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Ricorso straordinario: inammissibile su misure cautelari

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10696/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto proposto contro una sua precedente decisione in materia di misure cautelari personali. La Corte ha ribadito che tale rimedio è esperibile solo avverso una pronuncia irrevocabile di condanna e non contro provvedimenti che, per loro natura, non hanno carattere definitivo, come le ordinanze cautelari.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso straordinario: la Cassazione ne chiarisce i limiti invalicabili

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 10696 del 2024, torna a pronunciarsi sui confini applicativi del ricorso straordinario per errore di fatto, un istituto tanto delicato quanto eccezionale nel nostro ordinamento processuale penale. La decisione in esame offre un chiarimento fondamentale: questo rimedio non è esperibile contro le decisioni della stessa Corte che riguardano misure cautelari personali, ma è riservato esclusivamente alle pronunce irrevocabili di condanna. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di un soggetto, indagato per gravi reati. Questa ordinanza era stata precedentemente annullata con rinvio da una sezione della Corte di Cassazione. Tuttavia, nel corso di quel giudizio di legittimità, si era verificato un errore procedurale: l’avviso di udienza non era stato notificato al difensore di fiducia dell’indagato, bensì a un difensore d’ufficio, nominato sull’erroneo presupposto che il primo fosse assente.

Ritenendo di aver subito un pregiudizio a causa di questo errore “di fatto”, la difesa dell’indagato ha proposto un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625 bis del codice di procedura penale, chiedendo l’annullamento della precedente sentenza della Cassazione.

L’ambito del ricorso straordinario e la decisione della Corte

La Terza Sezione Penale della Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito un principio consolidato, fondamentale per comprendere la natura e la funzione del ricorso straordinario. Questo strumento non è un ulteriore grado di giudizio, ma un rimedio eccezionale volto a correggere specifici errori percettivi (e non valutativi) in cui la stessa Corte di Cassazione sia incorsa.

La sua applicabilità, tuttavia, è circoscritta dalla legge a un presupposto imprescindibile: la presenza di una pronuncia irrevocabile di condanna. Nel caso di specie, l’oggetto della decisione impugnata non era una sentenza di condanna definitiva, bensì un’ordinanza in materia di misure cautelari personali. Questi provvedimenti, per loro natura, hanno carattere provvisorio e funzionale alle esigenze del procedimento, e non definiscono la colpevolezza dell’imputato.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica dell’art. 625 bis c.p.p. I giudici hanno sottolineato come la norma specifichi chiaramente che il rimedio è “previsto soltanto a seguito di una pronuncia irrevocabile di condanna”. Di conseguenza, estenderne l’applicazione a decisioni di natura diversa, come quelle cautelari, rappresenterebbe un’operazione interpretativa non consentita, che snaturerebbe la funzione dell’istituto.

La Corte ha precisato che la natura non definitiva dei provvedimenti cautelari è incompatibile con la finalità del ricorso straordinario, che è quella di porre rimedio a un errore che potrebbe inficiare una condanna passata in giudicato. Pertanto, l’errore procedurale lamentato dalla difesa (la mancata notifica al difensore di fiducia), pur potendo avere rilevanza in altre sedi, non può essere fatto valere attraverso questo specifico strumento di impugnazione quando il provvedimento attiene alla materia cautelare.

Conclusioni

La sentenza in commento rafforza un importante principio di diritto processuale: il ricorso straordinario per errore di fatto è un’arma affilata ma dal raggio d’azione estremamente limitato. Non può essere utilizzato come un “grimaldello” per contestare qualsiasi decisione della Cassazione ritenuta errata, ma solo quelle che si inseriscono nel contesto di una condanna definitiva. La decisione conferma la netta separazione tra il procedimento principale, volto all’accertamento della responsabilità penale, e i sub-procedimenti incidentali, come quelli cautelari. Per i difensori, ciò significa che eventuali errori procedurali nei giudizi cautelari di legittimità non possono trovare rimedio tramite l’art. 625 bis, ribadendo la necessità di utilizzare gli strumenti processuali corretti per ogni fase e tipo di provvedimento.

È possibile presentare un ricorso straordinario per errore di fatto contro una decisione della Cassazione su una misura cautelare personale?
No, la sentenza chiarisce che il ricorso straordinario per errore di fatto è inammissibile avverso le sentenze della Corte di Cassazione relative a misure cautelari personali.

Qual è il presupposto fondamentale per poter accedere al rimedio del ricorso straordinario ex art. 625 bis c.p.p.?
Il presupposto indispensabile è che vi sia una pronuncia irrevocabile di condanna. Il rimedio non è applicabile a provvedimenti che non hanno carattere definitivo, come le ordinanze cautelari.

Cosa consegue alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Alla dichiarazione di inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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