LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso straordinario: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario proposto per un presunto errore di fatto, consistente nella mancata notifica dell’avviso di udienza. La Corte chiarisce che, quando il ricorso originario è proposto avverso una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. e solleva motivi non consentiti, la decisione può essere presa ‘senza formalità’, escludendo la necessità di un avviso di udienza. Pertanto, l’assenza di notifica non costituisce un errore di fatto suscettibile di correzione tramite ricorso straordinario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: Quando la Mancata Notifica dell’Udienza non è un Errore di Fatto

Il ricorso straordinario per errore di fatto rappresenta un rimedio eccezionale nel nostro ordinamento processuale penale, pensato per correggere sviste materiali della Corte di Cassazione. Tuttavia, non ogni presunta anomalia procedurale può essere fatta valere con questo strumento. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 11758/2025) offre un chiarimento fondamentale sui limiti di questo istituto, in particolare quando la decisione impugnata è stata emessa ‘senza formalità’.

I Fatti del Caso

Un imputato, dopo aver visto il suo ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile, decideva di presentare un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale. La doglianza principale era netta: la Corte aveva deciso senza notificargli, né al suo difensore, l’avviso di fissazione dell’udienza. Secondo la difesa, questa omissione costituiva un palese errore di fatto che aveva leso il diritto di difesa e viziato la precedente decisione di inammissibilità.

Analisi del ricorso straordinario e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione, investita del ricorso straordinario, ha rigettato la tesi difensiva, dichiarando il nuovo ricorso a sua volta inammissibile. La motivazione della Corte si basa su una precisa concatenazione di norme procedurali.

Il punto di partenza è la natura del ricorso originario. Esso era stato proposto contro una sentenza della Corte d’Appello emessa a seguito di ‘concordato sui motivi’, secondo la procedura dell’art. 599-bis c.p.p. Inoltre, i motivi sollevati in quella sede sono stati ritenuti ‘indeducibili’, cioè non ammessi dalla legge per quel tipo di impugnazione.

È qui che entra in gioco l’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in casi come quello descritto, la Corte di Cassazione può decidere il ricorso ‘senza formalità’. Questa procedura semplificata esclude la necessità di fissare un’udienza e, di conseguenza, di inviare il relativo avviso di notifica alle parti.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la censura del ricorrente era ‘manifestamente infondata’. La difesa non aveva considerato che il ricorso precedente rientrava pienamente nell’ipotesi di decisione semplificata. Essendo stato proposto avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. e basato su doglianze non ammissibili, era stato correttamente deciso ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis c.p.p., ovvero ‘senza formalità’.

Di conseguenza, la mancata notifica dell’avviso di udienza non è stata una svista o un ‘errore di fatto’, ma la corretta applicazione di una specifica norma procedurale. Il ricorso straordinario, pertanto, non era la sede adatta per rimettere in discussione la natura dei motivi del precedente ricorso o la correttezza della procedura semplificata adottata. L’assenza di un errore percettivo da parte della Corte ha reso il rimedio esperito inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio importante: il ricorso straordinario non può essere utilizzato come un pretesto per ottenere un terzo grado di giudizio o per contestare la scelta del rito procedurale da parte della Corte. L’errore di fatto che giustifica tale rimedio deve essere una svista materiale evidente, come la lettura errata di un atto, e non una presunta erronea interpretazione o applicazione di norme processuali. La decisione di procedere ‘senza formalità’ è una scelta giurisdizionale, non un errore materiale. Per il ricorrente, la declaratoria di inammissibilità ha comportato non solo la conferma della decisione precedente, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È sempre necessario notificare l’avviso di udienza per un ricorso in Cassazione?
No. La sentenza chiarisce che in casi specifici, come quando un ricorso contro una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. solleva motivi indeducibili, la Corte può decidere ‘senza formalità’ ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis c.p.p., e quindi senza la necessità di notificare un avviso di udienza.

In quali casi un ricorso straordinario per errore di fatto viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso straordinario viene dichiarato inammissibile quando la censura sollevata non riguarda un errore di fatto (cioè una svista percettiva sugli atti), ma contesta l’applicazione o l’interpretazione di norme giuridiche, come nel caso in cui si contesti la scelta della Corte di procedere con rito semplificato ‘senza formalità’.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati