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Ricorso straordinario: quando non è errore di fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario proposto contro una precedente sentenza che aveva imposto una sanzione pecuniaria a seguito di una rinuncia non motivata all’appello. La Corte chiarisce che la valutazione sulla sanzione è un’attività giuridica e non un errore di fatto, escludendo così l’applicabilità del rimedio del ricorso straordinario.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso straordinario: quando una valutazione legale non è un errore di fatto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 22479/2025) offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione del ricorso straordinario per errore di fatto, previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale. La Corte ha stabilito che tale rimedio non può essere utilizzato per contestare una valutazione giuridica, ma solo per correggere errori percettivi nella lettura degli atti. Approfondiamo la vicenda per comprendere meglio la decisione.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dal Giudice di Pace al pagamento di una multa di 600 euro per il reato di lesioni colpose (art. 590 c.p.), aveva inizialmente proposto ricorso in Cassazione. Successivamente, prima della decisione, l’imputato rinunciava al ricorso.

La Corte di Cassazione, con una prima sentenza, dichiarava il ricorso inammissibile a causa della rinuncia. Tuttavia, condannava il ricorrente al pagamento di una sanzione di 1.000 euro in favore della Cassa delle ammende, motivando tale decisione con il fatto che la rinuncia non era supportata da specifiche motivazioni, come previsto dall’art. 616 c.p.p.

La contestazione tramite il ricorso straordinario

Ritenendo ingiusta tale condanna pecuniaria, la difesa dell’imputato proponeva un ricorso straordinario avverso la sentenza della Cassazione. La tesi difensiva sosteneva che, a seguito della rinuncia all’impugnazione, nessuna condanna economica avrebbe dovuto essere irrogata.

L’obiettivo era far passare la decisione di imporre la sanzione come un “errore di fatto” commesso dalla Corte, ovvero una svista nell’analisi della situazione processuale.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile, fornendo una spiegazione chiara e netta sulla differenza tra errore di fatto e valutazione giuridica.

Secondo i giudici, l’errore di fatto che giustifica il ricorso ex art. 625-bis c.p.p. è unicamente un errore di tipo percettivo: una svista, un’errata lettura di un atto, un equivoco che vizia la percezione della realtà processuale e porta a una decisione che altrimenti sarebbe stata diversa.

Nel caso specifico, la precedente Sezione della Cassazione non era incorsa in alcun errore di percezione. Aveva correttamente preso atto della rinuncia al ricorso. La decisione di condannare l’imputato al pagamento della sanzione pecuniaria non è derivata da una svista, ma da una precisa valutazione giuridica. La Corte aveva interpretato l’art. 616 c.p.p. e concluso che la mancanza di motivazioni nella rinuncia giustificasse l’imposizione della sanzione.

Questa attività interpretativa e applicativa della norma rappresenta il cuore della funzione giurisdizionale e non può essere confusa con un errore materiale o percettivo. Pertanto, contestare tale valutazione esula completamente dall’ambito di applicazione del ricorso straordinario.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce il perimetro rigoroso del ricorso straordinario per errore di fatto. Questo strumento non è una terza istanza di giudizio per riesaminare le valutazioni legali della Cassazione, ma un rimedio eccezionale per correggere errori materiali evidenti. La distinzione tra errore percettivo (emendabile) e valutazione giuridica (non contestabile con questo mezzo) è fondamentale. La decisione della Corte di imporre una sanzione a fronte di una rinuncia non motivata è un’operazione di diritto, la cui correttezza non può essere messa in discussione attraverso lo strumento del ricorso per errore di fatto.

Quando è ammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto?
Secondo la sentenza, il ricorso straordinario è ammissibile solo quando si è verificato un errore percettivo, causato da una svista o da un equivoco, in cui la Corte di Cassazione sia incorsa nella lettura degli atti interni al giudizio, tale da aver viziato il processo formativo della sua volontà.

Perché il ricorrente è stato condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria nonostante avesse rinunciato al ricorso?
La precedente sentenza della Cassazione aveva imposto la sanzione pecuniaria perché, come specificato nella motivazione, non erano stati indicati i motivi della rinuncia al ricorso, applicando così quanto previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La decisione di sanzionare una rinuncia non motivata costituisce un errore di fatto?
No. La sentenza chiarisce che tale decisione non è un errore percettivo, ma una valutazione giuridica. La Corte ha interpretato la legge e ha deciso di conseguenza, e tale attività non rientra nell’ambito degli errori di fatto correggibili con il ricorso straordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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