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Ricorso straordinario: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36148/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario proposto contro una precedente decisione in materia di confisca. L’imputato lamentava un errore di fatto nella quantificazione del profitto del reato. La Suprema Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: il ricorso straordinario per errore di fatto non è ammesso per le decisioni riguardanti sequestro e confisca, nemmeno quando questa è una misura accessoria alla condanna. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario per Errore di Fatto: La Cassazione Chiarisce i Limiti in Materia di Confisca

Il ricorso straordinario per errore di fatto, disciplinato dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta un rimedio eccezionale per correggere sviste materiali nelle decisioni della Corte di Cassazione. Tuttavia, la sua applicabilità non è illimitata. Una recente sentenza della Suprema Corte, la n. 36148 del 2024, ha ribadito con fermezza i paletti che ne circoscrivono l’utilizzo, in particolare quando l’oggetto della controversia riguarda misure patrimoniali come la confisca. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere quando tale strumento processuale non può essere validamente esperito.

Il caso: un appello contro la confisca

La vicenda trae origine dalla decisione di un Giudice per le indagini preliminari che aveva disposto la confisca di una cospicua somma di denaro, pari a oltre 446.000 euro, ritenuta profitto di un reato. La difesa dell’imputato, dopo aver percorso i gradi di giudizio ordinari, si era rivolta alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge. Anche questo ricorso, tuttavia, era stato respinto.

Non arrendendosi, il difensore ha tentato un’ultima carta: il ricorso straordinario per errore di fatto contro la decisione della stessa Cassazione. L’argomento centrale era che la Corte avesse commesso un’evidente errore di percezione nella lettura degli atti, travisando i fatti relativi alla determinazione del profitto da confiscare. Secondo la difesa, questo errore aveva portato a una decisione ingiusta, che sarebbe stata diversa se il fatto fosse stato correttamente percepito.

La decisione della Suprema Corte: il ricorso straordinario è inammissibile

La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiudendo definitivamente la questione. La decisione si fonda su un principio di diritto solido e ampiamente consolidato nella giurisprudenza di legittimità.

le motivazioni

I giudici hanno spiegato che, secondo un orientamento costante, il ricorso straordinario per errore di fatto non è esperibile avverso le decisioni della Suprema Corte in materia di sequestro, confisca e restituzione di beni all’avente diritto. Questo principio, affermano gli Ermellini, vale anche quando la confisca è una misura accessoria a una sentenza di condanna. L’errore che può essere corretto tramite questo strumento è unicamente quello percettivo, ovvero una svista materiale che porta il giudice a considerare esistente un fatto documentalmente escluso, o viceversa. Non può invece essere utilizzato per contestare errori di valutazione o di interpretazione giuridica.

Nel caso specifico, la Corte ha osservato che la difesa, pur parlando di errore di fatto, stava in realtà tentando di rimettere in discussione la qualificazione giuridica e la quantificazione della somma da confiscare, un’operazione non consentita in sede di ricorso straordinario. Inoltre, il ricorrente si basava su un orientamento giurisprudenziale minoritario che era stato espressamente superato e disatteso nella precedente pronuncia impugnata. Di conseguenza, il ricorso è stato ritenuto privo dei requisiti di ammissibilità.

le conclusioni

La sentenza n. 36148/2024 riafferma un confine netto nell’applicazione del ricorso straordinario. Questo strumento non può diventare un pretesto per ottenere un terzo grado di giudizio di merito sulle misure patrimoniali. La decisione della Cassazione su sequestri e confische è, di fatto, definitiva e non può essere messa in discussione attraverso il rimedio dell’art. 625-bis c.p.p. per presunti errori di valutazione. La declaratoria di inammissibilità ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, a conferma della natura eccezionale e dei rigidi presupposti di questo mezzo di impugnazione.

È possibile presentare un ricorso straordinario per errore di fatto contro una decisione della Cassazione in materia di confisca?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui il ricorso straordinario per errore di fatto è inammissibile avverso le decisioni della Suprema Corte in tema di sequestro e confisca, anche quando questa sia accessoria a una sentenza di condanna.

Quale tipo di errore può essere corretto con il ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p.?
L’unico errore che può essere corretto è l’errore di fatto, inteso come un errore di percezione o una svista materiale (es. aver ritenuto esistente un fatto la cui inesistenza risulta dal documento, o viceversa). Non sono ammessi ricorsi basati su presunti errori di valutazione o di interpretazione delle norme.

Quali sono state le conseguenze per chi ha proposto il ricorso ritenuto inammissibile?
A seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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