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Ricorso straordinario: quando è inammissibile? Guida

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 571/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. L’appello era stato proposto contro una precedente decisione della stessa Corte, relativa a un’ordinanza del Tribunale del Riesame su una misura cautelare. La Suprema Corte ha ribadito che il ricorso straordinario è un rimedio eccezionale, esperibile solo in presenza di una sentenza di condanna irrevocabile, e non per decisioni su questioni incidentali come le misure cautelari.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: I Paletti della Cassazione sull’Ammissibilità

Il ricorso straordinario per la correzione di un errore di fatto, disciplinato dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento di tutela di carattere eccezionale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 571 del 2025, ha offerto un’importante occasione per ribadire i rigidi confini applicativi di questo istituto, chiarendo in quali casi esso non può essere utilizzato. La pronuncia sottolinea come tale rimedio sia riservato esclusivamente a specifiche situazioni, escludendo la sua applicabilità a decisioni che non costituiscono una condanna irrevocabile.

Il Fatto alla Base della Decisione

Il caso trae origine da un ricorso straordinario presentato da un imputato avverso una precedente sentenza della Corte di Cassazione. Quest’ultima aveva giudicato un ricorso contro un’ordinanza del Tribunale del Riesame in materia di misure cautelari reali.

Nella sentenza impugnata, la Corte aveva dichiarato inammissibili i ‘motivi nuovi’ presentati dal difensore, ritenendoli tardivi perché depositati oltre il termine di quindici giorni prima dell’udienza. L’imputato, tramite il suo legale, ha quindi proposto il ricorso straordinario, sostenendo che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto. A suo avviso, trattandosi di un procedimento relativo a un’ordinanza del riesame, i motivi nuovi potevano essere presentati fino all’inizio della discussione, ai sensi dell’art. 309 c.p.p. La richiesta era di una semplice correzione della motivazione, senza modificare la decisione finale.

I Limiti del Ricorso Straordinario secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su una rigorosa interpretazione dell’art. 625-bis c.p.p. I giudici hanno riaffermato un principio consolidato nella giurisprudenza: il ricorso straordinario per errore di fatto è un rimedio previsto esclusivamente a favore del condannato, a seguito di una pronuncia irrevocabile di condanna.

Questa interpretazione restrittiva è volta a preservare la stabilità del giudicato, principio cardine del nostro sistema processuale. Il ricorso straordinario è uno strumento derogatorio ed eccezionale, e la sua applicazione non può essere estesa per analogia a casi non espressamente previsti dalla norma.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la norma di cui all’art. 625-bis c.p.p. ha una formulazione tassativa. Essa consente di rimediare a un errore di fatto solo quando la sentenza della Cassazione ha reso definitiva una condanna pronunciata nel merito. Nel caso di specie, invece, la decisione impugnata non riguardava una sentenza di condanna, ma un’ordinanza del Tribunale del Riesame su una misura cautelare reale.

I giudici hanno richiamato una vasta giurisprudenza, incluse le Sezioni Unite, che ha costantemente escluso la possibilità di utilizzare questo strumento avverso provvedimenti diversi dalla condanna irrevocabile. Tra i casi esclusi figurano le decisioni su:

* Misure di prevenzione
* Revisione di sentenze di condanna
* Estradizione
* Incidenti di esecuzione
* Confisca di beni
* Ordinanze del riesame in materia cautelare

La decisione in esame, pertanto, investiva una pronuncia di legittimità che non aveva reso irrevocabile una condanna, ma si era limitata a decidere su un’impugnazione contro un’ordinanza cautelare. Di conseguenza, mancava il presupposto fondamentale per poter accedere al rimedio del ricorso straordinario.

Le Conclusioni della Corte

Sulla base di queste argomentazioni, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. In applicazione dell’art. 616 c.p.p., ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. La sentenza ribadisce con forza che il ricorso straordinario non è un ulteriore grado di giudizio, ma un rimedio eccezionale con un ambito di applicazione ben definito e non suscettibile di interpretazioni estensive. Chi intende avvalersene deve assicurarsi che la decisione da impugnare sia una sentenza di condanna divenuta definitiva per effetto della pronuncia della Cassazione.

Quando è possibile presentare un ricorso straordinario per errore di fatto ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p.?
Il ricorso straordinario per errore di fatto è ammesso soltanto a favore del condannato e avverso sentenze della Corte di Cassazione che hanno reso irrevocabile una pronuncia di condanna. Non è applicabile ad altre tipologie di decisioni.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per correggere un errore in una sentenza che decide su un’ordinanza del Tribunale del Riesame in materia di misure cautelari?
No, non è possibile. La sentenza della Corte di Cassazione su un’ordinanza cautelare non rende irrevocabile una sentenza di condanna, che è il presupposto indispensabile per l’ammissibilità del ricorso straordinario.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso straordinario al di fuori dei casi consentiti dalla legge?
La presentazione di un ricorso straordinario in casi non previsti dalla legge ne comporta la dichiarazione di inammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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