Ricorso Straordinario Tardivo: L’Inammissibilità per Termini Scaduti e Difetto di Procura
L’ordinanza della Corte di Cassazione in commento offre un’importante lezione sui requisiti formali e temporali per l’accesso ai rimedi giurisdizionali. In particolare, la decisione ribadisce la natura perentoria dei termini processuali, analizzando un caso di ricorso straordinario tardivo presentato contro una precedente sentenza della stessa Corte. Questo provvedimento sottolinea come la negligenza procedurale possa precludere l’esame nel merito di una questione, con conseguenze economiche per il ricorrente.
I Fatti del Caso
Un soggetto proponeva un ricorso straordinario, ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale, per la correzione di un presunto errore di fatto contenuto in una sentenza emessa dalla Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione. La sentenza impugnata era stata depositata in cancelleria in data 8 settembre 2022. Il ricorso straordinario, tuttavia, veniva presentato solo il 23 febbraio 2024.
Il ricorso straordinario tardivo e la decisione della Corte
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sull’ammissibilità del ricorso, lo ha dichiarato inammissibile ‘de plano’, ovvero senza la necessità di un’udienza pubblica, sulla base di due vizi procedurali evidenti e insuperabili. La Corte ha rilevato non solo la tardività del ricorso, ma anche un difetto nella procura conferita al legale.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza si fonda su due pilastri argomentativi chiari e distinti, che evidenziano l’importanza del rigore formale nel processo penale.
Tardività del Ricorso: Il Rispetto del Termine Perentorio
Il motivo principale dell’inammissibilità è la violazione del termine perentorio stabilito dall’art. 625-bis, comma 2, del codice di procedura penale. La norma prevede che il ricorso straordinario per errore di fatto debba essere proposto, a pena di inammissibilità, entro centottanta giorni dalla data di deposito del provvedimento impugnato.
Nel caso di specie, essendo la sentenza stata depositata l’8 settembre 2022, il termine per ricorrere scadeva a marzo 2023. La presentazione avvenuta il 23 febbraio 2024 è risultata, quindi, ampiamente successiva alla scadenza, rendendo il ricorso straordinario tardivo e, come tale, irricevibile.
Difetto di Procura Speciale
Oltre alla tardività, la Corte ha riscontrato un secondo, autonomo motivo di inammissibilità. Il ricorso era stato presentato da un avvocato senza una specifica procura speciale per quel procedimento. La procura allegata agli atti, infatti, si riferiva a un ricorso completamente diverso, promosso contro un’altra sentenza della Corte di Cassazione. La legge richiede che, per atti di impugnazione così specifici, il mandato al difensore debba essere conferito espressamente per quel singolo giudizio, garantendo la piena consapevolezza e volontà della parte.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La Corte di Cassazione, dichiarando l’inammissibilità del ricorso, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione è motivata dalla presenza di ‘profili di colpa’ nella presentazione del ricorso, come indicato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale. La decisione serve da monito: i termini processuali e i requisiti formali, come la procura speciale, non sono mere formalità, ma presidi di garanzia e di efficienza del sistema giudiziario. La loro inosservanza comporta la chiusura definitiva di ogni possibilità di riesame della causa e l’applicazione di sanzioni pecuniarie.
Qual è il termine per proporre un ricorso straordinario per errore di fatto secondo l’art. 625-bis c.p.p.?
Secondo quanto stabilito dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, il ricorso straordinario deve essere proposto entro il termine perentorio di centottanta giorni, che decorrono dalla data di deposito del provvedimento della Corte di Cassazione che si intende impugnare.
Cosa succede se un ricorso straordinario viene presentato oltre il termine previsto?
Se il ricorso viene presentato oltre il termine di 180 giorni, esso è considerato tardivo e viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
È sufficiente una procura generica per presentare un ricorso straordinario in Cassazione?
No, non è sufficiente. Per la presentazione di un ricorso straordinario è necessaria una procura speciale, rilasciata appositamente per quello specifico procedimento. Come evidenziato nel provvedimento, l’utilizzo di una procura relativa a un altro caso costituisce un autonomo motivo di inammissibilità del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20676 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20676 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a REGGIO CALABRIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/07/2022 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA
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udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Visti gli atti.
Esaminati il ricorso ed il provvedimento impugnato.
Considerato che NOME COGNOME ha proposto ricorso ex art.625-bis cod. proc. pen. avverso la sentenza n.33145/22 pronunciata dalla Quinta sezione penale della Corte di cassazione in data 13 luglio 2022 e depositata il giorno 8 settembre 2022;
Rilevato che il ricorso straordinario è inammissibile perché tardivo, essendo stato proposto il giorno 23 febbraio 2024 e, quindi, oltre il termine di centottanta gio decorrente dalla data del deposito del provvedimento impugnato come previsto dal secondo comma del citato art.625-bis;
Considerato, inoltre, che esso è stato presentato dall’ AVV_NOTAIO senza apposita procura speciale, atteso che quella allegata al presente ricorso riguarda un differente procedimento (ricorso ex art.625-bis cod. proc. pen. avverso la sentenza n.36072/23 della Prima sezione penale della Corte di cassazione pronunciata il giorno 20 giugno 2023);
Rilevato che il ricorso deve essere, pertanto, dichiarato inammissibile, de plano, ai sensi dell’art. 610, comma 5 -bis, cod. proc. pen. e che il ricorrente deve essere condannato, in forza del disposto dell’art. 616 cod. proc. pen., al pagamento delle spese processuali e della somma, ritenuta congrua, di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, non esulando profili di colpa nella presentazione del ricorso (Corte Cost. n. 186 del 2000);
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 9 maggio 2024.