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Ricorso straordinario: l’errore di fatto non decisivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato contro una sua precedente decisione. Gli imputati lamentavano un errore di fatto sulla data di presentazione di un appello, che era stato dichiarato tardivo. La Corte chiarisce che, anche se l’errore fosse sussistito, non sarebbe stato decisivo, poiché il ricorso originario era stato comunque valutato nel merito e giudicato manifestamente infondato, portando ugualmente a una declaratoria di inammissibilità.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: Quando l’Errore di Fatto della Cassazione Non è Decisivo

Il ricorso straordinario per errore di fatto, disciplinato dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento eccezionale per correggere sviste materiali commesse dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, non ogni errore giustifica l’accoglimento del ricorso. La recente sentenza n. 11069/2024 della Suprema Corte offre un chiarimento fondamentale: l’errore, per essere rilevante, deve essere ‘decisivo’. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di applicazione della pena (il cosiddetto ‘patteggiamento’) emessa dal G.U.P. del Tribunale di Genova. Contro tale decisione, due imputati, attraverso i loro due distinti difensori, proposero ricorso per cassazione.

Il primo avvocato articolò il suo ricorso in quattro motivi, che la Corte giudicò in parte inammissibili e in parte manifestamente infondati. Il secondo avvocato presentò un altro atto di impugnazione, che la Quinta Sezione Penale della Cassazione dichiarò tardivo, ovvero presentato oltre i termini di legge. In quella stessa sede, la Corte osservò comunque che uno dei motivi di questo secondo ricorso era, in ogni caso, manifestamente infondato.

Sentendosi pregiudicati da questa decisione, gli imputati, tramite il secondo avvocato, proposero un ricorso straordinario. La loro tesi era che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto nel dichiarare tardivo il ricorso: sostenevano di averlo depositato telematicamente l’ultimo giorno utile, il 2 marzo 2023, mentre la Corte avrebbe erroneamente indicato come data di presentazione il 3 marzo 2023.

La Decisione della Corte sul ricorso straordinario

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul ricorso straordinario, lo ha dichiarato inammissibile. La Corte ha stabilito che, anche ammettendo l’esistenza di un errore percettivo sulla data di deposito, tale errore non avrebbe avuto il carattere della ‘decisività’ richiesto dalla legge per poter accogliere questo tipo di impugnazione.

Di conseguenza, gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa dell’irritualità della loro impugnazione.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nel concetto di errore di fatto decisivo. La giurisprudenza consolidata, richiamata nella sentenza, stabilisce che il rimedio del ricorso straordinario è esperibile solo per errori percettivi (una svista, un equivoco nella lettura degli atti) che abbiano avuto un’influenza concreta e determinante sulla decisione. In altre parole, si deve dimostrare che, senza quell’errore, la decisione della Corte sarebbe stata diversa.

Nel caso specifico, la Cassazione ha spiegato che la precedente pronuncia della Quinta Sezione non si era limitata a dichiarare il ricorso tardivo. I giudici, infatti, avevano comunque esaminato i motivi nel merito, giudicandoli manifestamente infondati. La declaratoria di tardività, quindi, era solo una delle ragioni che portavano all’inammissibilità del ricorso originario; l’altra, del tutto autonoma e sufficiente, era la sua manifesta infondatezza.

Pertanto, anche se la Corte avesse riconosciuto l’errore sulla data, il risultato finale non sarebbe cambiato: il ricorso sarebbe stato dichiarato comunque inammissibile, non per tardività, ma per manifesta infondatezza. L’errore sulla data, di conseguenza, perdeva ogni carattere di decisività, rendendo il ricorso straordinario uno strumento non utilizzabile.

Le Conclusioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale per chiunque intenda avvalersi del ricorso straordinario per errore di fatto. Non è sufficiente individuare una svista materiale nella sentenza della Cassazione. È indispensabile dimostrare un nesso di causalità diretto tra l’errore e il contenuto della decisione. Se la sentenza si fonda su più ragioni autonome e indipendenti, ciascuna delle quali è di per sé sufficiente a sorreggerla, l’eventuale errore su una di esse non può essere considerato ‘decisivo’ e non potrà portare alla revisione della pronuncia. Si tratta di un’importante lezione sulla specificità e i rigorosi limiti di questo eccezionale strumento di impugnazione.

Che cos’è un ricorso straordinario per errore di fatto?
È un rimedio legale eccezionale che permette di impugnare una sentenza della Corte di Cassazione quando questa contiene un errore puramente percettivo, come una svista nella lettura degli atti, e non un errore di valutazione giuridica.

Perché il ricorso straordinario è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché l’errore di fatto lamentato (l’errata indicazione della data di deposito di un precedente ricorso) non era ‘decisivo’. La Corte ha chiarito che, anche senza quell’errore, la decisione finale di inammissibilità sarebbe rimasta invariata, poiché il ricorso era stato comunque giudicato manifestamente infondato nel merito.

Cosa significa che un errore di fatto deve essere ‘decisivo’ per essere rilevante?
Significa che l’errore deve aver avuto un’influenza diretta e determinante sulla decisione del giudice. L’imputato deve dimostrare che, in assenza di quella specifica svista, la Corte avrebbe adottato una decisione diversa. Se la decisione si basa anche su altre motivazioni autonome e sufficienti, l’errore non è considerato decisivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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