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Ricorso straordinario: l’errore di giudizio è diverso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario, stabilendo che la mancata riqualificazione di un’impugnazione da parte del giudice non è un errore di fatto correggibile, ma un errore di giudizio. Il caso riguardava la richiesta di correzione di un’ordinanza cautelare ai sensi dell’art. 115 bis c.p.p.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: Quando l’Errore del Giudice Non È un ‘Errore di Fatto’

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, affronta un tema cruciale della procedura penale: i confini del ricorso straordinario per errore di fatto. Questa decisione chiarisce in modo netto la differenza tra un errore puramente percettivo e un errore di valutazione giuridica, stabilendo che quest’ultimo non può essere corretto tramite lo strumento eccezionale previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale.

Il caso: un’impugnazione sbagliata e la speranza nel ricorso straordinario

La vicenda processuale ha origine dalla richiesta di due soggetti di veder rimosse da un’ordinanza cautelare, emessa nei confronti di terzi, alcune affermazioni che li indicavano come coinvolti in un’associazione criminosa. Tale istanza, basata sull’art. 115-bis c.p.p. (introdotto dalla Riforma Cartabia), veniva rigettata dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP).

Contro questo rigetto, gli interessati proponevano direttamente ricorso per cassazione. La Suprema Corte, con una prima ordinanza, dichiarava il ricorso inammissibile, specificando che il rimedio corretto non era il ricorso in Cassazione, bensì l’opposizione al Presidente del Tribunale, come previsto dall’art. 115-bis, comma 4, c.p.p.

I ricorrenti, non dandosi per vinti, decidevano di giocare un’ultima carta: il ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p. Essi sostenevano che la Corte, nel dichiarare l’inammissibilità, avesse commesso un errore di fatto. L’errore, a loro dire, consisteva nel non aver riqualificato il ricorso originario come opposizione e nel non aver trasmesso gli atti al Presidente del Tribunale competente, come previsto dall’art. 568, comma 5, c.p.p. A sostegno della loro tesi, citavano un’altra pronuncia della stessa Corte che, in un caso analogo, aveva operato proprio in tal senso.

La decisione della Corte di Cassazione sul ricorso straordinario

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, dichiarando il ricorso straordinario inammissibile. La Corte ha stabilito che la mancata riqualificazione del mezzo di impugnazione non costituisce un errore di fatto, bensì un errore di giudizio, come tale escluso dall’ambito di applicazione dell’art. 625-bis c.p.p.

I ricorrenti sono stati quindi condannati al pagamento delle spese processuali. Tuttavia, la Corte ha deciso di non applicare la sanzione pecuniaria, riconoscendo una situazione soggettiva che escludeva la colpa nella proposizione del ricorso.

Le motivazioni: la distinzione cruciale tra errore di fatto ed errore di giudizio

Il cuore della motivazione risiede nella netta distinzione tra “errore di fatto” ed “errore di giudizio”. La Corte ha ribadito un principio consolidato, richiamando anche le Sezioni Unite: l’errore di fatto, emendabile con il ricorso straordinario, è solo quello che si traduce in una svista percettiva, una fuorviata rappresentazione della realtà processuale che emerge immediatamente dagli atti, senza necessità di alcuna valutazione giuridica.

Nel caso di specie, la decisione della precedente sezione della Corte di non riqualificare l’impugnazione non è derivata da una svista (come leggere male un documento), ma da una valutazione implicita sulla sussistenza o meno dei presupposti per applicare l’art. 568, comma 5, c.p.p. Si è trattato, quindi, di una scelta interpretativa, di una valutazione giuridica. Un’eventuale erroneità di tale valutazione configura un errore di giudizio, che non può essere contestato attraverso il rimedio eccezionale del ricorso per errore di fatto.

La Corte ha inoltre precisato che la presenza di un precedente difforme, in cui era stata disposta la riqualificazione, è irrilevante. La risoluzione di una questione di diritto in modo diverso da precedenti pronunce attiene al merito giuridico della decisione e non può integrare un errore di fatto.

Conclusioni: implicazioni pratiche per la difesa

Questa sentenza offre importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, conferma che il ricorso straordinario per errore di fatto è uno strumento con un perimetro applicativo molto ristretto, limitato a sviste materiali e non a presunti errori di interpretazione o valutazione della legge. In secondo luogo, sottolinea l’importanza fondamentale di individuare sin da subito il corretto mezzo di impugnazione. Confidare in una successiva riqualificazione da parte del giudice è un rischio che può portare a una declaratoria di inammissibilità, precludendo l’esame nel merito della questione. La difesa tecnica deve quindi porre massima attenzione alla scelta del rimedio processuale, poiché un errore in questa fase difficilmente potrà essere sanato con strumenti eccezionali.

Qual è il rimedio corretto contro il rigetto di un’istanza ex art. 115 bis c.p.p. da parte del GIP?
L’unico rimedio possibile è l’opposizione al presidente del tribunale o della corte, come stabilito dall’art. 115 bis, comma 4, del codice di procedura penale. Il ricorso diretto in Cassazione è inammissibile.

La mancata riqualificazione di un ricorso da parte della Cassazione è un “errore di fatto” correggibile con ricorso straordinario?
No. Secondo la Corte, la decisione di non riqualificare un’impugnazione non è un errore di fatto (cioè una svista percettiva), ma è il frutto di una valutazione giuridica sulla sussistenza dei presupposti. Pertanto, è un “errore di giudizio” e non può essere corretto tramite il ricorso straordinario ex art. 625 bis c.p.p.

Un precedente favorevole in un caso identico obbliga la Corte a decidere allo stesso modo in un procedimento per errore di fatto?
No. La circostanza che in un caso simile la Corte abbia deciso diversamente (ad esempio, riqualificando il ricorso) è irrilevante ai fini del ricorso straordinario. La soluzione di una questione di diritto, anche se in difformità da un precedente, esula dal perimetro dell’errore di fatto emendabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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