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Ricorso tardivo: Cassazione conferma inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame in materia di misure cautelari. La decisione si fonda sulla natura di ricorso tardivo, poiché depositato oltre il termine perentorio di dieci giorni previsto dalla legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione Ribadisce la Regola dei Termini Perentori

Nel diritto processuale, il rispetto dei termini non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso tardivo, ribadendo l’inammissibilità dell’impugnazione e la condanna alle spese per il ricorrente. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale per la difesa di monitorare attentamente le scadenze procedurali.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Macerata, che aggravava la misura cautelare degli arresti domiciliari, precedentemente disposta a carico di un indagato per tentata rapina aggravata e lesioni, sostituendola con la custodia in carcere.

La difesa dell’indagato proponeva appello contro questa decisione dinanzi al Tribunale del Riesame di Ancona. Tuttavia, il tribunale confermava la decisione del GIP, rigettando l’appello con un’ordinanza emessa il 10 settembre 2024 e depositata il giorno successivo.

Contro tale provvedimento, il difensore presentava ricorso per cassazione, lamentando l’illegittimità e il vizio di motivazione dell’ordinanza del Riesame.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate dalla difesa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa ‘de plano’, ovvero senza udienza pubblica, data l’evidenza della causa di inammissibilità.

L’inammissibilità ha comportato, come previsto dalla legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Scadenza del Termine come Causa di un Ricorso Tardivo

Il cuore della decisione risiede interamente nella tempistica dell’impugnazione. La Corte ha applicato rigorosamente quanto disposto dall’art. 310, comma 1, del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che contro le decisioni del Tribunale del Riesame, l’imputato e il suo difensore possono proporre ricorso per cassazione “entro dieci giorni dalla comunicazione o dalla notificazione dell’avviso di deposito del provvedimento”.

Nel caso specifico, i fatti cronologici sono stati determinanti:
Notifica del provvedimento: 13 settembre 2024.
Scadenza del termine: Il termine di dieci giorni scadeva lunedì 23 settembre 2024.
Deposito del ricorso: 27 settembre 2024.

Il ricorso è stato quindi depositato quattro giorni dopo la scadenza del termine perentorio. Questo ritardo ha reso il ricorso tardivo e, di conseguenza, processualmente inammissibile. La Corte ha sottolineato che il mancato rispetto di questo termine non consente alcuna valutazione nel merito dei motivi di impugnazione, per quanto fondati possano apparire.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

L’ordinanza in esame è un monito sull’importanza inderogabile dei termini processuali. La declaratoria di inammissibilità per tardività non solo impedisce al ricorrente di ottenere una revisione della decisione a lui sfavorevole, ma comporta anche conseguenze economiche significative.

Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (come nel caso di un palese errore sul calcolo dei termini), può aggiungere una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questa vicenda, la sanzione è stata quantificata in tremila euro, a testimonianza della gravità della negligenza processuale.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame?
Secondo l’art. 310, comma 1, del codice di procedura penale, il termine è di dieci giorni, che decorrono dalla comunicazione o dalla notificazione dell’avviso di deposito del provvedimento.

Cosa succede se un ricorso viene depositato dopo la scadenza del termine?
Se il ricorso viene depositato oltre il termine stabilito dalla legge, viene considerato un ricorso tardivo e la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, senza poter esaminare i motivi di impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile per tardività?
La persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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