentale.
Qual è la conseguenza principale di un ricorso tardivo?
La conseguenza principale è la declaratoria di inammissibilità. Questo significa che il giudice non esaminerà nel merito le ragioni dell’appello, che viene respinto per una violazione puramente procedurale.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per tardività?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, qui fissata in 3.000 euro.
Perché il ricorrente è stato condannato anche a una sanzione pecuniaria?
La condanna alla sanzione pecuniaria è stata inflitta perché la Corte ha ritenuto che non si potessero escludere profili di colpa da parte del ricorrente nella proposizione del ricorso oltre i termini stabiliti dalla legge.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13051 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13051 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BARI il 04/04/1978
avverso la sentenza del 24/05/2024 della CORTE APPELLO di BARI
(dato avviso alle parti udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso di COGNOME NOME è tardivo atteso che a fronte di un termine di impugnazione che scadeva alla data del 7.10.2024 siccome l’atto impugnato, del 24.5.2024, è stato depositato tempestivamente il 20.6.2024 nel quadro di 61) , giorni stabiliti per il deposito, il deposito dell’impugnazione risale al 16.10.2024.
Tenuto conto che, pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della soriria di euro 3000 in favore della cassa delle ammende, non potendosi escludere prc fili di colpa nella proposizione del ricorso.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle !;pese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende
Così deciso in Roma il 14.3.2025.