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Ricorso straordinario: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario proposto contro una sua precedente ordinanza. La Corte ha ribadito che questo strumento non può essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione del caso o per contestare le tesi giuridiche adottate, ma solo per correggere evidenti e incontrastabili errori di fatto. Il ricorrente, che lamentava una errata gestione della sua richiesta di restituzione nel termine, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: La Cassazione Ne Definisce i Rigidi Limiti

L’ordinamento giuridico prevede strumenti eccezionali per correggere errori giudiziari, ma il loro utilizzo è soggetto a condizioni molto rigorose. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui precisi confini del ricorso straordinario per errore di fatto, un rimedio previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale. La decisione sottolinea come tale strumento non possa trasformarsi in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una precedente decisione della stessa Corte di Cassazione. Un imputato aveva presentato alla Corte di Appello una domanda di restituzione nel termine per proporre impugnazione in diverse vicende processuali. La Corte di Appello aveva trasmesso parte di tali domande alla Corte di Cassazione, la quale si era pronunciata con un’ordinanza nel giugno 2023.

Avverso questa ordinanza, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto un ricorso straordinario, sostenendo la presenza di un errore di fatto nella decisione della Suprema Corte. L’obiettivo era, di fatto, rimettere in discussione quanto già statuito.

I Limiti del Ricorso Straordinario per Errore di Fatto

La Corte di Cassazione, nell’esaminare il nuovo ricorso, ha colto l’occasione per ribadire la natura e la funzione del ricorso straordinario. I giudici hanno chiarito che questo rimedio non è uno strumento per ottenere una mera rivalutazione di quanto già deciso. Non serve a contestare le soluzioni giuridiche adottate o l’interpretazione degli elementi fattuali.

Il ricorso ex art. 625-bis c.p.p. è destinato a porre riparo a una ‘patologia estrinseca’ del giudizio, ovvero uno ‘sviamento’ causato da un errore di fatto palese e incontrovertibile. Questo si verifica solo in due ipotesi:
1. Quando la decisione si fonda sulla supposizione errata di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa.
2. Quando si suppone l’inesistenza di un fatto la cui verità è invece positivamente stabilita.

In entrambi i casi, l’errore deve essere una ‘svista percettiva’, immediatamente riconoscibile (ictu oculi), e non il risultato di un’attività valutativa del giudice.

La Decisione della Corte di Cassazione

Sulla base di queste premesse, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è netta: le censure mosse dal ricorrente non denunciavano un errore di fatto nei termini previsti dalla legge, ma esprimevano un dissenso rispetto alle soluzioni giuridiche e alle valutazioni già operate dalla Corte nella precedente ordinanza. Il ricorrente, ad esempio, contestava la correttezza della trasmissione degli atti dalla Corte di Appello alla Cassazione, un profilo puramente valutativo e giuridico.

In sostanza, non si trattava di una svista o di una errata percezione di un fatto processuale, ma di un tentativo di riaprire una discussione di merito e di diritto già conclusa. La Corte ha specificato che non si può parlare di errore di fatto quando la soluzione adottata è ‘ricollegabile a una valutazione di elementi fattuali o di tesi giuridiche’. Di conseguenza, mancavano i presupposti per accogliere il ricorso straordinario.

Le Conclusioni

La decisione ha due importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, conferma la natura eccezionale e restrittiva del ricorso straordinario, che non può essere abusato come un’ulteriore istanza di appello contro le decisioni della Cassazione. In secondo luogo, l’inammissibilità ha comportato conseguenze economiche per il ricorrente. In assenza di elementi che potessero escludere la colpa nella proposizione del ricorso, egli è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p. Questo funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati.

È possibile usare il ricorso straordinario per contestare l’interpretazione giuridica data dalla Corte di Cassazione?
No, la Corte ha chiarito che il ricorso straordinario non può essere utilizzato per esprimere un dissenso rispetto alle soluzioni giuridiche o alle valutazioni di merito già adottate. È un rimedio limitato alla correzione di specifici errori di fatto.

Che cos’è un ‘errore di fatto’ che giustifica un ricorso straordinario?
Un errore di fatto, secondo la sentenza, è una ‘svista percettiva’ evidente. Si verifica quando la decisione si basa sulla supposizione di un fatto la cui esistenza è incontrastabilmente esclusa, o viceversa, sull’inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso straordinario?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, di diritto, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se non si ravvisano elementi che escludano la colpa, il ricorrente viene condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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