Ricorso Tardivo: la Cassazione Ribadisce la Regola dei Termini Perentori
Nel diritto processuale, il rispetto dei termini non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso tardivo, ribadendo l’inammissibilità dell’impugnazione e la condanna alle spese per il ricorrente. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale per la difesa di monitorare attentamente le scadenze procedurali.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Macerata, che aggravava la misura cautelare degli arresti domiciliari, precedentemente disposta a carico di un indagato per tentata rapina aggravata e lesioni, sostituendola con la custodia in carcere.
La difesa dell’indagato proponeva appello contro questa decisione dinanzi al Tribunale del Riesame di Ancona. Tuttavia, il tribunale confermava la decisione del GIP, rigettando l’appello con un’ordinanza emessa il 10 settembre 2024 e depositata il giorno successivo.
Contro tale provvedimento, il difensore presentava ricorso per cassazione, lamentando l’illegittimità e il vizio di motivazione dell’ordinanza del Riesame.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate dalla difesa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa ‘de plano’, ovvero senza udienza pubblica, data l’evidenza della causa di inammissibilità.
L’inammissibilità ha comportato, come previsto dalla legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: la Scadenza del Termine come Causa di un Ricorso Tardivo
Il cuore della decisione risiede interamente nella tempistica dell’impugnazione. La Corte ha applicato rigorosamente quanto disposto dall’art. 310, comma 1, del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che contro le decisioni del Tribunale del Riesame, l’imputato e il suo difensore possono proporre ricorso per cassazione “entro dieci giorni dalla comunicazione o dalla notificazione dell’avviso di deposito del provvedimento”.
Nel caso specifico, i fatti cronologici sono stati determinanti:
– Notifica del provvedimento: 13 settembre 2024.
– Scadenza del termine: Il termine di dieci giorni scadeva lunedì 23 settembre 2024.
– Deposito del ricorso: 27 settembre 2024.
Il ricorso è stato quindi depositato quattro giorni dopo la scadenza del termine perentorio. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, processualmente inammissibile. La Corte ha sottolineato che il mancato rispetto di questo termine non consente alcuna valutazione nel merito dei motivi di impugnazione, per quanto fondati possano apparire.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità
L’ordinanza in esame è un monito sull’importanza inderogabile dei termini processuali. La declaratoria di inammissibilità per tardività non solo impedisce al ricorrente di ottenere una revisione della decisione a lui sfavorevole, ma comporta anche conseguenze economiche significative.
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (come nel caso di un palese errore sul calcolo dei termini), può aggiungere una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questa vicenda, la sanzione è stata quantificata in tremila euro, a testimonianza della gravità della negligenza processuale.
Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame?
Secondo l’art. 310, comma 1, del codice di procedura penale, il termine è di dieci giorni, che decorrono dalla comunicazione o dalla notificazione dell’avviso di deposito del provvedimento.
Cosa succede se un ricorso viene depositato dopo la scadenza del termine?
Se il ricorso viene depositato oltre il termine stabilito dalla legge, viene considerato un ricorso tardivo e la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, senza poter esaminare i motivi di impugnazione.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile per tardività?
La persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 46032 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 46032 Anno 2024
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 04/02/1992
avverso l’ordinanza del 10/09/2024 del TRIBUNALE RAGIONE_SOCIALE di ANCONA
visti gli atti e letto il ricorso dell’Avv. NOME COGNOME udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ricorso trattato de plano
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con ordinanza dell’Il luglio 20240, il Gip del Tribunale di Macerata, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha aggravato con la misura cautelare della custodia in carcere quella degli arresti domiciliari disposta nei confronti di NOME COGNOME, in ordine i delitti di tentata rapina aggravata e lesioni.
Il Tribunale del riesame di Ancona, con ordinanza del 10/09/2024 (dep. 11/09/2024), ha rigettato l’appello proposto dalla difesa dell’indagato.
Avverso il suddetto provvedimento ricorre per cassazione il difensore di fiducia, il quale, dopo avere riportato i motivi dell’impugnazione cautelare e la motivazione del provvedimento del Tribunale, ne lamenta l’illegittimità ed il vizio di motivazione in relazione ai diversi profili di censura che erano stati sollevati in sede di appello che si sostiene essere stati disattesi o financo travisati.
Tanto premesso, il ricorso è inammissibile poiché tardivo.
Il ricorso per cassazione risulta, infatti, proposto il 27/09/2024, a fronte di un provvedimento che è stato notificato alla parte il 13/09/2024. A norma dell’art. 310, comma 1, cod. proc. pen., “contro le decisioni emesse a norma degli artt. 309 e 310, il pubblico ministero che ha richiesto l’applicazione della misura, l’imputato e il suo difensore possono proporre ricorso per cassazione entro dieci giorni dalla comunicazione o dalla notificazione dell’avviso di deposito del provvedimento. Il ricorso può essere proposto anche dal pubblico ministero presso il tribunale indicato nel comma 7 dell’art. 309”. L’ultimo giorno utile per presentare l’impugnazione scadeva, pertanto, lunedì 23/09/2024.
All’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., al pagamento delle spese del procedimento, nonché, ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 7 novembre 2024.