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Ricorso straordinario: limiti di ammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso straordinario proposto da un condannato all’ergastolo avverso una decisione in materia di liberazione condizionale. La Corte chiarisce che il rimedio del ricorso straordinario per errore di fatto è applicabile solo alle sentenze di condanna che irrogano una sanzione penale, e non ai provvedimenti emessi dalla magistratura di sorveglianza in fase di esecuzione della pena.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: I Limiti di Ammissibilità secondo la Cassazione

L’ordinanza n. 14380/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui confini applicativi di uno strumento processuale tanto specifico quanto delicato: il ricorso straordinario per errore di fatto, disciplinato dall’art. 625-bis del codice di procedura penale. La Suprema Corte ha ribadito con fermezza che tale rimedio non è esperibile contro le decisioni che non costituiscono una vera e propria “pronuncia di condanna”, come quelle emesse dalla magistratura di sorveglianza.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla vicenda di un soggetto condannato alla pena dell’ergastolo. Dopo aver scontato una parte significativa della pena, questi aveva presentato un’istanza al Tribunale di Sorveglianza per ottenere la liberazione condizionale. L’istanza era stata rigettata.

Contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza, il condannato aveva proposto ricorso per cassazione, ma anche questo era stato respinto. A questo punto, ritenendo che la decisione della Cassazione fosse viziata da un errore di fatto, il condannato, tramite il suo difensore, ha presentato un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p., sostenendo che i giudici avessero erroneamente presupposto la mancata prova della revoca della costituzione di parte civile nel processo originario.

La Decisione della Corte e l’ambito del Ricorso Straordinario

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa della norma, che limita l’applicazione del ricorso straordinario a specifiche tipologie di provvedimenti.

La Corte ha stabilito un principio chiave: il ricorso straordinario per errore di fatto può avere ad oggetto esclusivamente le pronunce di condanna. Questa nozione, secondo i giudici, deve essere intesa in senso stretto, riferendosi unicamente alle decisioni che applicano una sanzione penale. Di conseguenza, sono escluse tutte le altre decisioni, comprese quelle che, pur incidendo sulla libertà personale, appartengono alla fase di esecuzione della pena e sono di competenza della magistratura di sorveglianza.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella natura stessa del ricorso straordinario. Questo strumento non è un terzo grado di giudizio, ma un rimedio eccezionale volto a correggere specifici errori percettivi (e non valutativi) in cui la stessa Corte di Cassazione sia incorsa nel decidere.

1. Nozione di “Pronuncia di Condanna”: La Corte ha specificato che i provvedimenti adottati dai giudici di sorveglianza, come quello che nega la liberazione condizionale, non possono essere qualificati come “pronunce di condanna”. Essi non irrogano una sanzione, ma gestiscono e regolamentano le modalità di esecuzione di una sanzione già inflitta con una sentenza irrevocabile. Pertanto, esulano dal perimetro dell’art. 625-bis c.p.p.

2. Procedura di Inammissibilità de plano: Un altro aspetto interessante toccato dall’ordinanza riguarda la procedura. La Corte ha affermato che, in casi di palese inammissibilità come questo, è possibile dichiararla con un’ordinanza de plano, ovvero senza fissare un’udienza e senza instaurare un formale contraddittorio tra le parti. L’art. 625-bis, comma 4, c.p.p., utilizzando l’espressione “anche d’ufficio”, conferisce alla Corte il potere di una valutazione preliminare che, se negativa, porta a una declaratoria immediata di inammissibilità. Questa prassi, finalizzata all’economia processuale, è analoga a quella prevista per altre ipotesi di inammissibilità delle impugnazioni (art. 591 c.p.p.).

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, tracciando una linea netta tra il giudizio di cognizione, che si conclude con la sentenza di condanna, e la fase esecutiva. Il ricorso straordinario è uno strumento confinato al primo ambito e non può essere utilizzato per contestare decisioni relative all’esecuzione della pena. Questa pronuncia serve da monito per gli operatori del diritto, ricordando che i mezzi di impugnazione devono essere utilizzati nel rispetto dei precisi limiti procedurali e sostanziali stabiliti dal legislatore, per non incorrere in una declaratoria di inammissibilità con conseguente condanna alle spese processuali.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per correggere un errore di fatto in una decisione della magistratura di sorveglianza?
No, la Cassazione ha stabilito che questo strumento è applicabile solo a pronunce di condanna che irrogano una sanzione penale, non a provvedimenti che riguardano l’esecuzione della pena, come quelli della magistratura di sorveglianza.

Cosa si intende per “pronuncia di condanna” ai fini del ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p.?
Si intende una decisione che applica una sanzione penale. Sono quindi esclusi i provvedimenti che, pur incidendo sulla libertà del condannato, sono adottati nella fase di esecuzione della pena e non nel processo di cognizione.

La Corte di Cassazione può dichiarare un ricorso straordinario inammissibile senza un’udienza in contraddittorio?
Sì, l’art. 625-bis, comma 4, c.p.p. prevede che la Corte possa dichiarare l’inammissibilità con ordinanza emessa de plano (cioè senza udienza), anche d’ufficio, quando il ricorso è manifestamente inammissibile o infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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