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Ricorso straordinario: quando è inammissibile? Analisi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato contro una precedente decisione. La Corte chiarisce che il dissenso sulla valutazione giuridica non costituisce un ‘errore di fatto’ valido per questo tipo di impugnazione, ribadendo i rigidi presupposti per l’accesso a tale strumento processuale.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: I Limiti tra Errore di Fatto ed Errore di Diritto

Il ricorso straordinario per errore di fatto, disciplinato dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento eccezionale per rimediare a specifici vizi delle decisioni della Corte di Cassazione. Tuttavia, la sua applicazione è rigorosamente circoscritta. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce ulteriormente i confini di questo istituto, stabilendo che non può essere utilizzato per contestare la valutazione giuridica operata dai giudici, ma solo per veri e propri errori percettivi. Analizziamo la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un condannato per una serie di furti. Quest’ultimo si era rivolto al Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Firenze chiedendo la revoca delle pene inflitte. La richiesta si basava su una modifica normativa (il d.lgs. 150/2022) che aveva introdotto la procedibilità a querela per il reato di furto.

Il Giudice dell’esecuzione aveva respinto l’istanza. Contro tale decisione, il condannato aveva proposto ricorso in Cassazione, ma la settima sezione penale lo aveva dichiarato inammissibile.

Non arrendendosi, l’interessato ha presentato un ricorso straordinario avverso quest’ultima ordinanza, sostenendo che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto.

Il Ricorso Straordinario: La Tesi della Difesa

La difesa ha tentato di percorrere la via del ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p. Questo strumento è concepito per correggere un “errore di fatto”, ovvero un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco nella lettura degli atti processuali che abbia influenzato la decisione.

L’appellante sosteneva, in sostanza, che la Corte avesse errato nel non considerare gli effetti della nuova normativa. In un secondo momento, ha aggiunto un ulteriore motivo di doglianza: la mancata notifica dell’ordinanza di inammissibilità da parte della cancelleria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile anche il ricorso straordinario, fornendo importanti chiarimenti sulla natura e i limiti di questo rimedio.

La Distinzione Cruciale: Errore di Fatto vs. Errore di Diritto

Il punto centrale della decisione risiede nella netta distinzione tra errore di fatto ed errore di diritto. La Corte ribadisce, citando consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite, che l’errore di fatto rilevante ai fini del ricorso straordinario è solo quello “percettivo”. Si tratta di una svista materiale, di un’errata lettura di un atto che ha portato il giudice a decidere sulla base di una premessa fattuale sbagliata.

Nel caso di specie, il ricorrente non lamentava una svista, ma contestava la correttezza giuridica della decisione della settima sezione. Egli dissentiva dalla conclusione secondo cui la modifica sulla procedibilità non potesse incidere su una condanna definitiva. Questo, chiarisce la Corte, non è un errore di fatto, ma una contestazione sulla valutazione giuridica, un “errore di giudizio” che esula completamente dall’ambito di applicazione dell’art. 625-bis.

L’Irrilevanza della Mancata Notifica

Anche il secondo motivo, relativo alla mancata notifica dell’ordinanza, è stato giudicato inammissibile. I giudici hanno specificato che il codice di rito non impone alla cancelleria l’obbligo di notificare alle parti i provvedimenti emessi, rendendo quindi la lamentela infondata.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione riafferma il principio secondo cui il ricorso straordinario è un rimedio a carattere eccezionale e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio di merito o in un’occasione per ridiscutere questioni di diritto già vagliate. La distinzione tra errore percettivo (emendabile con questo strumento) ed errore di valutazione giuridica (non emendabile) è netta e invalicabile. La decisione serve da monito: tentare di utilizzare questo istituto per contestare l’interpretazione delle norme data dalla Corte equivale a presentare un ricorso privo dei presupposti di legge, con la conseguente dichiarazione di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile usare il ricorso straordinario per contestare una valutazione giuridica della Corte di Cassazione?
No, il ricorso straordinario è ammesso esclusivamente per correggere errori di fatto (percettivi), come una svista nella lettura degli atti. Non può essere utilizzato per contestare l’interpretazione o l’applicazione di norme di legge, che costituiscono errori di diritto o di giudizio.

Una modifica normativa che introduce la necessità di querela per un reato può portare alla revoca di una sentenza di condanna già definitiva?
No, secondo la giurisprudenza citata nell’ordinanza, una modifica normativa che incide sulla procedibilità del reato (come l’introduzione della querela) non è una causa di revoca di una sentenza di condanna passata in giudicato.

La cancelleria della Corte di Cassazione è obbligata a notificare alle parti i provvedimenti emessi?
No, l’ordinanza chiarisce che il codice di procedura penale non prevede un obbligo per la cancelleria di notificare alle parti i provvedimenti emessi, pertanto la mancata notifica non costituisce un motivo di impugnazione valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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