LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso tardivo: Cassazione dichiara l’inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione avverso una condanna per reati edilizi. La decisione si fonda unicamente sulla tardività della presentazione dell’atto, definendolo un ricorso tardivo. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, senza che il merito della loro doglianza (l’intervenuta prescrizione) potesse essere esaminato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando la Tempistica Diventa Fatale nel Processo Penale

Nel complesso mondo del diritto processuale, il rispetto dei termini non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce certezza e ordine. Un ricorso tardivo può vanificare anche le ragioni più solide, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il provvedimento in esame offre un chiaro esempio di come la mancata osservanza delle scadenze procedurali conduca inesorabilmente a una declaratoria di inammissibilità, precludendo ogni esame del merito della questione.

I Fatti del Caso: Un Appello per Prescrizione

Due soggetti, condannati in appello per reati edilizi, hanno presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. La loro difesa si basava su un unico e specifico motivo: la presunta violazione di legge e il vizio di motivazione della sentenza impugnata, per non aver dichiarato l’estinzione dei reati a causa dell’intervenuta prescrizione. Un argomento potenzialmente decisivo, capace, se accolto, di annullare la condanna.

Il Calcolo dei Termini: La Chiave della Decisione sul ricorso tardivo

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è mai giunta a valutare la fondatezza della questione relativa alla prescrizione. L’attenzione dei giudici si è infatti concentrata su un aspetto preliminare e assorbente: la tempestività del ricorso. L’analisi della Corte è stata meticolosa e puramente matematica:

1. Data della Sentenza d’Appello: 24/05/2023.
2. Termine per il Deposito delle Motivazioni: 90 giorni, con scadenza il 22/08/2023.
3. Data Effettiva del Deposito: 21/08/2023. Il deposito è avvenuto nei termini, ma durante il periodo di sospensione feriale dei termini processuali (1-31 agosto).
4. Decorrenza per l’Impugnazione: Per legge, quando il termine per il deposito delle motivazioni cade nel periodo feriale, il termine di 45 giorni per impugnare inizia a decorrere dal primo giorno successivo alla fine della sospensione, ovvero dal 1° settembre.
5. Scadenza Base: Il termine di 45 giorni scadeva quindi il 15/10/2023.
6. Proroga per Giudizio in Assenza: Ai sensi dell’art. 585, comma 1-bis del codice di procedura penale, essendo uno degli imputati stato giudicato in assenza, al termine base si aggiungono ulteriori 15 giorni.
7. Scadenza Finale: La data ultima per presentare un ricorso valido era il 31/10/2023.

I ricorrenti, però, avevano depositato il loro atto il 03/11/2023, ovvero tre giorni dopo la scadenza perentoria. Questo ritardo ha reso il loro ricorso tardivo e, di conseguenza, irricevibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La motivazione della Suprema Corte è lapidaria e si fonda sul principio inderogabile della perentorietà dei termini processuali. Un ricorso presentato oltre la scadenza fissata dalla legge è irrimediabilmente inammissibile. Questa sanzione processuale impedisce al giudice di scendere nel merito della controversia. In altre parole, non ha importanza se l’argomento sulla prescrizione fosse corretto o meno; la porta per discuterlo si era chiusa il 31 ottobre.

In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale e richiamando una consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000), la declaratoria di inammissibilità ha comportato due ulteriori conseguenze a carico dei ricorrenti: la condanna al pagamento delle spese del procedimento e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Tale sanzione viene irrogata quando non emergono elementi che possano giustificare il ritardo, attribuendo quindi la responsabilità della tardività alla parte che ha proposto l’impugnazione.

Conclusioni: L’Importanza Inviolabile dei Termini Processuali

Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque operi nel settore legale: nel processo, il tempo è un fattore cruciale e le scadenze non ammettono deroghe. La decisione evidenzia come un errore procedurale, quale il mancato rispetto di un termine, possa avere conseguenze definitive, precludendo la tutela di un diritto o di un interesse legittimo. Per gli operatori del diritto, ciò si traduce nella necessità di una gestione impeccabile delle scadenze e di una profonda conoscenza delle norme che regolano la tempistica processuale, inclusi i meccanismi di sospensione e proroga, per evitare esiti sfavorevoli che non dipendono dal merito della causa, ma da una semplice svista sul calendario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato in ritardo (ricorso tardivo), cioè dopo la scadenza del termine perentorio stabilito dalla legge per l’impugnazione.

Quali sono le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso?
L’inammissibilità comporta la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, dato che non sono emersi elementi per ritenerli esenti da colpa nel determinare la tardività.

Come è stato calcolato il termine per presentare ricorso in questo caso specifico?
Il termine base di 45 giorni è iniziato a decorrere dal 1° settembre, poiché la motivazione della sentenza d’appello era stata depositata durante la sospensione feriale. A questo periodo sono stati aggiunti 15 giorni extra perché l’imputato era stato giudicato in assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati