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Ricorso straordinario inammissibile per tardività

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato oltre i termini di legge. La Corte chiarisce che, in seguito a udienze trattate con rito camerale non partecipato, non è dovuta alcuna comunicazione personale dell’esito al ricorrente, essendo sufficiente l’avviso dato al difensore prima dell’udienza. La mancata tempestività rende il ricorso inammissibile, con condanna alle spese e al pagamento di un’ammenda.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario Tardivo: La Cassazione Chiarisce i Termini

Il ricorso straordinario per errore di fatto è uno strumento cruciale ma delicato nel nostro ordinamento processuale penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità, in particolare sulla tempestività. La decisione sottolinea come la conoscenza delle procedure di notifica sia fondamentale per non incorrere in decadenze insanabili. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le logiche che governano i termini processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un ricorso straordinario presentato da un imputato avverso un’ordinanza della Corte di Cassazione del marzo 2021. Tale ordinanza aveva precedentemente dichiarato inammissibile il suo appello contro una sentenza di condanna per il reato di lesioni. Il ricorrente sosteneva di aver presentato il nuovo ricorso per un errore di fatto, lamentando di non aver mai ricevuto una comunicazione personale del provvedimento del 2021, venendone a conoscenza solo molto tempo dopo.

La Decisione della Corte sul Ricorso Straordinario

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. La Corte non è entrata nel merito dell’errore di fatto lamentato, ma si è fermata a una valutazione preliminare di carattere procedurale: la tardività. Secondo i giudici, il ricorso, presentato nell’agosto 2023, era stato depositato ben oltre il termine previsto dalla legge, che decorre dalla conoscenza del provvedimento impugnato.

Le Motivazioni della Decisione

Il punto centrale della motivazione risiede nella natura dell’udienza che aveva portato all’ordinanza del 2021. Quell’udienza si era svolta secondo le modalità previste dagli articoli 610 e 611 del codice di procedura penale, ovvero un’udienza camerale non partecipata. La Corte ha spiegato che, in questi casi, la legge prevede che sia dato avviso alle parti (e quindi al difensore) della data dell’udienza. Tuttavia, la normativa non impone alcuna successiva comunicazione dell’esito del provvedimento all’imputato personalmente presso il suo domicilio eletto.

L’avviso preventivo al difensore è considerato sufficiente a garantire il diritto di difesa. Di conseguenza, la tesi del ricorrente, basata sulla mancata notifica personale, è stata ritenuta infondata. La Corte ha concluso che il ricorso era palesemente tardivo, in quanto proposto oltre il termine stabilito dall’art. 625-bis, comma 2, del codice di procedura penale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la responsabilità di monitorare l’andamento del processo ricade primariamente sulla parte e sul suo difensore. L’assenza di un obbligo di notifica personale dell’esito di determinate udienze camerali in Cassazione significa che i termini per eventuali impugnazioni iniziano a decorrere indipendentemente da una comunicazione diretta all’interessato. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di mantenere un contatto costante con il proprio legale per essere informati sugli sviluppi del procedimento. Per gli avvocati, conferma l’importanza di un monitoraggio attento delle scadenze processuali. La declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, rappresenta la severa conseguenza del mancato rispetto di tali termini.

Quando un ricorso straordinario per errore di fatto è considerato tardivo?
Un ricorso straordinario è considerato tardivo quando viene proposto oltre il termine di legge (art. 625-bis, comma 2, c.p.p.), che decorre dalla conoscenza del provvedimento impugnato. La conoscenza si presume avvenuta con le modalità di comunicazione previste per il tipo di procedimento specifico.

La comunicazione dell’esito di un’udienza in Cassazione deve essere sempre notificata personalmente all’imputato?
No. Come chiarito dalla Corte, per le udienze svolte con il rito camerale non partecipato (ex artt. 610 e 611 c.p.p.), la legge non prevede alcuna comunicazione personale dell’esito al ricorrente presso il domicilio eletto. L’avviso dell’udienza dato preventivamente al difensore è considerato sufficiente.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina la questione nel merito. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in caso di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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