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Ricorso straordinario: quando non è ammissibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2524/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto proposto contro una sua precedente decisione. Quest’ultima aveva confermato la revoca della semilibertà disposta da un Tribunale di Sorveglianza. La Corte ha chiarito che il rimedio del ricorso straordinario per errore di fatto è applicabile solo a pronunce di condanna che stabilizzano il giudicato, e non a decisioni che riguardano le modalità esecutive della pena, come quelle emesse dalla magistratura di sorveglianza.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso straordinario per errore di fatto: i limiti applicativi secondo la Cassazione

Il ricorso straordinario per errore di fatto rappresenta uno strumento processuale di eccezionale importanza, ma con un perimetro di applicazione ben definito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2524/2024) ha ribadito i confini di questo istituto, chiarendo quando non è possibile utilizzarlo. La decisione riguarda un caso in cui si contestava una pronuncia della stessa Corte in materia di sorveglianza, offrendo spunti fondamentali per comprendere la distinzione tra decisioni sulla condanna e decisioni sull’esecuzione della pena.

Il caso: dalla revoca della semilibertà al ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, che aveva revocato la misura della semilibertà concessa a un condannato. Contro tale provvedimento, la difesa aveva proposto ricorso per cassazione. La Settima Sezione della Corte di Cassazione, tuttavia, aveva dichiarato il ricorso inammissibile.

Non arrendendosi, il condannato ha presentato un ricorso straordinario per errore di fatto ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale. La tesi difensiva sosteneva che la Corte fosse incorsa in un errore percettivo: non avrebbe esaminato un’eccezione cruciale relativa alla nullità dell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Nello specifico, si lamentava la violazione del principio del contraddittorio, poiché l’udienza si era svolta in forma camerale (senza la partecipazione delle parti) anziché in forma partecipata, come espressamente richiesto dalla difesa.

L’ambito di applicazione del ricorso straordinario per errore di fatto

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato e di fondamentale importanza: il ricorso straordinario per errore di fatto è un rimedio che può avere ad oggetto esclusivamente pronunce di condanna. Con ‘pronunce di condanna’ si devono intendere quelle decisioni che applicano una sanzione penale e che sono destinate a passare in giudicato, stabilizzando così in modo definitivo la responsabilità penale dell’imputato.

Al contrario, questo strumento non è esperibile quando la decisione della Corte di Cassazione riguarda provvedimenti adottati dai giudici di sorveglianza. Questi ultimi, infatti, non incidono sulla condanna in sé, ma sulle modalità esecutive della pena, come nel caso della revoca di una misura alternativa quale la semilibertà.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si allineano perfettamente con l’interpretazione fornita dalle Sezioni Unite (sentenza Nunziata n. 13199/2017). Tale precedente aveva già stabilito che il ricorso straordinario è ammissibile contro decisioni della Cassazione emesse su ricorsi del giudice dell’esecuzione, ma solo quando tali decisioni intervengono a ‘stabilizzare il giudicato’ e determinano un pregiudizio irrimediabile.

Il provvedimento del magistrato di sorveglianza, invece, ha una natura diversa. Pur presupponendo una condanna definitiva (il giudicato), esso si risolve in una decisione che attiene alle modalità di esecuzione della pena. La decisione della Cassazione sulla revoca della semilibertà, pertanto, non interviene per stabilizzare un giudicato penale, ma per rendere definitiva una decisione sull’applicazione di una misura alternativa alla detenzione. Di conseguenza, la procedura di correzione dell’errore di fatto prevista dall’art. 625-bis c.p.p. non è applicabile a questo tipo di decisioni.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha confermato che l’istituto del ricorso straordinario per errore di fatto ha un campo di applicazione ristretto e specifico. Non è uno strumento utilizzabile per contestare qualsiasi presunto errore percettivo della Corte, ma solo quelli contenuti in decisioni che definiscono la condanna. Le decisioni relative alla fase esecutiva della pena, come quelle della magistratura di sorveglianza, restano escluse dal suo raggio d’azione. Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, a conferma della manifesta inammissibilità della sua impugnazione.

Cos’è il ricorso straordinario per errore di fatto?
È un mezzo di impugnazione eccezionale, previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, che consente di chiedere alla Corte di Cassazione di correggere un proprio errore di percezione (ad esempio, aver letto una cosa per un’altra in un atto processuale) che abbia influito sulla decisione.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario contro una decisione della Cassazione che riguarda un provvedimento del Tribunale di Sorveglianza?
No. La sentenza chiarisce che questo rimedio è esperibile solo contro pronunce di condanna, ovvero quelle che applicano una sanzione penale. Non si applica alle decisioni che, come quelle del Tribunale di Sorveglianza, riguardano le modalità di esecuzione della pena (es. revoca della semilibertà).

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché la decisione della Cassazione impugnata non era una pronuncia di condanna, ma una decisione su un provvedimento (revoca della semilibertà) emesso dal giudice di sorveglianza. Tale tipo di decisione, pur presupponendo una condanna definitiva, attiene alla fase esecutiva della pena e non rientra nell’ambito di applicazione del ricorso straordinario per errore di fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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