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Ricorso straordinario inammissibile: termine 180 giorni

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso straordinario inammissibile perché presentato oltre il termine perentorio di 180 giorni dal deposito della sentenza impugnata. La decisione sottolinea il rigore dei termini processuali stabiliti dall’art. 625-bis c.p.p., condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario Inammissibile: Il Termine di 180 Giorni è Invalicabile

Nel labirinto delle procedure legali, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e stabilità al sistema giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo concetto, dichiarando un ricorso straordinario inammissibile a causa della sua presentazione tardiva. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la rigidità dei termini processuali e le gravi conseguenze del loro mancato rispetto.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso straordinario proposto da un individuo avverso una precedente sentenza emessa dalla stessa Corte di Cassazione. La sentenza impugnata era stata depositata in cancelleria in data 11 settembre 2023, facendo scattare da quel momento i termini per un’eventuale impugnazione. Tuttavia, l’atto di ricorso straordinario per errore di fatto è stato depositato solo l’11 marzo 2024.

La Corte, chiamata a pronunciarsi sulla ricevibilità del ricorso, ha immediatamente focalizzato la sua attenzione sulla tempistica della presentazione, un elemento preliminare e decisivo per poter procedere all’esame del merito.

La Decisione della Corte e il ricorso straordinario inammissibile

L’esito è stato netto: la Corte ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. La decisione si fonda sull’applicazione diretta dell’articolo 625-bis, commi 2 e 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso straordinario per errore di fatto deve essere presentato, a pena di inammissibilità, entro il termine di 180 giorni dal deposito della sentenza impugnata.

Un semplice calcolo matematico ha dimostrato che il ricorso era stato presentato ben oltre questo limite temporale. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che applicare la sanzione processuale prevista dalla legge, senza entrare nel merito delle ragioni addotte dal ricorrente.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono concise ma estremamente chiare. Il termine di 180 giorni è definito ‘perentorio’, il che significa che non ammette deroghe o proroghe. La sua funzione è quella di bilanciare il diritto alla correzione di eventuali errori di fatto con l’esigenza di certezza del diritto e di stabilità delle decisioni giudiziarie, specialmente quelle emesse dall’organo di vertice della giurisdizione.

Il superamento del termine comporta automaticamente l’inammissibilità del ricorso, impedendo al giudice di valutare le argomentazioni presentate. La Corte ha inoltre applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede, in caso di inammissibilità del ricorso, la condanna del proponente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, quantificata in questo caso in 3.000 euro.

Conclusioni: L’Importanza dei Termini Processuali

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale della diligenza e del rispetto dei termini nel processo penale. Anche il ricorso più fondato nel merito è destinato a fallire se non viene incardinato entro le scadenze previste dalla legge. Il caso in esame dimostra che i termini processuali non sono mere formalità, ma pilastri fondamentali del sistema giudiziario, la cui violazione comporta conseguenze definitive e onerose. Per i cittadini e i loro difensori, la lezione è chiara: la tempestività è un requisito tanto essenziale quanto la fondatezza delle proprie ragioni.

Entro quale termine deve essere presentato un ricorso straordinario per errore di fatto?
Sulla base di quanto stabilito dall’art. 625-bis del codice di procedura penale, richiamato nell’ordinanza, il ricorso deve essere presentato entro il termine perentorio di 180 giorni dalla data di deposito della sentenza della Cassazione che si intende impugnare.

Cosa accade se il ricorso straordinario viene depositato oltre il termine di 180 giorni?
Se il ricorso viene presentato oltre il termine previsto, la Corte lo dichiara inammissibile. Ciò significa che i giudici non esamineranno il merito della questione e il ricorso verrà respinto per una ragione puramente procedurale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p. In questo specifico caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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