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Ricorso tardivo: Cassazione e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso in materia penale a causa della sua presentazione tardiva. L’ordinanza chiarisce il calcolo dei termini per l’impugnazione, inclusa la proroga di 15 giorni in caso di assenza dell’imputato, e sottolinea come un ricorso tardivo non venga esaminato nel merito, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Le Conseguenze dell’Inosservanza dei Termini in Cassazione

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un ricorso tardivo non è un semplice ritardo, ma un errore procedurale fatale che preclude qualsiasi discussione sul merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico di come la mancata osservanza delle scadenze per l’impugnazione porti a una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio la rigidità dei termini processuali e le ragioni dietro di essa.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Roma, che aveva parzialmente riformato una condanna per reati fallimentari a carico di un imputato. La Corte territoriale aveva rideterminato la pena inflitta in primo grado per un fatto commesso nell’ottobre del 2016.

Contro questa decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo con cui lamentava un vizio di motivazione riguardo agli elementi costitutivi del reato contestato. Tuttavia, l’attenzione della Suprema Corte non si è concentrata sulla fondatezza o meno di tale motivo, ma su un aspetto puramente procedurale: la data di deposito del ricorso.

Il Calcolo Fatale: Perché il Ricorso Tardivo è Stato Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché proposto oltre i termini di legge. La spiegazione fornita nell’ordinanza è un utile ripasso delle regole sul calcolo dei termini per impugnare.

Il percorso logico-giuridico seguito dai Giudici è stato il seguente:

1. Data della Sentenza d’Appello: 10 ottobre 2023.
2. Termine per il Deposito della Sentenza: La legge prevedeva 15 giorni per il deposito delle motivazioni. La scadenza era quindi il 25 ottobre 2023, e la Corte d’Appello ha rispettato tale termine.
3. Termine Ordinario per Impugnare: Dalla data di scadenza del deposito, decorrevano i 30 giorni per presentare ricorso. La prima scadenza era quindi fissata al 24 novembre 2023.
4. Proroga per Assenza dell’Imputato: Poiché l’imputato non era presente al giudizio di appello, la legge (art. 581, comma 1-quater, c.p.p.) concede un’ulteriore proroga di 15 giorni. Questo ha spostato la scadenza definitiva al 9 dicembre 2023.

Il ricorso per cassazione, invece, è stato depositato telematicamente solo il 22 gennaio 2024, ben oltre un mese dopo la scadenza ultima. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, irricevibile.

le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è netta e si fonda su un principio basilare del diritto processuale: la perentorietà dei termini. I giudici hanno sottolineato che il mancato rispetto del termine per impugnare costituisce una causa di inammissibilità che impedisce l’esame del merito del ricorso. Non importa quanto fondate potessero essere le doglianze del ricorrente; la barriera procedurale del ritardo è insormontabile.

La Corte ha inoltre specificato di aver dichiarato l’inammissibilità con una procedura semplificata, cosiddetta de plano, prevista dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura è utilizzata quando l’inammissibilità è palese e non richiede un’udienza di discussione, proprio come nel caso di un ricorso depositato fuori termine. Alla declaratoria di inammissibilità, come da prassi, è seguita la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 4.000,00 Euro in favore della Cassa delle ammende.

le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque operi nel mondo del diritto: la massima attenzione ai termini processuali è cruciale. Un errore nel calcolo delle scadenze può vanificare un’intera strategia difensiva e rendere definitiva una sentenza di condanna, senza che si possa entrare nel vivo delle questioni legali sollevate. La decisione serve da monito sulla necessità di una gestione diligente e precisa delle scadenze, ricordando che nel processo penale la forma è, molto spesso, sostanza.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene depositato oltre il termine previsto dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina i motivi di ricorso e la sentenza impugnata diventa definitiva, senza possibilità di ulteriori appelli.

Come si calcola il termine per presentare ricorso se l’imputato era assente nel giudizio d’appello?
Al termine ordinario di 30 giorni (che decorre dalla scadenza del termine per il deposito della sentenza) si aggiunge un’ulteriore proroga di 15 giorni, come previsto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per tardività?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito discrezionalmente dalla Corte (in questo caso, è stato fissato a 4.000,00 Euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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