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Ricorso straordinario: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22759/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario presentato contro una sua precedente decisione. La Corte ha chiarito che tale strumento non può essere utilizzato per contestare la logica del ragionamento della sentenza, ma solo per correggere errori materiali o di fatto, intesi come vizi di percezione. Poiché il ricorrente criticava la coerenza argomentativa della pronuncia, e non un errore percettivo, il ricorso è stato respinto, riaffermando i rigidi confini di questo rimedio processuale.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario per Errore di Fatto: Quando la Cassazione dice ‘No’

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i confini precisi e invalicabili del ricorso straordinario per errore di fatto, uno strumento processuale spesso frainteso. Questa pronuncia chiarisce che tale rimedio non costituisce un’ulteriore istanza di giudizio per riesaminare il merito di una decisione, ma serve esclusivamente a correggere specifici errori di percezione. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio la sua portata e le implicazioni pratiche per la difesa.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso straordinario presentato da un imputato avverso una sentenza della stessa Corte di Cassazione. Il ricorrente sosteneva che la decisione fosse viziata da errori di fatto. Tuttavia, analizzando le doglianze, la Corte ha notato che le critiche non riguardavano una svista materiale o una errata percezione di un atto processuale, bensì la presunta “logicità e contraddittorietà” del ragionamento seguito dai giudici per arrivare al rigetto del precedente ricorso ordinario.

La Decisione della Corte sul Ricorso Straordinario

La Settima Sezione Penale ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che le censure sollevate dal ricorrente esulavano completamente dall’ambito di applicazione dell’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Invece di denunciare un errore percettivo, l’imputato stava tentando di ottenere una nuova valutazione del percorso logico-argomentativo della Corte, un’attività preclusa in questa sede. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nella netta distinzione tra “errore di fatto” e “errore di giudizio”.

1. Errore di Fatto (o percettivo): È l’unico emendabile con il ricorso straordinario. Si verifica quando il giudice ha una percezione sbagliata della realtà processuale, ad esempio leggendo una parola per un’altra o omettendo di considerare un documento presente agli atti. L’errore deve essere immediato, evidente e non deve derivare da un’attività valutativa.

2. Errore di Giudizio (o valutativo): Riguarda il ragionamento del giudice, l’interpretazione delle norme o la valutazione delle prove. Se il giudice ha visto correttamente i fatti ma li ha interpretati o valutati in un modo che la parte non condivide, si tratta di un errore di giudizio. Questo tipo di errore non può essere contestato con il rimedio straordinario, poiché l’istituto non è pensato per correggere i vizi del ragionamento, ma solo quelli della percezione.

La Corte ha sottolineato che il ricorso straordinario è funzionale a “rimuovere i vizi di percezione delle pronunce di legittimità, e non anche quelli del ragionamento”. Pertanto, ogni tentativo di contestare la coerenza logica della decisione o di denunciare un presunto travisamento del fatto o della prova, che implica necessariamente un processo valutativo, è destinato a fallire.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p. è un rimedio a carattere eccezionale e con un perimetro applicativo estremamente ristretto. Non rappresenta una terza istanza di giudizio né un’opportunità per riaprire il dibattito sulla fondatezza delle argomentazioni della Suprema Corte. La sua unica funzione è quella di correggere “sviste” oggettive e palesi, senza mai invadere l’area, insindacabile in quella sede, del percorso logico e valutativo che ha condotto alla decisione. Gli operatori del diritto devono quindi prestare la massima attenzione nel distinguere tra un genuino errore di percezione e una mera critica all’argomentazione del giudice, pena l’inammissibilità del ricorso e la condanna alle spese.

Quando un ricorso straordinario per errore di fatto è considerato inammissibile?
È inammissibile quando, invece di denunciare un errore percettivo (come la lettura errata di un documento), mira a contestare la coerenza logica e la correttezza del ragionamento giuridico seguito dalla Corte di Cassazione nella sua decisione.

Qual è la differenza tra errore di fatto ed errore di giudizio secondo la Cassazione?
L’errore di fatto è un vizio di percezione, una fuorviata rappresentazione della realtà processuale che non implica valutazione. L’errore di giudizio, invece, attiene al processo valutativo e argomentativo del giudice e non è emendabile tramite il ricorso straordinario.

Cosa non può essere oggetto di un ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p.?
Non può avere ad oggetto il travisamento del fatto o della prova, né ogni attività di rivalutazione del percorso logico-argomentativo seguito dalla Corte di Cassazione, poiché questi aspetti implicano un processo valutativo escluso dall’ambito di applicazione del rimedio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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