LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso straordinario misure prevenzione: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario proposto contro una sua precedente sentenza in materia di misure di prevenzione. I ricorrenti lamentavano un errore di fatto, ma la Corte ha ribadito il principio consolidato secondo cui le sue decisioni in questo ambito sono definitive e non possono essere impugnate, nemmeno attraverso rimedi eccezionali come il ricorso straordinario per errore di fatto. La sentenza chiarisce la natura inoppugnabile di tali pronunce.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario Misure Prevenzione: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6419 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione: le sue sentenze sono definitive e inoppugnabili. Questo significa che non è ammesso neppure il ricorso straordinario per errore di fatto avverso tali decisioni. Analizziamo questa importante pronuncia per capire le ragioni e le conseguenze di tale principio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un provvedimento di confisca di alcuni beni, tra cui un’autovettura, emesso dal Tribunale di Messina, Sezione Misure di Prevenzione. I soggetti interessati avevano richiesto la revoca di tale provvedimento, ma la loro istanza era stata respinta sia in primo grado che dalla Corte d’Appello.

Successivamente, i due soggetti avevano presentato ricorso per cassazione, ma anche questo era stato dichiarato inammissibile con una prima sentenza della Suprema Corte. Non dandosi per vinti, avevano allora proposto un ricorso straordinario misure prevenzione contro quest’ultima decisione, sostenendo che la Corte fosse incorsa in un “errore percettivo”. A loro dire, i giudici avevano erroneamente basato la loro decisione sulla presupposta condanna di uno di loro per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, mentre l’unica imputazione a suo carico era di associazione semplice, per la quale era intervenuta la prescrizione.

La Decisione sul Ricorso Straordinario Misure Prevenzione

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso straordinario, lo ha dichiarato inammissibile senza entrare nel merito della questione sollevata. La decisione si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui le sentenze della Corte di Cassazione emesse in materia di misure di prevenzione sono “assolutamente inoppugnabili”.

Questo significa che, una volta che la Cassazione si è pronunciata su un caso relativo a misure di prevenzione, quella decisione diventa definitiva e non può essere messa in discussione con nessun altro mezzo di impugnazione, nemmeno con i rimedi straordinari previsti dal codice di procedura penale.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato non solo la chiusura definitiva del caso per i ricorrenti, ma anche la loro condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno sottolineato che l’evidente inammissibilità dei motivi proposti non consentiva di ritenere i ricorrenti immuni da colpa nel promuovere un’impugnazione non permessa dalla legge.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è netta e si basa sull’articolo 591 del codice di procedura penale e su una costante giurisprudenza. Il principio cardine è che il sistema delle impugnazioni in materia di misure di prevenzione ha una sua specificità che lo rende un sistema “chiuso”. Le sentenze emesse dalla Corte di Cassazione in questo settore sono considerate l’atto finale del procedimento, non suscettibile di ulteriori revisioni o contestazioni. La Corte ha citato numerose sentenze precedenti che confermano questa interpretazione, evidenziando come l’esclusione del ricorso straordinario per errore di fatto sia una scelta precisa del legislatore per garantire la stabilità e la certezza delle decisioni in un ambito così delicato come quello delle misure di prevenzione patrimoniale. L’inammissibilità è stata quindi dichiarata in via preliminare, senza nemmeno esaminare se l’errore di fatto lamentato dai ricorrenti sussistesse o meno.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza un principio cruciale: la definitività delle decisioni della Cassazione in materia di misure di prevenzione. Per i cittadini e i professionisti del diritto, ciò significa che, una volta esaurito il giudizio di legittimità, non esistono ulteriori vie per contestare la decisione, neanche in presenza di presunti errori percettivi. La scelta del legislatore, avallata dalla giurisprudenza, è quella di privilegiare la certezza del diritto e l’esigenza di porre un punto fermo ai procedimenti di prevenzione, che incidono profondamente sui diritti patrimoniali delle persone coinvolte.

È possibile impugnare una sentenza della Corte di Cassazione in materia di misure di prevenzione?
No. La sentenza chiarisce che le pronunce della Corte di Cassazione in materia di misure di prevenzione sono assolutamente inoppugnabili e, pertanto, non è ammesso alcun mezzo di impugnazione, neppure il ricorso straordinario per errore di fatto.

Perché il ricorso straordinario per errore di fatto non è ammesso in questo ambito?
Secondo la giurisprudenza consolidata citata nella sentenza, il sistema delle impugnazioni in materia di prevenzione è un sistema “chiuso” e le sentenze della Cassazione sono considerate l’atto finale del procedimento. Questa scelta mira a garantire la stabilità e la certezza delle decisioni in questo specifico settore.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in tremila euro, poiché l’evidente infondatezza del ricorso non ha permesso di considerare i ricorrenti esenti da colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati