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Ricorso straordinario: quando è errore di fatto?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario proposto da un imputato condannato per gravi reati, tra cui omicidio. La Corte chiarisce che un presunto errore nella valutazione delle prove non costituisce un ‘errore di fatto’ che giustifichi questo rimedio eccezionale, bensì un errore di giudizio non sindacabile in tale sede.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: La Sottile Linea tra Errore di Fatto ed Errore di Valutazione

L’ordinanza n. 26344/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del ricorso straordinario, un rimedio giuridico spesso frainteso. Attraverso l’analisi di un caso di eccezionale gravità, la Suprema Corte ribadisce la netta distinzione tra l’errore di fatto, unico presupposto per questo tipo di impugnazione, e l’errore di valutazione, che non può trovare spazio in questa sede. Vediamo insieme i dettagli.

La Vicenda Processuale

Il caso trae origine da una condanna per reati molto gravi: omicidio pluriaggravato, occultamento di cadavere e detenzione e porto d’armi. La sentenza di condanna, emessa in primo grado, era stata confermata dalla Corte di Assise di Appello. L’imputato aveva quindi presentato un primo ricorso in Cassazione, che era stato rigettato. Non dandosi per vinto, ha proposto un ricorso straordinario avverso quest’ultima decisione, lamentando un presunto “errore percettivo”.

La Tesi del Ricorrente: L’Errore Percettivo

Il ricorrente sosteneva che la Corte di Cassazione fosse incorsa in un errore nel valutare gli atti processuali. In particolare, denunciava una mancata o incompleta lettura delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, elementi a suo dire cruciali per la ricostruzione dei fatti. Secondo la sua difesa, questa omissione integrava un errore di fatto, capace di giustificare l’annullamento della decisione.

La Decisione della Cassazione: I Limiti del Ricorso Straordinario

La Settima Sezione Penale ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha colto l’occasione per delineare con precisione i confini dell’istituto previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, distinguendo nettamente l’errore di fatto dall’errore di giudizio.

Il Ruolo del Giudice di Legittimità nel Ricorso Straordinario

La Cassazione ha innanzitutto ricordato il proprio ruolo di giudice di legittimità. Il suo compito non è rivalutare il quadro probatorio o la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, ma verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Nel caso di specie, la Corte si era correttamente basata sulla ricostruzione fattuale della Corte d’Appello, senza poter riesaminare le dichiarazioni dei testimoni. Pertanto, non poteva logicamente incorrere in un errore percettivo su atti che non aveva il potere di rivalutare.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nella chiara spiegazione della differenza tra errore di fatto ed errore di valutazione. L’errore di fatto, che può fondare un ricorso straordinario, è una svista materiale su un atto interno al giudizio di Cassazione (ad esempio, leggere “sì” dove era scritto “no” in un documento). Si tratta di un errore che non implica alcuna attività valutativa, ma una mera percezione errata della realtà processuale interna al giudizio di legittimità.
Al contrario, l’errore lamentato dal ricorrente era un errore di valutazione. Contestare la mancata considerazione di alcune prove o la loro errata interpretazione significa criticare il giudizio espresso dalla Corte, non una sua svista materiale. Questo tipo di doglianza, come sottolineato dalla Cassazione richiamando consolidata giurisprudenza (tra cui le Sezioni Unite n. 16103/2002), è un errore di giudizio, assimilabile a un errore di diritto, e come tale non può essere fatto valere con il rimedio del ricorso straordinario. Quest’ultimo non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio di merito.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito fondamentale: il ricorso straordinario non è una via per ottenere una nuova valutazione del merito della causa. È uno strumento eccezionale, con presupposti rigorosi e limitati alla correzione di errori materiali o di fatto che non abbiano implicato alcuna valutazione. Qualsiasi critica relativa all’interpretazione delle prove o alla ricostruzione dei fatti rientra nell’ambito dell’errore di giudizio e deve essere fatta valere, nei limiti del possibile, con i mezzi di impugnazione ordinari. La decisione conferma la necessità di utilizzare gli strumenti processuali in modo appropriato, evitando di abusare di rimedi eccezionali per finalità che non sono loro proprie.

Quando si può presentare un ricorso straordinario per errore di fatto?
Si può presentare solo quando la Corte di Cassazione è incorsa in una svista o in un equivoco riguardante gli atti interni al suo stesso giudizio, il cui contenuto è stato percepito in modo difforme da quello effettivo, senza che ciò implicasse alcuna attività valutativa.

Un’errata valutazione delle prove da parte dei giudici può essere considerata un “errore di fatto”?
No. Secondo la Corte, l’errore nella valutazione delle prove o nella ricostruzione dei fatti è un errore di giudizio, non un errore di fatto ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p. Questo tipo di errore non può essere fatto valere tramite ricorso straordinario.

Cosa succede se un ricorso straordinario viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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